“Corro, corro forte, corro tutti i giorni per battere la mia malattia”. Marcello Gombia, 37 anni, abita a Zola, fin dalla nascita è affetto dalla rara sindrome di Usher nella versione del tipo 1B.
Malattia genetica che causa sordità congenita profonda, problemi di equilibrio e retinite pigmentosa, che porta alla perdita progressiva della vista. È sposato con Federica e padre di una bambina di 6 anni e mezzo, Eva Paola. Per la riduzione progressiva della vista ha dovuto rinunciare alla patente. Tre anni fa ha dovuto lasciare il lavoro. Da sempre sportivo praticante, non era più nelle condizioni di dedicarsi al karate. Gioca a scacchi, ma non gli bastava. Così alcuni anni fa ha iniziato a correre.
“Abito a Ponte Ronca da undici anni, ora vedo solo ombre, allora osservavo le persone che correvano sulla pista ciclabile, lasciato il karate ho pensato che potevo farlo anch’io. Così ho iniziato… ho bisogno di seguire una pista, una striscia, non ho la visione laterale e sono stato investito un paio di volte, sulle strisce, ma non mi sono scoraggiato. Ho continuato, e continuo tutt’ora, ci vedo di meno ma non smetto, anzi”, dice mentre mostra la fotografia che lo ha fissato nell’attimo in cui taglia il traguardo all’arrivo della 50ª edizione della Cento chilometri del Passatore: la classica competizione podistica di ultramaratona: cento chilometri di corsa con partenza a Firenze ed arrivo a Faenza, che ha percorso in 15 ore e 15 minuti arrivando nel cuore della notte, a metà classifica.
“Ma per me è stato come arrivare sul podio. Anche perché ci provai anche tre anni fa. Ma non mi ero preparato bene, non avevo valutato le difficoltà aggiuntive di orientamento. Lasciai dopo 54 chilometri. Stavolta invece ce l’ho fatta! Anche nel cuore della notte, col buio pesto, sono riuscito a seguire la striscia bianca a bordo strada”, esulta Marcello mentre racconta la sua avventura affiancato dalla sorella Caterina, laureata in scienze motorie con una tesi sull’equilibrio, per la quale il fratello, che deve fare i conti anche con questo problema, si è prestato a svolgere alcuni test. “Mio fratello vede la vita come una corsa a ostacoli e con una forza incredibile si allena a superarli, anche se appaiono sempre più impegnativi. Provo anche ad allenarlo e suggerire alcuni esercizi,ma ama anche fare di testa sua”. Insomma, a seguire la sua strada, nonostante la difficoltà delle buche.
“Effettivamente le strade dissestate sono un grande problema. Adesso per fortuna a Ponte Ronca il Comune ha sistemato un po’ i marciapiedi”, dice prima di esprimere una speranza: “La ricerca sta lavorando sulla sindrome di Usher e ha messo a punto terapie geniche in una fase di sperimentazione in corso a Napoli, nella quale spero di entrare. Ma il mio progetto a breve è quello di organizzare una mezza maratona, coinvolgendo quelli che hanno la mia patologia e raccogliere fondi per aiutare la ricerca scientifica, la sola strada che può dare un futuro a tutti noi”.
di Gabriele Mignardi
Redazione Il Resto del Carlino Bologna