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La repressione in Turchia ora colpisce attori e attrici

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Le proteste del 23 marzo (AP Photo/Emrah Gurel)

Chi ha sostenuto le proteste contro l’arresto del sindaco di Istanbul è stato licenziato dalla televisione pubblica

Da qualche settimana in Turchia le proteste iniziate dopo l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e leader dell’opposizione, si stanno concentrando sul boicottaggio di aziende, media e catene di bar e ristoranti vicini al governo di Recep Tayyip Erdogan. Diverse azioni di boicottaggio stanno avendo un certo successo anche perché promosse da attori e personaggi televisivi, che ora però sono diventati l’obiettivo della repressione governativa: alcuni attori hanno perso i loro ruoli in serie e film prodotti dalla televisione pubblica, ad altri sono stati bloccati i profili social. Cem Yigit Uzumoglu, l’attore noto per per aver partecipato alla serie Netflix L’impero ottomano, è stato arrestato per aver espresso sostegno alle proteste.

I primi inviti ai boicottaggi erano stati fatti all’inizio di aprile.

Il Partito popolare repubblicano di Imamoglu (CHP, il principale dell’opposizione, di centrosinistra e nazionalista) aveva invitato a non effettuare acquisti il 2 aprile, per denunciare non solo l’arresto del sindaco, ma anche la successiva repressione. Aveva inoltre pubblicato una lista di 25 aziende ritenute vicine al governo (poi fatta cancellare dalle autorità) da boicottare a tempo indefinito. La lista comprende fra gli altri la CNN turca, l’agenzia di viaggi ETS, la catena di caffetterie Espressolab, le librerie D&R, i negozi di mobili Kilim Mobilya. Le autorità giudiziarie avevano aperto un’inchiesta per incitamento all’odio e discriminazione, e il governo di Erdogan aveva definito il boicottaggio un tentativo di danneggiare l’economia turca.

Una manifestante con il cartello: “L’unica cosa libera in questo paese è l’inflazione” (AP Photo/Francisco Seco)

Nelle settimane seguenti chi ha sostenuto, rilanciato o promosso il boicottaggio è stato oggetto di ritorsioni. Attori e attrici come Aybuke Pusat, Basak Gumulcinelioglu, Furkan Andic e Boran Kuzum sono stati licenziati dalla televisione pubblica TRT, dove interpretavano ruoli in popolari serie televisive. Il direttore generale Mehmet Zahid Sobaci ha rivendicato la decisione, sostenendo che chi ha un ruolo nella televisione pubblica non dovrebbe partecipare alle attività di un partito politico.

I sostenitori delle proteste hanno detto che questa decisione testimonia quanto la televisione pubblica sia di parte e schierata con il governo, nonostante sia finanziata da tutti i cittadini turchi con le tasse e ufficialmente indipendente.

Da almeno una decina d’anni quello delle serie televisive in Turchia è un settore molto popolare: sono chiamate dizi, abbreviazione di televizyon dizileri, serie televisive, e stanno riscuotendo anche un successo internazionale notevole. Sono prodotti di intrattenimento che hanno dato vita a un’industria di proporzioni enormi, al punto che, secondo le stime della società di analisi dati Parrot Analytics citate dall’Economist, attualmente la Turchia è il terzo paese al mondo nell’esportazione di serie tv, dietro a Regno Unito e Stati Uniti.

La produzione di una serie televisiva turca a Istanbul (AP Photo/Khalil Hamra)

Per aver espresso sostegno al boicottaggio, agli attori Rojda Demirer e Alican Yücesoy sono stati bloccati i profili social, mentre l’arresto di Cem Yigit Uzumoglu è stato uno dei molti definiti «arbitrari e intimidatori» dagli organizzatori della protesta: l’attore è stato rilasciato alcune ore dopo, ma non può lasciare il paese.

Dopo i primi giorni di grandi manifestazioni, compresa quella del 29 marzo a Istanbul, le proteste stanno proseguendo non solo con il boicottaggio, ma anche con una grande mobilitazione online e con varie attività nelle maggiori università del paese.

