Musei Capitolini. La Spina. Dall’agro Vaticano a via della Conciliazione

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Gaspar van Wittel (1653-1736) Veduta di Tor di Nona Tempera su pergamena 1682-1688 Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina (inv. PC 74)
Gaspar van Wittel (1653-1736) Veduta di Tor di Nona Tempera su pergamena 1682-1688 Roma, Musei Capitolini, Pinacoteca Capitolina (inv. PC 74)

Una esposizione suddivisa in tre sezioni ricche di sculture, affreschi, disegni, dipinti e cartografie che racconta le trasformazioni avvenute nel corso del tempo dei luoghi che conducono alla Basilica di San Pietro
 

ROMA – La Spina. Dall’agro Vaticano a via della Conciliazione è la mostra ospitata dai Musei Capitolini, dal 22 luglio al 20 novembre 2016, che propone un viaggio a ritroso nel tempo nei luoghi che conducono alla Basilica di San Pietro, raccontandone le profonde trasformazioni dall’antichità fino al Giubileo del 1950, anno in cui ne venne completato l’arredo urbano.
Filo conduttore dell’esposizione è appunto “la Spina” nel doppio significato di toponimo derivante dalla forma allungata dell’isolato rinascimentale, oggi scomparso, e di “corpo estraneo” che, con le demolizioni, di fatto è stato estratto dal tessuto connettivo della città.
La demolizione della Spina dei Borghi e l’apertura di via della Conciliazione fu giustificato dalla volontà di modificare la visuale del Vaticano anche sotto il profilo simbolico, materializzarono la fine del dissidio tra Stato e Chiesa grazie ai Patti Lateranensi.
La mostra è introdotta da una videoinstallazione curata dall’Istituto LUCE (regia R. Sejko) e da una prima localizzazione topografica dei luoghi al centro dell’esposizione.

Tre sono le sezioni che scandiscono il percorso espositivo: Prima della Spina; La Spina dei Borghi; Cavare la “spina” a San Pietro.

PRIMA DELLA SPINA
In questa sezione, tramite sculture, affreschi, disegni, dipinti e cartografie si racconta come questo territorio passò dall’essere marginale e inospitale ad esercitare una forte attrazione urbanistica su Roma divenendone parte integrante, a partire dalla prima età imperiale. Dopo alcuni interventi di bonifica, qui vendere realizzate le vile di Agrippina e Domizia.
Il termine “Vaticano”, oggi riconducibile a San Pietro e al cristianesimo, in età imperiale ebbe una valenza fortemente pagana: quest’area infatti ospitò un luogo di culto dedicato alla dea Cibele – chiamato appunto Vaticanum – frequentato ancora fin quasi alla fine del IV sec. d.C., in compresenza e forse in contrapposizione al cristianesimo.
Nel corso dell’alto medioevo, intorno alla Basilica si sviluppò una vera e propria area sacra con monasteri, diaconie, chiese: burgs era il termine con cui i pellegrini germanici definivano l’agglomerato da cui “Borgo”. A partire dal pontificato di Leone IV, alla metà del IX secolo, l’area venne cinta di mura divenendo una vera e propria cittadella fortificata.
In questa sezione saranno esposti, tra gli altri: sculture dagli horti imperiali e dalle residenze suburbane, un sarcofago, are funerarie, una base di candelabro, un’ara di Vicomagistri; Ara di Vettio Agorio Pretestato e un’ara taurobolica; cartografie storiche, dipinti con vedute delle mura)

