L’asilo dove si insegna la lingua italiana dei segni per integrare Julia

Julia sta colorando una motocicletta. Serena la guarda, poi si rigira una mano tra i capelli e con l’altra mima una moto muovendo la mano come fosse l’acceleratore. Julia annuisce divertita, così Serena va a chiamare Mirko, il bimbo ricciolino a cui piacciono tanto le moto. Julia non può né parlare né sentire perché è sordomuta dalla nascita ma con i suoi coetanei si capisce al volo. Questo è possibile perché le maestre del suo asilo hanno insegnato a tutta la scuola le basi della lingua italiana dei segni. Quasi come fosse una seconda lingua. Si potrebbe stare ore a osservare questi bambini che urlano e schiamazzano e che, non appena si avvicinano a Julia, si calmano e sfoderano gesti e sorrisi per comunicare con la compagna.

E dire che i genitori erano preoccupatissimi per l’accoglienza che l’asilo avrebbe riservato alla figlia. «Per qualche settimana all’anno Julia frequenta una scuola per l’infanzia a Roma, specializzata nell’insegnamento ai sordomuti. Ma qui a Tonadico si trova benissimo, la scuola è stata molto attenta ai suoi bisogni», dice la mamma Laura. Siamo in un piccolo paese di 1.500 abitanti arrampicato sulle Dolomiti di Brenta, ai confini tra il Trentino e il Veneto.

Il gemellaggio

La bimba con la frangetta è una mano posata sulla fronte, quello a cui piacciono le macchine lo si chiama mimando un volante. E avanti così. Vederli comunicare è un piacere». L’integrazione di Julia stava andando a gonfie vele, ma la scuola ha fatto di più. La coordinatrice ha organizzato un gemellaggio con l’istituto Silvestri , frequentato da Julia qualche settimana all’anno, una vera e propria scuola bilingue dove accanto all’italiano viene insegnata anche la lingua dei segni e le classi sono miste. Ci sono bimbi sordi ma non solo. Un altro esempio di integrazione riuscita. «Il gemellaggio è stato possibile anche perché i genitori di Julia hanno un albergo – segnala la coordinatrice – e hanno potuto ospitare la classe romana che è venuta a farci visita. È stato un momento molto bello. Dalle loro metodologie abbiamo imparato tantissimo. Hanno un approccio didattico molto interessante che fa un grande utilizzo dei video». Nel frattempo è nato il progetto dell’i-Theatre. La scuola, grazie a uno speciale finanziamento provinciale, ha acquistato una sorta di tablet integrato a un tavolo da gioco, prodotto da un’azienda di Trento. Uno strumento che i bambini possono usare per disegnare ma anche per comunicare meglio con la piccola Julia, che il prossimo anno andrà a scuola. Ma non sarà da sola. Accanto a lei ci saranno gli amici dell’asilo che sanno come ascoltarla.