Diplomati nella Lingua dei Segni “Comunicare è diritto di tutti”

Un gruppo eterogeneo di allievi per età e professione, pronti a interagire appieno con sordomuti

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di Raffaella Candoli

Una ventina di allievi ha concluso la partecipazione al corso di Lingua dei Segni (LiS), organizzato dall’Ente Nazionale Sordi di Forlì-Cesena, che si è tenuto nella sede di via Cervese 4303. “E’ stato un percorso intenso ed emozionante – affermano i docenti della Sp Ens. – Le ore di quello di primo livello sono state 155, da tenersi una volta a settimana da ottobre a luglio e che ha visto formarsi un gruppo affiatato, eterogeneo per età e formazione professionale, unito da uno spirito di condivisione e un comune obiettivo. A breve daremo nuovi aggiornamenti sui corsi LiS in partenza di 1° e 2° livello”.

Dunque, vari gli input e le motivazioni dei frequentanti: ” Io sono un’infermiera – racconta Silvia -, ho deciso di prendere parte al corso, oltre che per interesse personale, per poter fornire in futuro un supporto comunicativo ai non udenti all’interno dei servizi ospedalieri”. Irene ha invece scelto di fare il corso durante il tirocinio universitario di Laurea in Educatore Sociale e Culturale. C’è poi chi lavora nel mondo del commercio e ha avuto dalla propria la azienda la possibilità di approcciarsi ad un corso di Sensibilizzazione LiS di 60 h complessive.

“Svolgere questo corso mi ha riempito il cuore – commenta una partecipante -. Per il futuro mi piacerebbe diventare interprete Lis e continuare a fare la commessa. Vedendo la gioia dei clienti sordi nell’essere compresi mi fa capire che ho preso la strada giusta”. C’è chi il problema della sordità lo vive in casa come Nadia, figlia di genitori non udenti: ” Iniziare a studiare questa lingua – spiega -, mi ha permesso di capire l’importanza che riveste per ognuno essere quello che è”.

Per Melissa, all’ultimo anno di Università per educatrice di asilo nido, studiare la lingua dei segni è una risorsa applicabile in contesti differenti. “Mi auguro – è l’auspicio della giovane -, che sempre di più si promuovano corsi anche all’interno delle scuole, perché comunicare è un diritto di tutti”. E poi c’è una banconiera in una macelleria che intende essere di utilità davanti a clienti sordo-muti. Uno studente di Psicologia ritiene che il saper comunicare attraverso la gestualità possa essere un valore aggiunto alla professione che si appresta a svolgere. Chi fa della capacità di comunicare il proprio lavoro è una receptionist d’albergo. E che quindi fa dell’inclusione la propria etica. “Ma soprattutto – conferma l’allieva – quello che mi ha legato all’esperienza è stata la ricchezza culturale,didattica, emotiva che ho trovato nel gruppo”. Manuela lavora in uno studio medico e “mi sono resa conto – dice dal canto suo -, della necessità dei pazienti sordi di poter comunicare senza avere con sé un traduttore. E mi è anche capitato che un paziente sordo mi correggesse nell’atto di esprimermi con la Lis”.

C’è poi chi lo stimolo a partecipare al corso l’ha avuto dalla propria datrice di lavoro, o chi è stato consigliato ad acquisire competenze lavorando nel sostegno scolastico a ragazzi con gravi disabilità o in una comunità di accoglienza”.

Ma, la condivisione di esperienze tra persone normodotate che si destreggiano nella LiS e coloro che hanno deficit uditivi continua anche d’estate con camminate, incontri, aperitivi, corsi di vela. Domenica Ens Forlì-Cesena partecipa alla camminata “Women in run” con meditazione successiva Mindfullness e apericena alla Rocca

 

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