Ospedale Papardo, al via uno sportello dedicato ai non udenti

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MESSINA. Via al progetto che prevede la realizzazione di uno sportello dedicato ai cittadini non udenti presenti nel territorio per l’erogazione di servizi specifici di interpretariato Lis, traduzione, accompagnamento e consulenza diretta all’interno della struttura ospedaliera Papardo.

Nella foto: Francesco Salvatore Cuzzupè (Presidente Associazione ONLUS Sordi Valle Del Mela) e Mario Paino (dg del Papardo)

Il progetto, promosso dall’Associazione Onlus Sordi Valle del Mela, ed accolto dal Direttore generale del Papardo, Mario Paino, partirà il primo ottobre, per tre giorni settimanali, lunedì e venerdì in orario antimeridiano e mercoledì in orario pomeridiano.

I servizi di supporto ai soggetti disabili riguardano nello specifico: assistenza c/o Triage nell’ambito del primo soccorso per la registrazione del paziente e la preparazione alla pre-visita medica, assistenza durante l’incontro con personale medico ed ospedaliero attraverso l’interpretazione simultanea in LIS in fase di anamnesi, formulazione della diagnosi e prescrizione terapeutica.

Ed ancora: assistenza in fase di preparazione ed esecuzione di esami diagnostici, assistenza in fase di visita medica specialistica e sostegno e trasmissione delle informazioni necessarie ai familiari del paziente al fine di creare una rete di supporto e ascolto che riduca al minimo le difficoltà di gestione ed il senso di solitudine ed emarginazione che grava spesso solo sul nucleo familiare.

“Il Corner Lis- afferma il dg Mario Paino- intende promuovere un efficace azione di supporto comunicativo ai soggetti non udenti che possa migliorare la comunicazione con il personale ospedaliero: medici, infermieri personale ausiliario ed amministrativo al fine di ottimizzare e velocizzare la prestazione sanitaria nelle sue diverse fasi, accesso, pre-visita ed in itinere per un intervento tempestivo ed un corretto scambio di informazioni tra medico e paziente per l’elaborazione della diagnosi”.

Inoltre, aggiunge Paino, l’obiettivo “è promuovere una cultura di profondo rispetto delle persone sorde, portatrici di un loro bagaglio culturale con una comunità di appartenenza strutturata ed una lingua propria (Lingua dei segni italiana) ed attivare interventi volti a rimuovere le cause di ordine psicologico, culturale, ambientale e sociale che possono provocare situazioni di emarginazione nell’ambiente di vita”.

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