Si chiama Tutto ed è il ventesimo disco di inediti di Eugenio Finardi. Arriva per i 72 anni del cantautore, esattamente 50 anni dopo l’album che lo rese famoso. Un lavoro complesso, cui Finardi si è dedicato anima e corpo, nonostante gli acciacchi dell’età e una malattia che gli ha reso molto difficile ascoltare la musica, anche la propria.
Eugenio Finardi: “Sono quasi sordo”
Una vita passata a fare musica, ad ascoltare la propria e quella degli altri. Decenni dietro una batteria e un incidente finito bene che, tuttavia, ha lasciato qualche strascico. Eugenio Finardi soffre una grave forma di acufene, che ha portato a una parziale perdita dell’udito. Al Corriere della Sera spiega che i suoi disturbi sono “la somma dell’invecchiamento, di un trauma, perché mi sono trovato vicino a un’esplosione, e in generale di 50 anni di batteria alle mie spalle”. Per un artista come lui, però, l’udito non è neppure necessario: “Un pezzo del disco è nato completamente teorico, scrivendo le note e inserendole nel pc senza alcuna tastiera”.
Naturalmente, esistono gli apparecchi acustici, con quelli sente la pioggia, ma “mi distorcono la musica, quindi preferisco sentire senza”. Agli aiuti della scienza, però, si affiderà nel corso del nuovo tour: “Lì non ho problemi, ho due casse davanti. E avrò una batteria fatta molto di pad perché il volume dello strumento acustico mi fa girare la testa e mi assorda. Il presente offre strumenti tecnologici che permettono di affrontare la musica in maniera diversa, ottenendo ottimi risultati”.
Sanremo come “il campionato di pallavolo ugandese”
Eugenio Finardi, autore di brani immortali come Extraterrestre, ha fatto la storia della musica, ma adesso il mondo discografico appare lontano, quasi alieno appunto. “Io ascolto tanto ciò che mi dice mia figlia di 25 anni, – racconta – ma purtroppo quel che vedo è che i ragazzi hanno pochi sogni e cercano di spacciargliene di disgustosi, con gran sopravvalutazione del denaro”. E con i nomi emergenti non riesce a familiarizzare: “Ora a Sanremo, quando leggo il cast, mi sembra il campionato di pallavolo ugandese, non ho la minima idea di chi siano”.
L’amore per le figlie
C’è un nome tra i musicisti della generazione Z che Finardi conosce molto bene. È quello di Francesca, in arte Pixel, la sua terzogenita, nata nel 1999 dalla relazione con la compagna Patrizia. Assieme a lei ha scritto e cantato una delle canzoni del nuovo disco, Francesca Sogna. Eugenio Finardi è un papà affettuoso e presente, che supporta e si fa supportare dai suoi tre bambini ormai grandi. Francesca è la più piccola, prima di lei ci sono Emanuele ed Elettra.
Elettra è la prima figlia del cantautore, nata con la sindrome di down. A lei il papà dedico il toccante brano Amore Diverso, promettendole “un amore diverso, grande come l’universo, che il tempo non potrà toccare”. Ospite di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, Finardi parlò del loro rapporto: “Mi ha insegnato che non bisogna aspettarsi niente dai figli, quello che ti arriva, ti arriva. Ma qualunque cosa succeda, anche nei momenti in cui ti sembra di essere stato sfortunato, c’è qualcosa da imparare, da prendere, di molto grande”.
Redazione Di Lei
di Maria Francesca Moro