Angola, volontario italiano muore mentre consegna protesi per bambini amputati

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Il 35enne veronese Luca Falcon aveva fondato una onlus che procurava protesi ortopediche da donare alle vittime delle guerre

È morto in un incidente stradale in Angola Luca Falcon, 35enne veronese che nel 2020 aveva fondato assieme alla moglie Giulia Trabucco Karma on the road

L’associazione no profit è impegnata nella raccolta di donazioni di protesi usate o dismesse, arti che vengono donati alle persone amputate nei Paesi del Terzo Mondo, in particolare bambini africani, vittime delle guerre.

L’incidente in moto

I dettagli dell’incidente non sono ancora chiari: si sa che Luca Falcon stava attraversando l’Africa in moto quando è stato coinvolto in uno scontro con un camion. Un destino crudele, perché il giovane veronese nel 2016 era già stato vittima di un gravissimo incidente in moto a Verona, nel quale aveva perso una gamba. Proprio da quel tragico evento aveva trovato la forza di fondare l’associazione per aiutare persone che avevano subito le stesse conseguenze. “Raggiungerò il Sudafrica o morirò provandoci”, ha scritto la moglie Giulia Trabucco su Facebook citando il marito, che con la sua moto in questo viaggio aveva già attraversato alcuni Paesi africani ed era diretto a Città del Capo. L’incidente è avvenuto domenica, il giorno dopo il 35esimo compleanno di Falcon, ma la conferma è arrivata solo martedì. I familiari sono in contatto con l’ambasciata in Angola per le operazioni di rimpatrio della salma.

Il dolore della moglie

“Almeno sappiamo che si è spento facendo ciò che amava di più nella vita: viaggiare in moto” scrive sulla pagina Facebook dell’associazione la moglie Giulia Trabucchi. “Io invece resto qui. A chiedermi che senso abbia una cosa del genere. Io e lui abbiamo messo tutti noi stessi per superare l’incidente in cui era stato investito nel 2016, abbiamo deciso di vedere il lato positivo, lui è stato una roccia e ha lottato per tornare a vivere e ispirare gli altri. Abbiamo fondato Karma on the Road e abbiamo aiutato tante persone. Nel 2016 c’era qualcosa da imparare e lo abbiamo fatto al 100%, senza lasciare niente di intentato, lavorando gratis per un futuro migliore per tanti.

Il bene fatto rimane e sarò sempre orgogliosa di averlo fatto con lui. Ora però non vedo cosa dovrei imparare da tutto questo. Il buio ha preso il posto della speranza… Forse l’ho usata tutta in questi anni di conquiste, o più probabilmente mi è stata portata via con lui. Mio marito, il mio Scronky come lo chiamo io, è l’uomo migliore che abbia mai conosciuto, la mia ‘persona preferita’, io non so cosa dire, so solo che sento un vuoto che mi strappa l’anima”.

Redazione Tgcom24.Mediaset

 

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