Come funziona la legge 104 per dipendenti statali nel 2021

I permessi sulla base della legge 104 sono concessi per consentire al lavoratore disabile in condizione di gravità di prendersi cura di se stesso o per ricevere assistenza

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Dipendenti statali e legge 104, come funziona?

I permessi sulla base della legge 104 sono concessi per consentire al lavoratore disabile dipendente pubblico in condizione di gravità di prendersi cura di se stesso o per permettere al familiare statale del disabile di rivolgere la propria assistenza al disabile.

Sono due le condizioni fondamentali per accedere alla legge 104 da parte dei lavoratori statali. La prima è la condizione di gravità dello stato di disabilità da parte del lavoratore, nel caso in cui chieda i permessi per sé, o del familiare che lo assiste.

La seconda è il rapporto di dipendenza, anche se non a tempo indeterminato. Un altro importante aspetto da precisare in relazione al funzionamento della legge 104 per i dipendenti pubblici è la possibilità di fruire non solo dei permessi sul lavoro.

Ma anche di detrazioni per i figli a carico, facilitazioni fiscali per le spese sanitarie e i mezzi di ausilio, agevolazioni per gli addetti all’assistenza a persone non autosufficienti, Iva ridotta per l’acquisto di ausili tecnici e informatici, eliminazione delle barriere architettoniche, detrazione per le polizze assicurative, imposta agevolata su successioni e donazioni, agevolazioni per il settore auto. Vediamo meglio:

I permessi sulla base della legge 104 sono concessi per consentire al lavoratore disabile in condizione di gravità di prendersi cura di se stesso o per permettere al familiare del disabile di rivolgere la propria assistenza al disabile. Il dipendente pubblico ha diritto di assentarsi per 3 giorni al mese, anche frazionabili a ore, oppure per 2 ore al giorno tutti i giorni.

Da segnalare il caso particolare che se l’attività lavorativa giornaliera è inferiore a 6 ore, il permesso orario giornaliero è di 1 ora. Oltre al lavoratore con handicap grave, possono quindi fruire di questa opzioni anche i familiari con un contratto da statale.

gradi di parentela ammessi sono: genitore del disabile, coniuge del disabile, convivente more uxorio, in applicazione della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della legge 104 nella parte in cui non include il convivente more uxorio, in alternativa al coniuge, parente o affine entro il secondo grado, tra le persone legittimate a fruire del permesso mensile retribuito per l’assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità.

Infine, via libera in caso di unione civile e per il parente o l’affine entro il secondo grado. Pensiamo ad esempio a nonni, nipoti, fratello, cognato. I parenti e affini di terzo grado possono fruire dei permessi legge 104 se i genitori o il coniuge del disabile sono deceduti o mancanti (situazione di assenza naturale e giuridica) oppure se i genitori o il coniuge del disabile hanno compiuto 65 anni o sono affetti da patologie invalidanti.

Il congedo straordinario nell’ambito della legge 104 è un altro periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari con disabilità grave.

Il beneficiario può richiedere fino a due anni di congedo straordinario nel corso della vita lavorativa. La misura è frazionabile anche a giorni. Spetta al coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente della persona disabile in situazione di gravità; al padre e alla madre della persona disabile in situazione di gravità in caso di mancanza, decesso o in presenza di patologie invalidanti del coniuge convivente o della parte dell’unione civile convivente.

E poi al figlio convivente della persona disabile in situazione di gravità, esclusivamente nel caso in cui il coniuge convivente o la parte dell’unione civile convivente ed entrambi i genitori del disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.

Casi particolari applicazione legge 104 agli statali

In relazione all’applicazione della legge 104 per i dipendenti pubblici, da segnalare che le ipotesi che fanno eccezione all’ottenimento del permesso sono il ricovero a tempo pieno di un soggetto disabile per il quale risulti documentato dai sanitari della struttura il bisogno di assistenza da parte di un genitore o di un familiare e il ricovero a tempo pieno di un soggetto disabile in stato vegetativo persistente o in situazione terminale.

Ma anche l’interruzione del ricovero a tempo pieno per necessità del soggetto disabile di recarsi al di fuori della struttura che lo ospita per effettuare visite e terapie appositamente certificate.

 

 

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