Sanità, i migliori ospedali italiani e quelli con criticità. La classifica di Agenas

Presentato oggi il Programma nazionale esiti 2023 (Pne) dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas)

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(Ansa)

Delle 331 strutture italiane valutate per almeno 6 aree cliniche, l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche hanno una valutazione di qualità alta o molto alta. Nella stragrande maggioranza delle strutture però, si rileva nel rapporto, convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso

  • Per il secondo anno di seguito, salgono sul podio di migliori ospedali d’Italia l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (nella foto) e l’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. I due ospedali, il primo privato ed il secondo pubblico, figurano infatti al top nella classifica del Programma Nazionale Esiti (Pne) dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sviluppato su mandato del ministero della Salute
  • Le due strutture hanno riportato una valutazione di qualità alta o molto alta per almeno 6 aree cliniche su un totale di 8 (cardiocircolatorio, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologia, osteomuscolare, nefrologia, sistema nervoso, gravidanza e parto)
  • Al primo posto come livello di qualità per l’area cardiovascolare è l’Azienda Ospedaliera Universitaria Careggi di Firenze. L’area è valutata attraverso 6 indicatori, con una soglia di almeno 360 interventi bypass aorto-coronarico negli ultimi due anni. Sul totale di 562 strutture valutate in quest’area, sono solo 55 le strutture con tutti e sei gli indicatori calcolabili. Di queste, Careggi è l’unica struttura che raggiunge un livello di qualità molto alto; 17 strutture raggiungono invece un livello di qualità alto
  • Nell’area di chirurgia oncologica sono 4 le strutture con livello di qualità più alta: l’Ospedale di Mestre (nella foto), l’Azienda Ospedale Università di Padova, lo Stabilimento Umberto I G. M. Lancisi (Ancona) ed il Policlinico Universitario Gemelli (Roma). Il Pne ha analizzato 3 indicatori ed è stato applicato un vincolo per struttura di almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, di almeno 85 interventi per quello al polmone e di almeno 45 interventi per quello al colon. Risultano 116 strutture con tutti e tre gli indicatori
  • La Regione che presenta invece la proporzione più alta di strutture con livello di qualità molto alto per l’area gravidanza e parto è l’Emilia-Romagna (11 strutture su 17, pari al 65%). In tutte le aree, aumenta il numero degli ospedali italiani classificati ad alta qualità per la maggioranza delle prestazioni. La proporzione di strutture con livello di qualità alto o molto alto per almeno il 50% dell’attività svolta, rileva Agenas, è aumentata rispetto al 2021, passando dal 23% al 26% nel 2022
  • Nel 2022 circa un terzo delle strutture è stato valutato solo per una o due aree cliniche. Sono 331 le strutture italiane valutate invece per almeno 6 aree cliniche. Nella stragrande maggioranza delle strutture ospedaliere tuttavia, si rileva nel rapporto, convivono aree di qualità alta o molto alta con aree di qualità di livello basso o molto basso
  • Rispetto alle varie aree di intervento, il Pne registra tuttavia delle “diseguaglianze nell’assistenza sanitaria”. Con riferimento all’area cardiovascolare, ad esempio, si è registrata anche nel 2022 una proporzione minore di donne con infarto che accedono tempestivamente all’angioplastica coronarica: 43% rispetto al 54% degli uomini. Questo si traduce in un aumento della mortalità a 30 giorni
  • Per la frattura di femore nei pazienti di età maggiore di 65 anni si registra invece uno svantaggio per gli uomini nella tempestività dell’intervento: 46% rispetto al 51% delle donne. Per l’area della gravidanza, tra le donne straniere si evidenziano meno tagli cesarei ma un alto rischio di riospedalizzazione. Quanto infine alle ospedalizzazioni evitabili, nella popolazione straniera emergono tassi superiori per infezioni del tratto urinario, complicanze del diabete e ipertensione arteriosa
  • Otto ospedali italiani, tra Nord e Sud, hanno una qualità delle cure basse e “vanno attenzionati”, riferisce il direttore generale dell’Agenas Domenico Mantoan, a margine della presentazione del Pne. “Quest’anno, per la prima volta, invieremo la relazione sui dati presentati oggi al tavolo di monitoraggio Lea, perché ci si deve porre il tema di una serie di ospedali del nostro Paese dove la qualità delle cure è molto bassa”
  • “Vanno fatte politiche di accompagnamento, di audit, di verifiche per capire per quale motivo in alcune strutture italiane la qualità dell’assistenza è così bassa. Non possiamo permetterci queste differenze”, ammonisce Mantoan. La mappa degli ospedali inefficienti, aggiunge, “va da Nord a Sud, ci sono cose negative e cose positive sia a settentrione sia a meridione”

Redazione Tg24.Sky

 

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