LA SPINA DEI BORGHI
Questa sezione conduce il visitatore attraverso Borgo Vecchio, piazza Scossacavalli, Piazza Rusticucci, Borgo Nuovo e Piazza Pia. Testimonianze materiali del passato sopravvissute alle demolizioni, insieme a dipinti, stampe, fotografie, uno stereoscopio ed un plastico in gesso sono esposti rispettando la successione topografica dei luoghi e rievocandone, così, la fisicità.
L’isolato stretto e allungato – da cui il nome “Spina” – compreso tra lo spiazzo antistante Castel Sant’Angelo e quello di fronte alla Basilica di San Pietro, “nasce” e “muore” a seguito di demolizioni: le prime per aprire via Alessandrina (poi Borgo Nuovo) nel 1499, le ultime per realizzare via della Conciliazione (1936-1937). Il Borgo, nato come nucleo fortificato a difesa della Basilica, durante il rinascimento si trasformò in un complesso di palazzi di alti prelati e addetti alla Curia, sede del potere pontificio.
Con la realizzazione, nel 1657, del colonnato di Gian Lorenzo Bernini la questione del raccordo tra il complesso basilicale e la Spina si pose in termini nuovi senza, però, dar luogo ad azioni concrete. L’ultimo intervento urbanistico che modificò la fisionomia di Borgo fu, infatti, la sistemazione di piazza Pia “avanti Castello” (Castel Sant’Angelo) nel 1852 ad opera dell’arch. Luigi Poletti.
In questa sezione saranno esposti, tra gli altri: Affreschi staccati ed elementi architettonici dalle chiese e dai palazzi di Borgo, mai esposti prima; sculture dalla collezione del Cardinale Federico Cesi, dipinti di H. van Cleef, G. van Wittel, I. Caffi, E. Roesler Franz, T. Tommasini, G. Fammilume, stampe e disegni G. Vasi, G.B. Falda, fotografie di R. Moscioni, U. Sciamanna, un plastico in gesso della Spina dei Borghi realizzato per M. Piacentini e A. Spaccarelli dalla ditta Bucci per lo studio dell’area di intervento, mai esposto prima.

CAVARE LA “SPINA” A SAN PIETRO
La terza sezione che illustra l’aspetto del Borgo tra fine ‘800 e i primi decenni del ‘900, è arricchita da una intervista di Alberto Sordi che racconta la meraviglia di giungere a San Pietro dalle stradine di Borgo come allo schiudersi di un sipario.
Quella dell’accesso a San Pietro è stata una questione secolare, discussa a più riprese; dopo il progetto berniniano del terzo braccio del colonnato, si susseguirono diversi progetti ma nessuno fu mai realizzato.
Con l’approvazione del progetto da parte di Mussolini e di papa Pio XI, si da avvio alle demolizioni: in un solo anno, dal 29 ottobre 1936 all’8 ottobre 1937 si distrugge l’isolato compreso tra Borgo Vecchio e Borgo Nuovo.
La ‘spina’ è cavata, una ferita è sanata ma un’altra è stata aperta per aver cancellato, con questo intervento, quello che Leonardo Benevolo definiva il carattere di Roma moderna ovvero “il contrasto permanente tra tono aulico e tono popolare” e la “coesistenza della scala monumentale con la scala quotidiana”.
In questa sezione saranno esposti, tra gli altri:: fotografie e foto aeree; stereoscopio; video intervista a Sordi; progetti di Cosimo Morelli; contratto sottoscritto tra il Re e i progettisti M. Piacentini e A. Spaccarelli il 1 ottobre 1937 per via della Conciliazione dall’Archivio Capitolino; fotomontaggi del plastico del Nobile Interrompimento progettato da Piacentini e Spaccarelli.

La mostra, a cura di Laura Petacco e Claudio Parisi Presicce, è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura.

La Spina. Dall’Agro Vaticano a Via della Conciliazione
Musei Capitolini
Piazza del Campidoglio, Roma
22 luglio – 20 novembre 2016
Orari:
Tutti i giorni 9.30 – 19.30.
La biglietteria chiude un’ora prima
Biglietti
€ 15.00 biglietto integrato Mostra + Museo intero, comprensivo della tasse del turismo di € 1.00 per i non residenti a Roma;
€ 13.00 biglietto integrato Mostra + Museo ridotto, comprensivo della tasse del turismo di € 1.00 per i non residenti a Roma;
€ 2,00 sul biglietto gratuito, ad esclusione dei biglietti per scuole elementari e medie inferiori, bambini da 0 a 6 anni e portatori di handicap
Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00)
www.museicapitolini.org; www.museiincomune.it

http://www.artemagazine.it/

 

 

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