Redazione Il Post

Si sa ancora poco della morte di Alessandro Coatti in Colombia

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Alessandro Coatti (ANSA)

I resti del biologo italiano sono stati trovati in varie parti della città di Santa Marta, per il resto si fanno solo ipotesi

Nel fine settimana sono stati trovati altri resti di un corpo che potrebbe essere quello di Alessandro Coatti, il biologo molecolare italiano di 38 anni arrivato a Santa Marta, in Colombia, giovedì 3 aprile e scomparso due giorni dopo. Dal 6 aprile i resti di Coatti sono stati trovati in posti diversi della città, all’interno di una valigia, un sacco dell’immondizia e uno del caffè. Sabato è stato trovato un altro sacco con dentro una gamba vicino al fiume Manzanares, dove erano state abbandonate altre parti del corpo di Coatti: il medico legale dovrà stabilire se effettivamente la gamba sia sua, com’è ritenuto probabile. Sulla morte di Coatti indagano la procura colombiana e quella di Roma, ma non è ancora chiaro cosa sia successo e ci sono varie ipotesi.

L’ambasciatore italiano nella capitale Bogotà, Giancarlo Maria Curcio, ha spiegato al Corriere della Sera che gli investigatori stanno seguendo «diverse piste». Dalle telecamere di videosorveglianza di Santa Marta si sa però che Coatti sabato 5 aprile è tornato all’hotel Marovi, dove alloggiava, dopo essere stato al Parco nazionale naturale di Tayrona, a circa sedici chilometri dalla città. Curcio ha detto che le telecamere lo hanno ripreso la sera stessa mentre andava da solo verso il Parque de Los Novios, una zona molto turistica e nota per il traffico di droga e la prostituzione. La polizia colombiana sta cercando di capire se lì abbia incontrato qualcuno che magari conosceva.

Nell’intervista al Corriere Curcio non si sbilancia su cosa possa essere successo da quel momento in poi. Parlando in generale dei rischi per i turisti in Colombia l’ambasciatore nomina le «bande della scopolamina», gruppi criminali che abbordano i turisti e versano di nascosto nei loro bicchieri questa sostanza (che è usata peraltro comunemente come farmaco contro il mal d’auto) per stordirli e far fare loro cose mentre non sono del tutto coscienti. Curcio dice che questa tecnica viene usata spesso per far prelevare alla gente soldi dal bancomat o collegarsi al conto corrente, che viene poi svuotato.

Per quanto riguarda Coatti l’ambasciatore spiega che il corpo potrebbe essere stato smembrato «per non farlo identificare o ritrovare, perché l’omicidio di un turista crea poi tanti problemi ai criminali: la polizia si mette ad indagare, l’ambasciata del Paese d’origine fa pressione». Rispondendo a una domanda diretta Curcio non esclude che a uccidere il biologo siano stati i gruppi paramilitari, ma sostiene che abbiano «altre modalità».

Nei giorni scorsi una delle ipotesi di cui si era più scritto sui giornali era che Coatti fosse stato ucciso da uno dei gruppi paramilitari attivi nel narcotraffico. Tra quelli nominati c’è il Clan del Golfo, uno dei nomi con cui sono noti gli Urabeños, e l’Autodefensas Conquistadores de la Sierra (ACSN), fazione nata dallo scioglimento di gruppi paramilitari. Giovedì l’ACSN ha pubblicato un video su X in cui dice di non avere niente a che fare con l’omicidio di Coatti. Il quotidiano colombiano El Tiempo fa notare però che in una delle zone in cui sono stati trovati pezzi del corpo di Coatti è in corso una lotta del Clan del Golfo e dell’ACSN per il controllo di una rotta del traffico della cocaina. Rinaldo Frignani, cronista giudiziario del Corriere della Sera di solito bene informato, aggiunge tra le ipotesi quella dello scambio di persona legato sempre a lotte tra narcotrafficanti.

El Tiempo, che ha parlato con gli investigatori locali, scrive che un altro filone di indagine riguarda un possibile messaggio alle mafie italiane, che hanno legami con quelle locali e che però avrebbero provato ad assicurarsi alcune forniture di droga sottraendole ai narcotrafficanti colombiani. La presenza della mafia italiana in Sudamerica è dimostrata anche, osserva El Tiempo, dal recente arresto a Cartagena di Emanuele Gregorini, un importante esponente della mafia lombarda. Tuttavia non è chiaro cosa possa entrarci con le mafie Coatti, che da quanto risulta non aveva legami con gruppi criminali né precedenti penali, e non aveva ricevuto minacce.

