La National Association of the Deaf fa causa al governo per discriminazione
di Sara Pierri
L’amministrazione Trump ha intrapreso un attacco sistematico ai diritti delle persone con disabilità eliminando gli interpreti ASL (Lingua dei Segni Americana) dalle conferenze stampa e dagli eventi pubblici ufficiali. A denunciarlo è la National Association of the Deaf (Associazione Nazionale Sordi), che ha intentato una causa contro la Casa Bianca per violazione della sezione 504 del Rehabilitation Act e del Primo Emendamento della Costituzione.
La retorica MAGA contro le persone con disabilità
L’attacco è partito poche settimane prima che Trump si insediasse alla Casa Bianca. Attivisti di estrema destra hanno pubblicamente attaccato gli interpreti ASL durante la conferenza stampa sugli incendi a Los Angeles: «gesticolatori umani selvaggi» per Christopher Rufo; la traduzione simultanea in lingua dei segni trasforma tutto in una farsa ed è «un’assurdità» secondo Richard Hanania. Contemporaneamente, Elon Musk invocava la fine del politicamente corretto e auspicava il ritorno di epiteti denigratori per indicare le persone con disabilità; una regressione culturale mascherata da libertà di espressione.
L’amministrazione non è nuova ai tagli delle tutele verso i gruppi marginalizzati, a partire dall’annullamento dei programmi DEI (Diversità, Equità, Inclusione) fino alla cancellazione della storia degli afroamericani dai programmi scolastici. Tutto sembra voler ricordare che per il presidente e i suoi sodali esiste solo un modo giusto di esistere.
La retorica MAGA sulla disabilità come difetto è tra le più pericolose, perché ricorda pratiche eugenetiche del secolo scorso e rischia di fornire una giustificazione morale ad abusi e violenze, incentivate da politiche pubbliche che riducono il valore delle persone con disabilità. La cancellazione dei diritti e delle tutele opera in sinergia con la retorica per scardinare una cultura della disabilità costruita in decenni di lotta e diffusione della conoscenza. Quando si deumanizza la persona è più facile far cadere i paletti normativi che ne garantiscono i diritti.
Eliminati gli interpreti ASL: La National Association of the Deaf denuncia la Casa Bianca
Prima è sparita la pagina “accessibilità” dal sito internet della Casa Bianca, poi sono spariti tutti i contenuti tradotti in lingua dei segni, infine tutti gli interpreti sono stati licenziati dalle agenzie federali e dalla sede del governo. La National Association of the Deaf ha provato a richiedere il reintegro dei servizi ma non ha ricevuto alcuna risposta o motivazione per i tagli. Ha quindi deciso di sporgere denuncia formale per violazione della sezione 504 del Rehabilitation Act e del Primo Emendamento della Costituzione.
Non è la prima volta che l’associazione si rivolge a un giudice federale per far rispettare la legge al presidente. Il precedente nel 2020, quando durante la pandemia COVID-19 Trump escluse gli interpreti ASL dalle comunicazioni sanitarie ufficiali. In seguito, l’amministrazione Biden non solo mantenne gli interpreti ASL, ma ne ampliò la presenza in tutte le principali comunicazioni pubbliche.
I portavoce dell’associazione chiariscono che i sottotitoli non sono sufficienti. La lingua ASL ha una grammatica e una struttura diverse dall’inglese scritto, e di conseguenza non tutte le persone sorde li capiscono. Gli interpreti ASL sono la soluzione più accessibile per garantire a tutti la piena partecipazione alla vita pubblica, così come richiesto dalla legge.
Il caso americano non riguarda solo gli Stati Uniti. Le politiche e la retorica dell’amministrazione Trump trovano eco anche altrove, ispirando movimenti reazionari anche in Europa e influenzando le agende di governi che già mostrano segni di disinvestimento nei confronti dei diritti delle persone con disabilità. Quando un paese con il peso simbolico e geopolitico degli USA decide di ridurre l’accessibilità e normalizzare un linguaggio denigratorio, l’effetto domino è concreto.
Per questo è importante osservare con attenzione ciò che sta accadendo oltreoceano: la cancellazione dei servizi, l’uso del disprezzo come strumento politico, la marginalizzazione attiva di gruppi già vulnerabili. Le conquiste in tema di disabilità non sono mai garantite una volta per tutte, e gli arretramenti possono essere rapidi. Difendere l’accessibilità oggi, anche fuori dai confini nazionali, significa proteggere la possibilità di un domani più giusto per tutte e tutti.