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In Francia è in corso una grossa operazione contro l’immigrazione irregolare

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(AP Photo/Mark Baker, File)

Mercoledì in Francia è stata avviata una grossa operazione di polizia contro i migranti irregolari, che proseguirà almeno fino a giovedì: il ministro dell’Interno Bruno Retailleau ha detto che in 48 ore verranno dispiegati 4mila tra agenti della gendarmerie (un corpo paragonabile ai nostri carabinieri), della polizia, delle guardie di frontiera e delle forze speciali antiterrorismo. I controlli si concentreranno soprattutto nelle stazioni di treni e autobus, e sui mezzi che viaggiano tra i paesi di confine e le principali città francesi. Retailleau ha annunciato anche un rafforzamento generale dei controlli alle frontiere.

Il ministro, che dal maggio di quest’anno è anche il leader dei Repubblicani, lo storico partito della destra in Francia, è noto per le sue posizioni molto dure sull’immigrazione: è considerato uno dei più estremisti del nuovo governo, e spesso ha espresso posizioni xenofobe e radicali. Alla fine dell’anno scorso aveva avviato l’iter per una nuova riforma sulla questione, ancora più restrittiva della precedente, già considerata molto di destra e criticata dalle opposizioni. A gennaio di quest’anno aveva anche inviato una circolare ai prefetti, invitandoli a inasprire ulteriormente i criteri per l’emissione dei permessi di soggiorno eccezionali, quelli garantiti per motivi familiari o professionali.

Redazione il Post

Al governo il regolamento europeo sui rimpatri non piace più

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Giorgia Meloni e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi durante il summit Italia-Grecia a Villa Pamphili, a Roma, il 12 maggio 2025 (RICCARDO ANTIMIANI/ANSA)

Dopo averlo rivendicato come un proprio successo, ora Fratelli d’Italia e il ministero dell’Interno chiedono di cambiarlo, tra molte contraddizioni

di Valerio Valentini

Martedì la commissione parlamentare Politiche dell’Unione Europea del Senato ha discusso la nuova proposta di regolamento europeo sui rimpatri. Quando la commissione, lo scorso marzo, aveva presentato questo piano, Fratelli d’Italia lo aveva accolto con toni trionfalistici, e la stessa Giorgia Meloni lo ha poi più volte descritto come un successo del suo governo.

Ci si attendeva dunque che anche in parlamento venisse confermato questo apprezzamento. Invece Marco Scurria, il senatore di Fratelli d’Italia a cui era stato assegnato il compito di fare da relatore sul tema, nel suo intervento ha fatto diverse critiche al regolamento europeo, ripetendo in sostanza quelle indicate in un rapporto di 50 pagine elaborato dal ministero dell’Interno, e che era rimasto finora riservato. Scurria ha così ottenuto dal presidente della commissione, Giulio Terzi di Sant’Agata, pure lui di Fratelli d’Italia, che il seguito della discussione venisse rinviato alla prossima settimana.

La richiesta di maggiori approfondimenti su un atto della Commissione Europea sottoposto al parere dei parlamenti nazionali non è di per sé un fatto rilevante. Lo è però, in questo caso, per due motivi: innanzitutto perché finora proprio le politiche migratorie, e la scelta della presidente della Commissione Ursula von der Leyen di rendere più severe alcune procedure di accoglienza e rimpatri, erano state il tema su cui Meloni aveva rivendicato il suo maggior successo in ambito europeo; e poi perché la scorsa settimana alla Camera la maggioranza aveva dato parere favorevole alla nuova proposta di regolamento, quando era stata discussa nella commissione analoga. C’è dunque una contraddizione difficile da spiegare.

«Io, nel mio intervento, mi sono attenuto a una relazione fatta dal governo, che esprime appunto, pur nel complesso di un generale apprezzamento per l’inasprimento delle norme europee, alcune critiche», spiega Scurria. «L’incongruenza col parere espresso dalla Camera è un tema su cui ci confronteremo coi nostri colleghi deputati, ma ha a che vedere purtroppo con uno strambo funzionamento del nostro parlamento per cui, quando le due camere sono chiamate a esprimere pareri su analoghe disposizioni europee, non si consultano preventivamente per coordinarsi tra loro».