Al netto delle varie ipotesi, per ora non è nemmeno chiaro se Coatti sia stato ucciso intenzionalmente o se sia stato coinvolto in una vicenda che non lo riguardava in modo diretto.

Coatti era nato a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, in Emilia-Romagna. Si era laureato alla Scuola Normale di Pisa e poi si era specializzato in neuroscienze nel Regno Unito, dove aveva lavorato per otto anni per la Royal Society of Biology. Alla fine del 2024 aveva lasciato l’organizzazione con l’intenzione di andare a fare volontariato in Ecuador e poi viaggiare in Sudamerica. Quando è scomparso si trovava in Colombia da alcuni giorni. Repubblica scrive che i genitori di Coatti e due amici inglesi seguivano i suoi spostamenti grazie al Gps, che si sono fermati sabato 6 aprile in una zona di Santa Marta diversa da quella dove sono stati trovati i suoi resti. Il cellulare di Coatti è rimasto attivo fino a mercoledì scorso, ma non è stato recuperato.

A breve gli investigatori italiani potrebbero partire per la Colombia così da assistere alla prima autopsia. Nel frattempo il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha offerto una ricompensa dell’equivalente di circa 10mila euro a chiunque abbia informazioni utili per identificare la persona o le persone responsabili del delitto. Finora non ha avuto riscontri.

Redazione il Post

Troppi abusi nelle offerte per le messe, il Papa frena

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Decreto del Dicastero del clero, gratuito per chi non ha soldi

Per eliminare “talune prassi che, abusivamente, si sono verificate in vari luoghi”, il Dicastero per il Clero ha emanato, con il via libera del Papa, un decreto.

I fedeli chiedono ai sacerdoti messe con intenzioni particolari e per questo lasciano l’offerta.

Il Vaticano chiede di cercare di non cumulare tante offerte in un’unica messa e in ogni caso il sacerdote potrà trattenerne solo una e dare il resto alle “parrocchie in stato di necessità”, “specialmente nei paesi di missione”. Si ribadisce poi che per i sacramenti il prete “oltre alle offerte determinate dalla competente autorità”, “non domandi nulla, evitando sempre che i più bisognosi siano privati dell’aiuto dei sacramenti a motivo della povertà”.

Redazione Ansa

 

L’attacco russo su Sumy, in Ucraina

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(Ukrainian Emergency Service via AP)

Decine di persone sono state uccise nel centro della città: molte stavano celebrando la domenica delle palme

Domenica mattina un bombardamento russo a Sumy, nel nord est dell’Ucraina, ha ucciso almeno 32 persone: il governo ucraino ha detto che i missili russi hanno colpito il centro della città mentre molte persone stavano celebrando la domenica delle palme, tradizione cristiana molto sentita in Ucraina, in cui tanti credenti escono di casa per andare a messa.

I missili russi hanno colpito un autobus pieno di passeggeri: dal posto sono state inviate immagini di corpi di persone a terra, automobili e veicoli incendiati e servizi di emergenza che trasportavano feriti gravi: sono state ferite almeno 84 persone, e tra quelle uccise ci sono almeno due bambini.

Nelle ultime settimane l’esercito russo ha intensificato gli attacchi aerei e missilistici in questa zona, in cui hanno preso il controllo di alcune aree, mentre al tempo stesso è riuscito a respingere le forze ucraine da gran parte del territorio russo della zona di Kursk, in cui erano penetrate.

Nel frattempo i negoziati sulla guerra non stanno andando da nessuna parte, e i limitati sviluppi sono stati a sfavore dell’Ucraina, anche perché i negoziati stanno venendo gestiti dagli Stati Uniti ora governati da Donald Trump, che ha assunto nei confronti della Russia e del presidente Vladimir Putin un atteggiamento molto più morbido di quello assunto dal suo predecessore Joe Biden.

