
Lunedì sera il consiglio comunale di Firenze ha approvato con alcune modifiche un nuovo regolamento sugli affitti brevi in città, che era stato presentato dalla giunta l’8 aprile. Firenze è probabilmente la città italiana che si sta muovendo di più per regolamentare e limitare gli affitti brevi (anche perché è tra quelle in cui ce ne sono di più) e la sindaca Sara Funaro, eletta lo scorso giugno, ha reso il contrasto al turismo di massa uno dei punti più importanti del suo mandato: molte città stanno guardando con interesse quello che sta provando a fare Firenze. Il regolamento dovrebbe entrare in vigore il 21 maggio, o comunque 15 giorni dopo la pubblicazione nell’albo pretorio del comune (prevista appunto per oggi, 6 maggio).
Le nuove regole riguardano in sintesi gli standard qualitativi degli alloggi, le autorizzazioni da ottenere per affittare un appartamento, le sanzioni e i controlli. Sono state sostenute dalla maggioranza formata da PD, Alleanza Verdi e Sinistra e dalla lista civica di Funaro, mentre la destra e Italia Viva hanno votato contro (gli altri si sono astenuti).
Il regolamento istituisce un registro comunale delle locazioni turistiche, a cui i proprietari degli alloggi devono essere necessariamente iscritti per poterli affittare. Dovranno ottenere un’autorizzazione valida cinque anni per ogni unità immobiliare da affittare: l’autorizzazione sarà revocata se l’immobile viene venduto o se non viene affittato per oltre 12 mesi. Un emendamento approvato lunedì sera prevede però che per mantenere l’autorizzazione attiva basterà affittare l’appartamento almeno per 30 giorni in un anno. L’autorizzazione sarà revocata anche se dovessero essere riscontrate violazioni per tre volte, per esempio il mancato pagamento della tassa di soggiorno.
Non saranno inoltre concesse nuove autorizzazioni nell’area UNESCO, un’area con un raggio di circa 2 chilometri che coincide più o meno col centro storico. Questo divieto era già stato anticipato dal comune nei mesi scorsi. Stando a dati del comune, nell’area UNESCO sono disponibili quasi tre posti letto per ogni residente (al 31 dicembre scorso in quella zona i residenti erano 35.954) tra alberghi, altre strutture ricettive e appartamenti per affitti brevi.
Le stanze degli alloggi dovranno inoltre rispettare delle dimensioni minime: gli appartamenti affittati dovranno essere grandi almeno 28 metri quadrati. Grazie a un emendamento approvato lunedì sera, gli affittuari di strutture che vengono già usate per gli affitti brevi avranno tempo fino al 2028 per adeguarsi alle altre misure richieste (camere singole 9 mq, matrimoniali o doppie 14 mq, cucina abitabile 9 mq e bagni 2,5 mq).
Oltre a essere conformi alle regole previste per l’edilizia, l’impiantistica, l’antincendio, l’acustica e ovviamente a quelle igienico-sanitarie, tutti gli alloggi dovranno obbligatoriamente possedere ed esporre il CIN, il “codice identificativo nazionale” per gli affitti brevi, introdotto nel 2024 in tutta Italia. È un codice di cui si deve dotare chi mette un immobile in affitto per periodi brevi, che dovrà essere esposto in ogni annuncio e tramite un bollino dovrà essere visibile anche fuori dall’edificio in cui è collocato l’immobile: sostituirà i sistemi di riconoscimento regionali, allo scopo di censire e tracciare su scala nazionale le locazioni turistiche inferiori a 30 giorni.
Negli appartamenti dovranno inoltre essere disponibili istruzioni e sacchetti per la raccolta differenziata in diverse lingue e un vademecum sul turismo sostenibile.
Una squadra apposita della polizia comunale sarà incaricata di controllare che tutte queste regole vengano rispettate. Chi le viola dovrà pagare sanzioni che vanno dai 1.000 ai 10mila euro. Il comune di Firenze ha infine fatto un accordo con un dipartimento dell’università La Sapienza di Roma, che si occuperà di controllare gli effetti delle nuove regole. L’assessore al Turismo e allo sviluppo economico, Jacopo Vicini, aveva detto a inizio aprile: «Contiamo di ottenere un contenimento nell’immediato della crescita del fenomeno, con un’inversione del trend nei tre anni».
Firenze ha iniziato da tempo a fare vari tentativi di limitare le conseguenze negative del turismo di massa nel centro storico. A novembre, tra le altre cose, il comune ha annunciato un piano per vietare dal 2025 di installare le keybox, le cassette per le chiavi che i proprietari di appartamenti per turisti attaccano sui muri o ai cancelli fuori dai portoni delle case.
Funaro ha spiegato che il regolamento fa parte di un investimento più ampio del comune di Firenze sulle politiche abitative. «Abbiamo bisogno di una città non solo con regole per gli affitti turistici brevi, ma anche di una città in cui il mercato immobiliare sia sostenibile per i cittadini, per i lavoratori, per le famiglie e anche per i tanti studenti che vengono qui e non riescono a trovare casa», ha detto.