Abbraccio da record per una montagna accessibile

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Alla fine erano più di tremila. Tutti volti sorridenti che lasciavano intravedere una luce speciale negli occhi. Hanno indossato con orgoglio quella maglietta bianca e blu con la scritta “Cordata della Presolana”. Consapevoli che in quel giorno di festa si stava compiendo qualcosa di straordinario.

10 LUGLIO 2017 | di

Insieme hanno abbracciato la montagna, letteralmente. Non l’hanno fatto solo per conquistare un record (raggiunto e certificato dalla giudice Lucia Simigagliesi come guinness mondiale), ma per abbattere un’altra barriera e rendere finalmente accessibile il rifugio Baita Cassinelli.

La montagna è inclusiva. È per tutti, nessuno escluso. Ma occorre essere attenti. Uno sguardo consapevole al meteo, l’attrezzatura giusta, l’analisi dei percorsi, il rispetto per l’ambiente e per i compagni di viaggio che non hanno il nostro stesso passo. Sono tante le raccomandazioni da tener presente prima di avventurarsi in una gita in montagna. Ma c’è qualcosa che, al di là della preparazione e delle buone intenzioni, può escludere a prescindere: l’accessibilità.

Eppure lo scorso fine settimana, sulla Presolana, c’erano ragazzi ciechi o affetti dal morbo di Parkinson. Erano tra quei tremila che si sono uniti nella cordata più grande mai realizzata al mondo. A guardarli, non si notavano differenze. Semplicemente perché lì, in quota, quel giorno erano davvero tutti uguali. Tutti uniti dalla passione per la natura e per quella cima che, di diritto, è chiamata la Regina delle Orobie.

Quel monte l’hanno cinto con una grande e unico abbraccio lungo una ventina di chilometri. Ventimila metri di solidarietà tenuti insieme dal quel filo rosso che stavolta si stringe tra le mani. Perché è un simbolo concreto di ciò che è possibile realizzare grazie al sostegno condiviso. Se un obiettivo diventa comune, allora tutto è possibile.

 

E l’obiettivo, sulla Presolana, è stato raggiunto. Alla fine il guinness è solo un pretesto. D’accordo, entrare a far parte del librone dei record per molti è già una soddisfazione. Ma ciò che più conta è che il rifugio Baita Cassinelli – che non sarà il solo – diventerà presto accessibile anche per i disabili e per le persone con ridotte capacità motorie. Il progetto sociale, che fa parte del più ampio programma “Montagne per tutti”, per essere attuato aveva bisogno di 25mila euro. Una cifra che è stata raggiunta e superata proprio in questi giorni grazie anche al contributo di Anmic (associazione nazionale mutilati e invalidi civili), Fondazione Credito Bergamasco, Imetec e Rulmeca. Un’iniziativa che punta alla riqualificazione della malga e alla piena accessibilità dei rifugi, proprio a partire da quello di Baita Cassinelli. L’idea è nata e promossa dall’Unione bergamasca sezioni e sottosezioni del Cai, dalla VI Delegazione Orobica del Soccorso alpino e speleologico, dalla sezione di Bergamo dell’Associazione nazionale alpini e dalla Provincia di Bergamo. L’esempio, per tutti, arriva dal rifugio Alpe Corte, il primo in Italia senza barrire (e senza frontiere).

«Siamo stati molto felici di aver preso parte a questa giornata. Resterà indelebile nel nostro cuore» hanno scritto, emozionatissimi, Gianluigi Bergamelli ed Elisabetta Maio, coppia di bergamaschi sordomuti e soci dell’Ente nazionale sordi. «Eravamo a più di duemila metri col nostro cane Aylen e con Luisa, accompagnatrice di escursionismo. Lei è una vera “alpina”. Ci ha tradotto per tutto il tempo in Lis, con il linguaggio dei segni, ciò che stava accadendo. Comprese le comunicazioni radio e i cori».

E così la giornata si è conclusa con il riconoscimento ufficiale del record. Anche se, a ben guardare, questa montagna inclusiva ha rappresentato il contesto e la scenografia naturale anche per ben altre storie felici. Come quella di Marco e Alice. Sono solo due dei tremila partecipanti. Ma lui, dopo il grande abbraccio, si è messo in ginocchio proponendo alla fidanzata di sposarlo. Nel bacio che è seguito trovano perfetta sintesi l’amore e la passione che in montagna, si sa, diventa bene comune. Sono questi i sentimenti e i luoghi che vogliamo difendere e preservare, concedendogli spazio, tempo e opportunità.

Per informazioni: http://cordatadellapresolana.orobie.it

 

http://buonenotizie.corriere.it

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