Il regolamento in questione era stato presentato dalla Commissione Europea l’11 marzo: introduce, tra le altre cose, delle misure per facilitare il rimpatrio di migranti irregolari, rendendo più omogenee le procedure tra i vari Stati membri, e consentendo per esempio che un paese possa eseguire immediatamente un provvedimento di espulsione nei confronti di una persona anche quando il provvedimento è stato emanato da un altro paese dell’Unione. Inoltre, il regolamento prevede la possibilità di trasferire i migranti in attesa di espulsione fuori dal territorio dell’Unione Europea. Nel complesso il regolamento accoglieva, in modo più o meno diretto, molte delle istanze dei governi e dei partiti di destra e di estrema destra.

Proprio per questo,vari dirigenti di Fratelli d’Italia avevano esultato: dall’europarlamentare Alessandro Ciriani, fratello del ministro Luca, al senatore Marco Lisei; dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli al viceministro della Giustizia Andrea Delmastro. La stessa Meloni, durante il Consiglio Europeo del 20 e 21 marzo che esaminò il regolamento, disse che si trattava di «un documento che abbiamo sostenuto e che sosteniamo con forza».

Come sempre succede in questi casi, la proposta di regolamento della Commissione viene inviata al parlamento e al Consiglio Europeo: e questa procedura prevede un giudizio preliminare dei vari parlamenti nazionali, che hanno 8 settimane di tempo, cioè fino al 27 giugno, per esprimere eventuali obiezioni di merito e di metodo. In particolare, i parlamenti nazionali sono chiamati a valutare se il nuovo regolamento rispetti i principi di sussidiarietà e di proporzionalità: cioè, in sintesi, se effettivamente l’intervento dell’Unione Europea nel disciplinare materie su cui non ha una competenza esclusiva comporti una maggiore efficienza a livello europeo e introduca delle regole che siano un compromesso coerente ed equo per tutti gli Stati membri.

Nessuno dei parlamenti che hanno finora esaminato la proposta ha espresso pareri contrari. Se dunque la settimana prossima il Senato voterà, come anche lo stesso Scurria ritiene scontato, accogliendo le riserve del ministero dell’Interno, quello italiano sarà il primo parlamento a fare obiezioni. La Commissione, a quel punto, esaminerà il parere del Senato e potrà rispondere o spiegando il motivo per cui non accoglie quelle richieste di modifica, oppure – cosa assai rara – decidendo di riformare la proposta di regolamento.

Nel merito, le obiezioni di Fratelli d’Italia riguardano il fatto che l’armonizzazione dei regolamenti sui rimpatri a livello europeo comporterebbe, per l’Italia, un «aggravio procedurale tale da compromettere l’obiettivo stesso del regolamento, ossia il miglioramento dell’efficienza del sistema dei rimpatri». In sostanza, per il governo il problema è questo: le nuove norme europee, seppure nel complesso più restrittive di quelle attuali, imporrebbero però all’Italia di seguire procedure più lunghe e più complesse di quelle attualmente in uso.

Per esempio, sul mutuo riconoscimento delle decisioni di rimpatrio. Se oggi un migrante riceve un decreto di espulsione in Italia, una volta che riuscisse ad andare in Francia, quel provvedimento sarebbe non più valido, e la Francia dovrebbe iniziare da capo le procedure per verificare l’effettivo diritto di quella persona a restare sul proprio territorio, e poi nel caso per emettere un nuovo decreto di espulsione.

Il nuovo regolamento risolve questo problema: il provvedimento di espulsione emesso da un qualsiasi Stato membro è valido ed eseguibile ovunque nel territorio europeo. Per il governo italiano, però, ciò limiterebbe «la discrezionalità dello Stato membro per quanto riguarda, per esempio, la durata del divieto di reingresso». Ovvero: l’Italia dovrebbe eseguire un provvedimento fatto da altri paesi europei che impedisce al migrante irregolare di tornare in Europa, e dunque anche in Italia, dopo un periodo che il governo italiano potrebbe ritenere troppo breve.

Il senatore di Fratelli d’Italia Marco Scurria durante un convegno a Roma, il 15 dicembre 2022 (Roberto Monaldo/LaPresse)

Un altro punto del regolamento contestato dal governo italiano ha a che fare con l’introduzione dell’obbligo di attendere fino a 14 giorni prima di eseguire il rimpatrio: un periodo ritenuto troppo lungo. Inoltre, il governo si oppone all’obbligo di creare strutture di assistenza e di consulenza per fornire ai cittadini di paesi terzi informazioni e orientamenti sulle diverse possibili procedure di rimpatrio: «tale obbligo, pur ispirato a finalità positive», secondo la relazione di Scurria potrebbe «comportare oneri organizzativi e amministrativi significativi».

