In Brasile c’è un grosso scandalo che coinvolge pensionati e sindacati

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In sei anni sarebbe stato sottratto quasi un miliardo di euro dai contributi pensionistici dei cittadini, senza il loro consenso

In Brasile il governo del presidente Luiz Inácio Lula da Silva (noto semplicemente come Lula) è coinvolto in un grosso scandalo che riguarda le pensioni di milioni di persone e alcune associazioni e sindacati. Secondo la polizia federale, che sta indagando sul caso, negli ultimi sei anni sarebbero stati sottratti oltre 6 miliardi di reais (quasi un miliardo di euro) dai contribuiti pensionistici dei cittadini, senza il loro consenso, per versarli come contributi a sindacati e associazioni di vario tipo. Non è chiaro quanti cittadini siano stati coinvolti in questo schema, ma secondo le indagini sarebbero comunque molti: il governo ha detto che nei primi tre mesi del 2024 sono state fatte detrazioni dalle pensioni di 5,4 milioni di persone, ma non si sa ancora quante in modo illecito.

Le indagini sono partite in seguito a moltissime lamentele da parte dei pensionati riguardo alla riduzione del loro assegno. Secondo le indagini lo schema sarebbe stato gestito da vari funzionari degli uffici di previdenza sociale, delle associazioni e dei sindacati coinvolti. Il capo dell’Istituto brasiliano per la previdenza sociale (corrisponde all’Inps italiano), Alessandro Stefanutto, è stato rimosso dall’incarico insieme ad altre persone dell’istituto, e il ministro per la Previdenza sociale, Carlos Lupi, si è dimesso. Tre persone sono state arrestate e la polizia ha compiuto oltre 200 perquisizioni, sequestrando auto di lusso, gioielli e l’equivalente di circa 155 milioni di euro.

Lula e Carlos Lupi durante un evento a San Paolo, nel 2022 (Ricardo Moreira/Getty Images)

La frode sarebbe cominciata nel 2019, quando il presidente era Jair Bolsonaro, di estrema destra. Sarebbe proseguita fino al 2024, quindi anche dopo l’elezione di Lula, di sinistra. È un grosso problema per Lula anche perché lo scandalo coinvolge indirettamente suo fratello maggiore, José Ferreira da Silva, noto come Frei Chico. È vicepresidente del sindacato Unione nazionale dei pensionati e degli anziani, che secondo le indagini sarebbe tra quelli che hanno ricevuto fondi sottratti in modo illecito dalle pensioni. Lula stesso ha una lunga storia come sindacalista. Frei Chico al momento non è indagato, né citato nei rapporti della polizia.

È il secondo scandalo di corruzione che colpisce il governo di Lula nelle ultime settimane. A inizio aprile il ministro delle Comunicazioni, Juscelino Filho, si era dimesso dopo essere stato accusato di aver usato dei fondi pubblici per scopi personali. Filho ha negato le accuse.

Lula ha 79 anni ed è una delle figure più note della politica brasiliana degli ultimi decenni: è considerato un simbolo della sinistra sudamericana e mondiale; in passato fu arrestato per corruzione, restò in carcere per oltre un anno e fu poi liberato una volta accertato che il giudice che lo aveva condannato non era stato imparziale. Da mesi però i consensi di Lula sono molto bassi, e a inizio aprile hanno raggiunto il minimo storico: in un sondaggio il 56 per cento degli intervistati ha valutato negativamente il suo operato.

Le difficoltà sono legate principalmente all’aumento del costo della vita, a un’immagine in parte compromessa da età, problemi fisici e costanti campagne di disinformazione della destra, che il governo fatica a gestire. I recenti scandali si aggiungono quindi a una crisi già in corso.

Redazione Il Post

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