La preside di una scuola polacca ha chiesto ai genitori dei bambini con disabilità di riportare i loro figli a casa prima della visita del ministro dell’Istruzione.

Redazione – di Giulia Maini

Il caso di palese discriminazione ha riacceso i riflettori sul Paese dell’Est Europa, già finito sotto accusa per le polemiche contro gli omosessuali e le donne. Il fatto è accaduto nella cittadina polacca di Luków, in occasione delle celebrazioni per i 60 anni della scuola, durante le quali è stato invitato il ministro Przemyslaw Czarnek. Prima del suo arrivo, secondo i media polacchi, sarebbe stato impedito di partecipare ai bambini disabili. La preside della scuola, Danuta Kowol, inizialmente ha giustificato la decisione facendola passare come una restrizione dovuta alla pandemia, ma successivamente ha aggiunto che allontanare i bambini dalla cerimonia fosse appropriato perchè non avrebbero potuto partecipare pienamente all’evento data la loro disabilità.

La polemica

“Semplicemente non ha alcun senso per un bambino tetraplegico, che non capisce nulla e non può sentire, prendere parte all’evento”, ha detto Kowol alla radio polacca Tok Fm. Come riporta la testata Politico, i genitori e alcuni insegnanti hanno reagito con indignazione alle parole della preside. “Mi sono sentita molto male quando ho scoperto che mio figlio non poteva partecipare all’evento. Non è giusto”, ha detto la mamma di un alunno. Dopo che sono emerse le prime notizie sulla stampa, il ministro Czarnek ha voluto incontrare alcuni dei bambini che erano stati spediti a casa e ha negato qualsiasi coinvolgimento del Governo con la scelta della preside della scuola, accusando su Twitter i media di aver creato “una controversia artificiale”.

Le accuse al Governo

Czarnek non è nuovo a critiche e polemiche di questo tipo. Soprattutto negli ultimi tempi è stato al centro dell’attenzione per aver promosso cambiamenti radicali nei programmi scolastici per riflettere la visione del mondo nazionalista del Governo. In linea con la nuova linea politica adottata dall’esecutivo di Varsavia, le scuole dovranno promuovere ed insegnare la storia privilegiando il punto di vista della Polonia, combattendo “cattive azioni, demoralizzazione, rivoluzione sessuale e capovolgimento dell’ordine sociale”. Il ministro sta anche pianificando di riformare la cosiddetta istruzione inclusiva che si concentra sui bambini con disabilità, come quelli della scuola di Luków. Di qui le critiche di chi sostiene che il ministro abbia iniziato col piede sbagliato l’azione riformatrice dell’educazione per gli alunni con disabilità. “Nessuno sa fino a che punto il ministero voglia realmente includere le persone con disabilità in materia di istruzione di massa”, ha detto Pawel Kubicki, economista e sociologo, “ma se avevano bisogno di una conferma che le scuole per bisogni speciali non aiutano, o almeno non trattano tutti i loro studenti adeguatamente, l’hanno ottenuta”, ha concluso riferendosi all’istituto protagonista dell’episodio di discriminazione

 

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