Per questi e altri motivi, dunque, il governo giudica che il regolamento, così com’è scritto, presenti «aspetti che suscitano preoccupazione», e che «non possa ritenersi soddisfatto il principio di proporzionalità». Pertanto chiede alla Commissione di cambiare alcune parti del testo. Per Scurria, però, questo giudizio in buona sostanza negativo non contraddice la soddisfazione con cui il governo aveva inizialmente accolto la proposta della Commissione. «Un cambio di approccio c’è, in Europa, da quando l’Italia con Meloni ha preso l’iniziativa sul tema migratorio, e questo non può che renderci orgogliosi e contenti. Ma proprio perché il momento è propizio per una svolta rispetto al precedente atteggiamento dell’Unione, noi riteniamo che si debba sfruttare questa circostanza per chiedere modifiche più stringenti e più efficaci».

Lunedì la commissione Politiche dell’Unione Europea del Senato tornerà a discutere il testo: il voto, previsto per mercoledì 25 e dunque due giorni prima della scadenza prevista, recepirà verosimilmente le indicazioni del governo e dunque, conferma Scurria, determinerà un parere contrario del Senato.

Redazione il Post

In Iran internet è praticamente inaccessibile

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Teheran, 18 giugno 2025 (AP Photo/Vahid Salemi)

Non per gli attacchi israeliani ma per decisione del regime: e quindi milioni di persone sotto i bombardamenti non riescono a comunicare

Da mercoledì pomeriggio in Iran internet è diventato praticamente inaccessibile. Non sembra essere un problema di connessione dovuto ai bombardamenti israeliani, ma il risultato di una decisione del regime iraniano. Da giorni le autorità iraniane avevano iniziato a limitare parecchio l’accesso a internet, citando la necessità di evitare attacchi informatici israeliani dopo che un gruppo di hacker ritenuto vicino a Israele aveva causato problemi alla principale banca iraniana, mettendo fuori uso il sito e gli sportelli bancari. È probabile però che il regime voglia anche evitare che vengano diffuse informazioni sui danni dei bombardamenti israeliani in corso.

I problemi nell’accesso a internet erano cominciati con l’inizio della guerra, lo scorso venerdì, e sono peggiorati nei giorni successivi. Martedì sera la larghezza di banda (cioè la quantità di informazioni che può passare da una connessione internet in un certo tempo, e quindi la sua velocità) era stata ridotta dell’80 per cento, per essere azzerata nelle ore successive e sostituita con una rete intranet statale: è cioè permesso visitare solo alcuni siti approvati e considerati sicuri dal governo.

Il grafico realizzato dal Georgia Institute of Technology che mostra il crollo delle connessioni internet in Iran

Al momento né i social media né le principali app di messaggistica sono facilmente accessibili in Iran: nel paese molte erano già bloccate prima dell’inizio della guerra, ma molti iraniani riuscivano a utilizzarle tramite VPN, il servizio che permette di nascondere l’indirizzo IP e quindi la posizione da cui ci si connette, aggirando i blocchi. Ora anche questi sistemi sono sostanzialmente inutili.

La quasi totale assenza di internet rende molto più complesse le comunicazioni. Impedisce anche agli iraniani di ricevere gli avvisi con gli ordini di evacuazione che l’esercito israeliano diffonde sui social, esponendoli a ulteriori rischi. Inoltre diversi siti di informazione iraniani non sono più aggiornati.

Sabato scorso Elon Musk aveva detto di aver riattivato il sistema di connessione internet satellitare Starlink: anche se è formalmente vietato in Iran, si stima che nel paese ci siano diverse migliaia di terminali (cioè l’apparecchiatura necessaria a connettersi al servizio) importati illegalmente. Sia i terminali che l’uso del servizio è però molto costoso e accessibile a pochi.

Non è la prima volta che il regime iraniano interviene sulla connessione internet. Era accaduto nel 2022, durante le proteste per la morte dell’attivista Masha Amini, e prima ancora nel 2019, sempre per limitare le proteste in quel caso dovute all’aumento del prezzo del carburante. Secondo l’organizzazione non governativa Freedom House, l’Iran è il terzo paese al mondo per repressione dell’uso di internet, dopo il Myanmar e la Cina.

