Supermercati senza casse, in Italia aperture in serie: i piani di Esselunga, Pam e Conad

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Il 2024 segnerà il boom dei supermercati senza casse? Sembra di sì, visto che due insegne rilevanti – Esselunga e Pam Panorama – hanno di recente annunciato l’imminente apertura di punti vendita cashierless.

Esselunga e Pam apriranno a Milano

In particolare Esselunga dovrebbe inaugurare nei primi mesi dell’anno uno store di 200 metri quadri senza casse a insegna laEsse. Lo spazio sarà ubicato a Milano nel Mind-Village, distretto creato nell’area che ha ospitato l’Expo 2015. Si tratta di un quartiere ad alto potenziale, che ospiterà un mix di abitazioni residenziali, uffici, centri di ricerca e campus universitari.
Anche Pam ha dichiarato di aver scelto il capoluogo lombardo ma al momento non ha svelato la location precisa.

TuDay pioniere a Verona (VIDEO)

A fare da apripista nel nostro paese è stata la cooperativa Dao (associata a Cia-Conad), che, all’inizio di novembre, ha aperto TuDay nel centro di Verona. Lo store, che si sviluppa su una superficie di 200 mq, propone 2.800 referenze, di cui il 20% è costituito da prodotti freschi e freschissimi. Il target è duplice: da un lato ci sono gli abitanti della zona, che possono acquistare rapidamente ciò che manca (il latte fresco, il pane o la bottiglia di vino da portare a cena fuori), dall’altro lato vi sono i turisti, che possono trovare qui uno snack ma anche i prodotti tipici della tradizione italiana.

Un’esperienza frictionless

Questi punti vendita si basano su un’esperienza che, in gergo, viene definita frictionless, vale a dire fluida, senza ostacoli. In pratica il cliente entra, fa la spesa ed esce, senza passare i prodotti in cassa o da uno scanner. Lo scontrino compare direttamente sullo smartphone e il pagamento viene gestito in automatico da una app. A rilevare che cosa è stato acquistato ci pensa un sistema di telecamere, bilance e sensori, che tracciano ciò che si preleva dallo scaffale o, nel caso del fresco, si pesa sulla bilancia.

Niente attesa alle casse

Qual è il vantaggio per i consumatori? Sicuramente vi è un risparmio di tempo in quanto si evitano le code alle casse. Di fatto l’attesa alle casse – indipendentemente dal fatto che sia presente un operatore o siano automatiche – è mal tollerata dalla clientela.
Un’indagine realizzata dall’Università Bocconi con BF Partners su un campione di oltre 1.200 italiani, rappresentativo dei consumatori responsabili d’acquisto, ha evidenziato che, per un quarto degli intervistati, il tempo di attesa non dovrebbe mai superare i 3 minuti

Il target: uomo, vive in città, alto-spendente

Secondo lo studio, ad apprezzare gli store cashierless sono soprattutto uomini, dai 18 ai 54 anni, che vivono in centri urbani di medie e grandi dimensioni. Sono alto-spendenti (l’ammontare medio del loro scontrino è superiore del 15%-20% rispetto a quello di chi non è interessato al cashierless) ma anche infedeli in termini di tipologia di punto vendita (acquistano alcuni prodotti all’iper, altri al super, altri ancora nel negozio di vicinato). Poiché hanno – come prevedibile – una tolleranza alle code inferiore alla media, tendono a utilizzare, quando sono presenti, le soluzioni di check out rapido (self scanning, casse automatiche etc).

La privacy dei clienti

Ovviamente gli store senza casse hanno anche delle criticità. La più evidente riguarda la privacy, in quanto c’è il rischio che i clienti vengano “schedati” tramite riconoscimento facciale o del corpo. Va sottolineato che, per certi versi, si tratta di un “falso” problema in quanto l’utilizzo delle carte fedeltà permette già di tracciare che cosa e quando viene acquistato. Non solo: i sistemi di self scanning monitorano con precisione il processo, a partire dall’ordine con cui i prodotti sono messi nel carrello. Il personale: da cassieri ad addetti alla clientela L’altra criticità riguarda il personale. Non avere le casse significa non avere i cassieri e, dunque, ridurre il numero di risorse impiegate nel punto vendita. Tuttavia allo stato attuale – e finché il cashierless non sarà entrato nelle abitudini dei consumatori – è necessaria la presenza di addetti all’assistenza ai clienti. Figure che monitorino il percorso dei consumatori, lo supportino e intervengano quando utile o necessario. Insomma, i cassieri – almeno per un po’ – non scompariranno ma semplicemente cambieranno ruolo

Redazione Corriere
di Anna Zinola

 

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