Il governo francese sta provando a spostare migliaia di senzatetto fuori da Parigi

In teoria per alleggerire il sistema di accoglienza, ma molti sostengono che faccia parte del piano per preparare la città alle Olimpiadi del 2024

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Una scuola abbandonata nella zona ovest di Parigi è diventata un rifugio per i migranti (Atlantico Press via ZUMA Press Wire)

Negli ultimi mesi il governo francese sta spingendo migliaia di persone senzatetto che vivevano a Parigi a lasciare la città e spostarsi in altre zone della Francia. L’obiettivo, secondo molti attivisti e osservatori, sarebbe quello di preparare la città all’arrivo di milioni di turisti in occasione delle prossime Olimpiadi estive, in programma tra il 26 luglio e l’11 agosto del 2024. Il governo però ha negato che ci sia un legame tra gli sfratti e le Olimpiadi, sostenendo che gli spostamenti siano stati pensati per alleggerire il sistema di accoglienza della città.

Gli sgomberi sono stati particolarmente massicci nel dipartimento di Senna-Saint-Denis, a nord-est di Parigi. Lì nel corso dei prossimi mesi è prevista la costruzione di molte nuove strutture legate alle Olimpiadi, tra cui il grande Villaggio Olimpico e Paralimpico, che ospiterà la maggior parte degli atleti. Senna-Saint-Denis, però, è anche una delle zone più povere della Francia e ci sono molti senzatetto, richiedenti asilo e persone di etnia rom che vivono in edifici occupati o in accampamenti di fortuna.

Un’inchiesta dell’agenzia di stampa Reuters ha rivelato che almeno 60 campi per senzatetto o edifici occupati sono stati chiusi a Senna-Saint-Denis nel corso del 2023. Tra questi c’è anche una vecchia fabbrica di materiali edili in cui vivevano 400 migranti provenienti soprattutto dal Sudan e dal Ciad, e un campo che ospitava 700 persone rom vicino al centro espositivo Paris Nord di Villepinte, sempre nel dipartimento di Senna-Saint-Denis.

La prefettura ha detto che gli sfratti non sono direttamente collegati alle prossime Olimpiadi, ma molti attivisti, avvocati e assistenti sociali non sono d’accordo e ritengono che le misure rappresentino un chiaro tentativo di migliorare il modo in cui la zona si presenterà ai turisti e agli spettatori delle Olimpiadi, a costo di lasciare molti senza casa. Gli attivisti inoltre ipotizzano che il numero di 60 edifici sgomberati individuato da Reuters sia sottostimato. La prefettura di Parigi ha confermato di aver sfrattato 35 campi per senzatetto nel 2023, quasi il doppio rispetto ai 19 del 2022.

Un altro grosso problema è quello degli hotel, numerosissimi a Parigi. Negli ultimi anni molte strutture avevano messo a disposizione del governo alcune stanze da usare come alloggi di emergenza per i senzatetto, per i richiedenti asilo o in generale per le persone in difficoltà. Era diventato un meccanismo particolarmente diffuso durante la pandemia di Covid-19 quando, in assenza di turisti, le stanze vuote erano state messe a disposizione delle autorità pubbliche.

A partire dal 2022 però molte strutture sono tornate alle loro attività abituali, complice la ripresa dei flussi turistici e anche l’aumento di domanda che ci si aspetta sarà causato proprio dalle Olimpiadi. Lo scorso maggio il ministro delle Politiche abitative, Olivier Klein, aveva confermato che molti hotel non avevano più intenzione di offrire le proprie stanze alle persone in difficoltà.

In primavera il governo aveva presentato un piano, diventato subito controverso, con cui invitava i senzatetto ad andarsene volontariamente da Parigi: metteva a disposizione alloggi temporanei, per la durata di sole tre settimane, in altre città della Francia tra cui Bordeaux, Tolosa e Strasburgo. In teoria i partecipanti al programma avrebbero dovuto ricevere assistenza per ambientarsi nella nuova città, ma non è sempre andata così. Diverse persone sono già tornate a Parigi, a causa della mancanza di qualsiasi tipo di supporto oppure semplicemente perché il periodo di disponibilità degli alloggi era terminato. Anche gli amministratori di alcune città coinvolte si sono detti contrari ai ricollocamenti, affermando tra l’altro di non essere stati avvisati per tempo dell’iniziativa.

CNN ha raccontato che durante l’estate a molti senzatetto era stato detto di andare alla stazione della metropolitana di Stalingrad, dove li aspettavano autobus diretti verso varie città, da Bordeaux a Marsiglia. Non erano state fornite molte informazioni, e tanti erano confusi riguardo su cosa stesse succedendo. «Abbiamo sentito che oggi sarebbero venuti a prenderci, ma non so dove ci porteranno» diceva Obsa (nome di fantasia), un rifugiato etiope di 31 anni che da tempo viveva in un hotel ma di recente era stato sfrattato insieme alla moglie. Non era obbligatorio partire, ma alcuni testimoni hanno detto che a chi voleva restare a Parigi era chiesto di mostrare un contratto di lavoro.

Il ministero ha detto che i tentativi di ricollocamento non c’entrano direttamente con i preparativi per le Olimpiadi: il governo sostiene che il progetto sia stato pensato principalmente per alleggerire le pressioni sul sistema di accoglienza di Parigi, che si prevede sarà in particolare difficoltà nei prossimi mesi, soprattutto a causa della riduzione del numero di stanze d’albergo disponibili per via proprio delle Olimpiadi.

L’amministrazione di Parigi, guidata dalla sindaca del Partito Socialista Anne Hidalgo, ha criticato le iniziative del governo e chiesto che lo stato centrale si faccia carico di trovare una soluzione. «Da anni chiedo al governo di presentare un piano, ma non è mai successo», ha detto lo scorso maggio.

«Se il loro obiettivo è quello di organizzare delle Olimpiadi in cui non vediamo la povertà, sgomberare i campi dei senzatetto non è una buona idea», ha ribadito più di recente la vicesindaca Lea Filoche, che si occupa anche delle politiche abitative e sociali. Già a novembre Hidalgo aveva avvisato il governo nazionale che la città non era pronta ad assistere tutte le persone senzatetto entro le Olimpiadi, e a dicembre Filoche ha confermato che al momento i servizi che dovrebbero offrire assistenza ai senzatetto non sono in grado di rispondere a tutte le richieste che arrivano.

Redazione Il Post

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