Redazione Il Post

Il Consiglio accoglie con favore la celebrazione della Giornata internazionale dei sordi ciechi

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L’Assemblea generale ha ospitato oggi la celebrazione della Giornata internazionale delle persone sordocieve. Il presidente del Parlamento asturiano, Juan Cofiño, nella presentazione del testo ha messo in risalto la necessità di una politica dei sordi e dei non sordi.

Il 27 giugno si terrà la Giornata internazionale della sordocievità. In Spagna ci sono 9.000 persone sorde cieche. La Fondazione ONCE si dedica all’aiuto alle persone con disabilità. La Giornata internazionale dei sordi e dei non vedenti è stata celebrata con la consegna di un buono commemorativo al presidente del Consiglio.

Il 26 giugno saranno emessi in Spagna cinque milioni di buoni commemorativi.

Redazione ESG Data
fonte: www.jgpa.es

 

Pisa, messa di San Ranieri accessibile ai sordi: traduzione in LiS per la prima volta

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Nuovo passo nel percorso verso l’accoglienza: la funzione di domani (17 giugno) sarà tradotta grazie alla collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi

PISA – A Pisa si compie un importante passo verso l’inclusione e l’accessibilità: per la prima volta, la celebrazione solenne in onore di San Ranieri, patrono della città, sarà accessibile anche alle persone sorde. La Messa, in programma domani (17 giugno) alle 11 nella cattedrale di Piazza dei Miracoli, sarà infatti tradotta in Lingua dei segni italiana (Lis) grazie alla presenza di un interprete. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra l’Opera della Primaziale Pisana, il Capitolo Metropolitano e l’Ente Nazionale Sordi – sezione di Pisa – e consentirà una partecipazione piena alla liturgia, compresa l’omelia dell’arcivescovo Saverio Cannistrà.

Questo traguardo non è pensato come un episodio isolato, ma come parte di un impegno continuativo: l’interprete Lis sarà presente anche in occasione delle principali solennità religiose dell’anno liturgico, come Natale, Pasqua e la festa dell’Assunta. Si tratta di un passo all’interno di un più ampio percorso intrapreso negli ultimi due anni dall’Opera della Primaziale Pisana, che ha avviato una serie di interventi concreti per rendere la visita alla Piazza dei Miracoli sempre più inclusiva e accogliente.

Nel contesto di questa visione, l’accessibilità viene affrontata in modo articolato e trasversale: dall’aggiornamento costante del Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, all’introduzione delle Carte dei Servizi, pensate per rispondere alle esigenze di persone con disabilità cognitive, sensoriali o motorie, fino alla disponibilità di strumenti pratici come sedie a ruote, sensory bag e materiali didattici inclusivi. Le Carte dei Servizi, in particolare, sono pensate per guidare i visitatori con bisogni speciali, offrendo informazioni chiare su percorsi, ausili, accessibilità e interpretariato, e sono disponibili anche in formato digitale accessibile.

Un’attenzione speciale è riservata ai bambini nello spettro autistico, con la possibilità di richiedere gratuitamente una sensory bag contenente oggetti utili alla gestione della stimolazione sensoriale, come cappellini, occhiali da sole, giochi antistress e guide in Comunicazione Aumentativa e Alternativa. Per i visitatori più sensibili all’ambiente, è stata inoltre realizzata una mappa sensoriale della piazza e dei suoi monumenti, che descrive parametri come affollamento, luminosità e rumorosità. Infine, una collana di video in Lis con sottotitoli permette di scoprire in autonomia e senza barriere tutti i tesori storici e artistici del complesso monumentale.

Per Andrea Maestrelli, presidente dell’Opera della Primaziale Pisana, questa prima celebrazione con traduzione Lis rappresenta un segnale tangibile dell’impegno portato avanti. “Per noi, l’inclusione va oltre la teoria. Richiede azioni tangibili e misurabili. È la nostra profonda convinzione che a ogni persona debba essere garantito un accesso completo alla ricchezza spirituale e culturale che questi spazi offrono”.

L’obiettivo, dunque, è chiaro: superare ogni barriera – fisica, comunicativa o percettiva – affinché la Piazza dei Miracoli possa essere davvero patrimonio di tutti, in un dialogo costante tra bellezza, fede e dignità. Per ulteriori dettagli sui servizi disponibili, è possibile consultare il sito ufficiale opapisa.it o contattare direttamente l’Ufficio Stampa dell’Opera.

