Il Sant’Anna presenta i risultati sulla sordità infantile

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I risultati dei test effettuati dal 1999 al 2015 saranno presentati dal primario dell’Otorinolaringoiatria Giordano Molteni nell’ambito del corso “Sordità infantile: cosa fare?”, in programma nel presidio di San Fermo della Battaglia il 22 aprile.

santanna_2Individuare entro i primi mesi di vita i difetti uditivi nel neonato è fondamentale perché il piccolo abbia una corretta percezione degli stimoli verbali e possa conseguentemente sviluppare il linguaggio. L’ospedale Sant’Anna, dal 1999 al 2015, ha sottoposto a specifici test 32.454 bambini per individuare le ipoacusie severe e presenterà i risultati di questa casistica al corso “Sordità infantile: cosa fare?”, in programma nel presidio di San Fermo della Battaglia venerdì 22 aprile (h. 14-18).
“Lo screening audiologico più importante in età pediatrica – spiega Giordano Molteni, primario dell’otorinolaringoiatria – è quello neonatale universale, effettuato con l’utilizzo delle otoemissioni acustiche (OAE), esame che viene effettuato da personale altamente qualificato del servizio di audiologia in collaborazione con l’U.O. di Neonatologia prima della dimissione dei neonati e consente di identificare precocemente le sospette ipoacusie da sottoporre ad approfondimento diagnostico con l’uso dei potenziali acustici del tronco encefalico (ABR)”.
L’input acustico periferico, infatti, è essenziale per la corretta maturazione delle vie uditive centrali e di conseguenza per l’acquisizione della memoria uditiva e del linguaggio: “Lo studio che presenteremo venerdì – prosegue il primario -, che porteremo anche al congresso nazionale della Società di Otorinolaringoiatria e Chirurgia cervico-facciale a Roma a maggio, vuole dimostrare l’accuratezza della metodica utilizzata al Sant’Anna nella diagnosi precoce delle ipoacusie neonatali”.
La valutazione effettuata all’ospedale Sant’Anna ha riguardato, nello specifico, 32.225 bambini (dei 32.454 iniziali 239 non si sono presentati ai controlli) e ha individuato 43 bambini con ipoacusia grave-profonda (0.13 %), 21 con ipoacusia medio-lieve (0.06 %) e 114 “falsi positivi” (0.35 %).
“I nostri risultati – continua lo specialista – sono molto attendibili mettendoci nella condizione di poter affermare che le metodiche da noi utilizzate, in conformità ai dettami di RETE UDITO di Regione Lombardia, hanno una sensibilità e una specificità che si avvicina al 100%. Quando individuiamo un bambino con seri problemi di udito lo indirizziamo all’ospedale di Varese, al servizio di Audiologia, con la quale collaboriamo per la protesizzazione, l’applicazione di protesi impiantabili o per l’applicazione dell’impianto cocleare”.

All’incontro in programma al Sant’Anna, dedicato a medici, audiometristi, logopedisti, infermieri e fisioterapisti, sarà tracciato lo stato dell’arte nel campo delle ipoacusie e della sordità neonatali e pediatriche e delle metodiche diagnostiche e terapeutiche. Oltre al primario Molteni, interverranno Eliana Cristofari, responsabile del Servizio di Audiovestibologia dell’Asst dei Sette Laghi di Varese, e Sergio Razza, tecnico di Audiometria e Audioprotesi nella stessa azienda

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