L’India non ha confermato, ma stanno uscendo varie notizie in merito: è un dettaglio importante per diverse ragioni
Mercoledì il Pakistan ha detto di aver abbattuto cinque aerei militari indiani e un drone durante l’attacco compiuto dall’India martedì sera contro diversi siti in Pakistan e nel Kashmir pakistano. Ha specificato di aver abbattuto due aerei Rafale; un aereo da combattimento MIG-29, usato in molti paesi dell’Unione Sovietica a partire dagli anni Ottanta; e un Su-30, anche questo costruito nell’Unione Sovietica dagli anni Novanta.
L’informazione è stata diffusa solo dal Pakistan, e l’India non l’ha confermata. Intanto però alcuni funzionari hanno detto in forma anonima a vari giornali internazionali che alcuni aerei indiani sono stati abbattuti, anche se non è chiaro quanti. Per esempio, un ufficiale indiano rimasto anonimo ha detto all’agenzia di stampa francese AFP che tre aerei indiani da combattimento sono precipitati, senza specificare la causa. Un funzionario dell’intelligence francese ha detto più chiaramente a CNN che un jet Rafale è stato abbattuto dal Pakistan.
Non è chiaro esattamente come gli aerei sarebbero stati abbattuti: circolano informazioni confuse che è impossibile verificare in modo indipendente. Una fonte della sicurezza pakistana ha detto a CNN che durante l’attacco missilistico compiuto dall’India ci sono stati anche dei combattimenti aerei durati circa un’ora: jet militari indiani e pakistani si sono sparati a vicenda, senza lasciare il proprio spazio aereo, ed è in questi scontri che il Pakistan avrebbe abbattuto i cinque aerei indiani.
Un edificio danneggiato dai missili indiani a Muzaffarabad, nel Kashmir pakistano (AP Photo/M.D. Mughal)
La questione potrebbe sembrare di poco conto, ma è diventata rilevante perché il governo del Pakistan ha usato retoricamente l’abbattimento degli aerei indiani per sostenere che il Pakistan abbia già risposto militarmente all’attacco dell’India, come ritorsione. Il fatto che il Pakistan presenti l’abbattimento di aerei indiani come ritorsione potrebbe suggerire che non abbia intenzione di rispondere ulteriormente, e rischiare l’inizio di una guerra più ampia con l’India (ovviamente queste interpretazioni vanno prese con le pinze).
Inizialmente la notizia dei jet abbattuti era stata riferita anche dai media indiani, ma poi alcuni avevano cancellato o modificato i loro articoli. Vari giornali indiani avevano anche provato a smentire o perlomeno mettere in dubbio che gli aerei fossero stati abbattuti. In generale sulla questione è circolata parecchia disinformazione: i fact-checking di media occidentali, tra cui il sito tedesco DW e l’agenzia di stampa francese AFP, hanno verificato come vari video diffusi come presunta prova degli abbattimenti non fossero stati filmati in questi giorni ma risalissero ad anni fa.
Elicotteri dell’esercito indiano volano su Srinagar, nel Kashmir indiano, il 5 maggio (AP Photo/Mukhtar Khan)
L’abbattimento degli aerei indiani evidenzia anche la debolezza e l’inefficacia dell’aviazione militare indiana, un problema noto da tempo in India e a cui negli ultimi anni il governo aveva cercato di rimediare.
L’aviazione militare indiana è piuttosto debole. Ha a disposizione circa 30 squadre da combattimento, ma quasi la metà consiste in vecchi aerei costruiti in Russia, o da aerei francesi che la Francia non usa più da vent’anni. Da anni il governo sta provando a migliorare la situazione con ingenti investimenti: per esempio nel 2016 comprò dalla Francia 36 jet da combattimento del modello Rafale per quasi 8 miliardi di euro, e lo scorso aprile ne ha acquistati altri 26 che dovrebbero essere consegnati entro il 2030. L’aviazione pachistana invece è più preparata ed esperta, anche grazie alle molte operazioni antiterrorismo che ha condotto negli ultimi vent’anni.
Resti di un aereo nel Kashmir indiano, il 7 maggio 2025 (AP Photo/Dar Yasin)
L’attacco dell’India era stato a sua volta una ritorsione per l’attentato terroristico compiuto il 22 aprile a Pahalgam, una nota zona turistica del Kashmir indiano, nel quale erano state uccise 26 persone. L’India aveva attribuito l’attacco a un gruppo terroristico che accusa di essere sostenuto dal Pakistan, il quale però nega ogni coinvolgimento. Il Kashmir è una regione contesa da decenni tra i due paesi: è a maggioranza musulmana, come il Pakistan e a differenza dell’India, prevalentemente induista.
I rapporti tra India e Pakistan sono compromessi da sempre. I due paesi hanno combattuto cinque guerre e negli anni ci sono state molte schermaglie, attacchi e bombardamenti limitati o dimostrativi. Il Kashmir, al confine e conteso da entrambi, è un’area particolarmente problematica. In seguito all’attacco terroristico a Pahalgam l’India ha preso varie misure diplomatiche come ritorsione, e ci sono stati molti episodi di arresti e violenze contro la comunità musulmana che vive in Kashmir.