Redazione Corriere Toscano

Termoli, al via primo viaggio del centro storico per persone sorde

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TERMOLI, 13 GIU – Primo tour del borgo antico di Termoli dedicato alle persone sorde. Prenderà il via nel fine settimana e a organizzarlo è l’Associazione “Turismol” in collaborazione con il Sae112, la Cooperativa Sociale “Segni di Integrazione Abruzzo, Ens (Ente Nazionale Sordi) sezione provinciale di Campobasso, con il patrocinio del Comune di Termoli.

Storia di YM8-SAS

L’iniziativa rientra nell’ambito del progetto di turismo accessibile dal titolo “Nel Segno della Bellezza”, presentato alo scorso anno.

“L’obiettivo è superare ogni barriera o discriminazione nella fruizione del patrimonio artistico, storico e culturale della nostra città – dichiarano dalla Turismol – per questo si offrirà ai visitatori sordi la possibilità di conoscere Termoli e il suo borgo nella Lingua dei Segni italiana (Lis). A supportarli, l’interprete molisano autorizzato Marco Marchitto che sarà presente durante tutto il percorso turistico.

Termoli, al via primo tour del centro storico per persone sorde© ANSA

Allo studio anche itinerari turistici per ipovedenti, non vedenti e per chi è in carrozzina

Primo itinerario dalla Torretta Belvedere, ingresso del centro storico della città, sabato 14 giugno, dalle ore 17.30. Gli interessati potranno contattare l’Associazione Turismol. Il tour è totalmente gratuito. (ANSA).

Redazione MSN IT

Stefania Pedroni è la nuova presidente nazionale dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare

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Padova, 16 giugno 2022Stefania Pedroni è la nuova presidente nazionale dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, la prima donna a guidare l’associazione dal 1961

È stata eletta oggi, 16 giugno 2025, durante la prima riunione della nuova Direzione Nazionale UILDM.
Pedroni avrà al proprio fianco Antonella Vigna, come vice presidente nazionale. Michele Adamo è stato riconfermato nel ruolo di segretario nazionale, mentre Michela Grande è la nuova tesoriera nazionale.
I consiglieri Maurizio Conte, Simone Giangiacomi, Anna Mannara, Marco Rasconi e Massimiliano Venturi completano una squadra di lavoro che porterà avanti l’impegno di UILDM per i diritti delle persone con disabilità e la piena inclusione fino al 2028.

«La rivoluzione scientifica in atto nell’ambito delle malattie neuromuscolari ci impone di essere pronti ad accogliere i cambiamenti nella cura e a tutelare i nuovi diritti che nascono nella società del 2025. È un lavoro che possiamo fare, come squadra della Direzione nazionale, insieme alle nostre Sezioni e ai nostri soci. È importante esserci prima di tutto sul territorio, per continuare a dare risposte, partendo dai bisogni delle famiglie e offrendo prospettive concrete alle persone con disabilità; altra nostra priorità sarà continuare a partecipare ai tavoli di lavoro, in dialogo con le Istituzioni e con le altre realtà associative», dichiara Stefania Pedroni.

Biografia di Stefania Pedroni

Nata a Vignola (Mo) il 14.07.1976, Stefania Pedroni dal 2016 è membro della Direzione nazionale UILDM, e dal 2017 al 2025 ha ricoperto il ruolo di vice presidente nazionale.

In precedenza, dal 2013 al 2016, è stata vice presidente della Sezione UILDM di Modena.

Psicologa con specializzazione in psicoterapia cognitivo-comportamentale, dal 2014 ha svolto la libera professione in studio privato a Zocca (Mo), proponendo colloqui individuali di valutazione, consulenza e supporto psicologico indirizzati ad adulti, adolescenti, bambini e genitori. Ha collaborato inoltre alla realizzazione e agli sviluppi di progetti per scuole ed enti.

Attualmente lavora come psicologa presso il Centro Clinico NeMO (NEuroMuscular Omnicentre) di Milano, città in cui si è trasferita nel 2018.

Nel corso degli anni ha partecipato come relatrice/conduttrice a numerosi incontri formativi e ha perfezionato la sua formazione seguendo corsi, seminari, convegni, conferenze, workshop in tutta Italia. Appassionata di cinema, teatro, lettura.

 

UILDM nasce nel 1961 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità, attraverso l’abbattimento di ogni tipo di barriera, e sostenere la ricerca scientifica e l’informazione sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari. Ha una presenza capillare sul territorio grazie alle 65 Sezioni locali, i 3.000 volontari e i 9.000 soci, che sono punto di riferimento per circa 30.000 persone. UILDM svolge un importante lavoro in ambito sociale e di assistenza medico-riabilitativa ad ampio raggio, gestendo anche centri ambulatoriali di riabilitazione, prevenzione e ricerca, in stretta collaborazione con le strutture universitarie e socio-sanitarie.

UILDM_Stefania Pedroni è la nuova presidente nazionale

Ufficio stampa UILDM
Alessandra Piva e Chiara Santato
uildmcomunicazione@uildm.it
049/8021001 int. 2

 

Infomobilità e inclusione sociale nel TPL, Tper Bologna: nuovi monitor per passeggeri sordi

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Una protesta dei tassisti in piazza Maggiore a Bologna, a marzo del 2023 (Guido Calamosca/LaPresse)

Tper mira a un TPL sempre più verde e inclusivo: l’iniziativa rappresenta un nuovo passo in avanti della Regione in materia di innovazione tecnologica applicata all’infomobilità inclusiva.

di Sandra Dalia
Redazione Trasporti Italia

Le aziende di Trasporto Pubblico Locale (TPL) sono costantemente alla ricerca di soluzioni innovative per migliorare l’esperienza utente e l’accessibilità dei propri servizi.

BolognaTrasporto Passeggeri Emilia Romagna (Tper) ha avviato un progetto finalizzato a potenziare la comunicazione a bordo dei propri autobus, un’iniziativa che coniuga l’innovazione tecnologica con l’inclusione sociale.

Frutto della collaborazione tra Tper e il Coordinamento Fiadda Emilia-Romagna, un’associazione no-profit che tutela i diritti delle persone sorde e delle loro famiglie, l’iniziativa prevede l’introduzione di monitor informativi sui mezzi pubblici appositamente progettati per semplificare le comunicazioni di servizio alla comunità sorda.

Questa opportunità rappresenta un nuovo passo significativo della Regione in materia di innovazione tecnologica applicata all’infomobilità inclusiva. Di più, l’installazione di questi monitor speciali a bordo di autobus 100% elettrici evidenzia anche la possibilità di raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del TPL, senza tralasciare le altre dimensioni della sostenibilità (in particolare quella relativa alla sfera sociale).

Il progetto di inclusione sociale per il TPL di Bologna

Per l’iniziativa, Fiadda ha fornito 24 schermi, installati su bus completamente elettrici grazie a un finanziamento a valere sul Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, gestito dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, Ministro per le disabilità.

L’innovazione tecnologica al servizio dell’infomobilità inclusiva

Questi dispositivi hanno l’obiettivo di affiancare il sistema di annunci fonici attualmente in uso, sia interni che esterni ai mezzi pubblici, offrendo un canale di comunicazione complementare di natura visiva alle persone non udenti.

Questo è possibile grazie a un’interfaccia software dedicata, sviluppata da Tper, che interagisce con i sistemi di bordo degli autobus.

Come funzionano i nuovi monitor per i passeggeri Tper

Questa tecnologia permette ai monitor di visualizzare in tempo reale informazioni cruciali per i passeggeri, come ad esempio l’indicazione della prossima fermata. Il sistema mostrerà inoltre le altre linee di autobus che effettuano fermata nello stesso punto, facilitando così l’utilizzo della rete di collegamenti tipica del trasporto pubblico.

A riguardo, è prevista anche una futura evoluzione del software, che potrebbe includere dati in tempo reale sugli autobus in arrivo, fornendo dettagli ancora più precisi per gli spostamenti.

Un’iniziativa a sostegno di tutti i passeggeri

L’iniziativa è stata principalmente pensata per offrire un supporto alle persone sorde, che non possono beneficiare degli annunci vocali.

Ciononostante, in linea con la filosofia di Fiadda, che promuove soluzioni di accessibilità estese a tutti, il sistema si rivela utile per tutti i passeggeri di Tper, in particolare per gli anziani, che sempre più spesso presentano difficoltà uditive.

I test e l’installazione su 24 autobus elettrici

Dopo una fase di collaudo, l’installazione dei monitor di infomobilità è progredita su 24 autobus urbani; tutti mezzi da 18 metri e 100% elettrici.

In particolare, la Linea 21 è stata designata come il primo percorso di test per questo nuovo servizio.

Se l’esercizio operativo in linea confermerà le valutazioni positive, Tper valuterà l’integrazione di questi monitor come dotazione standard su tutti i nuovi autobus che verranno acquistati in futuro, considerando al contempo l’opportunità di estendere l’installazione anche alla flotta già in servizio, compatibilmente con le risorse disponibili.