L’attacco a Sumy ha attirato reazioni molto intense e critiche da parte di vari leader europei: tra gli altri dall’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza Kaja Kallas, dal presidente francese Emmanuel Macron e dal coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per l’Ucraina, Matthias Schmale, cioè dalla figura incaricata dalle Nazioni Unite di assicurare la pronta assistenza umanitaria all’Ucraina in quanto paese in guerra.

Redazione il Post

Viaggi, utenti con disabilità impossibilitati a prenotare a causa dei siti web inaccessibili

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Diritti d'autore Mikhail Nilov via Pexels

Molte compagnie di viaggio sono state identificate i peggiori trasgressori per quanto riguarda l’accessibilità dei siti web per le persone portatrici di disabilità, e questo sta costando loro molto caro

Di Joanna Bailey & Euronews Travel
Redazione IT/EuroNews

Le imprese di viaggio perdono milioni di entrate perché i loro siti web sono quasi impossibili da usare per diverse persone portatrici di handicap.

L’accessibilità negli ambienti online è stata valutata da due importanti operatori: WebAim, un’associazione senza scopo di lucro che si occupa di migliorare l’esperienza web per gli utenti disabili, e AudioEye, una società specializzata nell’accessibilità digitale.

Entrambi i rapporti citano i siti web di viaggi come alcuni dei peggiori in termini di accessibilità.

L’accessibilità dei siti web per le persone con disabilità

Il rapporto “Million” di WebAim ha valutato l’accessibilità di un milione di siti web e ha rilevato che, nel complesso, i siti web di viaggi presentano quasi 60 errori nella loro homepage, con un aumento del 17 per cento rispetto all’anno precedente.

Anche l’indice di accessibilità digitale di AudioEye ha individuato dei problemi, con scarso contrasto di colori, link vaghi e moduli inaccessibili citati come gli errori più comuni.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) afferma che una persona su sei della popolazione mondiale vive con una qualche forma di disabilità. Almeno 2,2 miliardi di persone hanno una disabilità visiva, e si stima che quasi 400 milioni di persone abbiano una grave difficoltà visiva. Si stima che 43 milioni di persone siano registrate come non vedenti.

“Con circa il 20 per cento della popolazione che dichiara di essere disabile, ignorare le barriere di accessibilità può avere un impatto negativo su una vasta popolazione di potenziali clienti e visitatori del sito”, ha spiegato a Euronews Travel Jared Smith, direttore esecutivo di WebAim.

Sono state condotte molte ricerche sul valore della ristorazione per i viaggiatori disabili. Nel Regno Unito, si stima che il potere di spesa delle persone con disabilità, noto come “purple pound”, supererà i 50 miliardi di sterline (58 euro) nel 2025.

“L’accessibilità del web non è solo la cosa giusta da fare, ma è anche richiesta dalla legge”, ha osservato Smith. “Poiché la maggior parte dei siti web di viaggio presenta notevoli barriere di accessibilità, gli utenti con disabilità dedicheranno tempo e denaro ai siti che hanno affrontato i problemi di accessibilità”.

I migliori e peggiori siti web di viaggio per l’accessibilità

Booking.com è il sito di viaggi più visitato al mondo, con oltre 500 milioni di visite mensili. Eppure si è classificato al 712.074° posto su un milione di siti web valutati, di gran lunga il più basso di tutte le principali compagnie di viaggio. Booking.com non ha risposto a una richiesta di commento.

Airbnb e Trip.com sono arrivati circa a metà classifica, mentre Agoda si è classificata al 377.532° posto. Tra le compagnie di viaggio che hanno ottenuto i risultati migliori figurano Uber, che si è piazzato poco sopra l’8.000° posto, e Skyscanner, che ha raggiunto il 1.113° posto.

Per la maggior parte degli errori rilevati, il problema più comune è stato il testo a basso contrasto, rilevato nel 79,1 per cento delle homepage controllate. L’assenza di “testo alternativo” sulle immagini, una frase che descrive il contenuto dell’immagine, ha rappresentato un problema per più della metà dei siti web.

Altri problemi comuni sono stati la mancanza di etichette per gli input dei moduli, i link vuoti e i pulsanti vuoti, tutti elementi che possono rendere difficile la comprensione del contenuto da parte di una persona ipovedente.

Una ricerca di AudioEye ha rilevato che il 41 per cento dei siti web di viaggi e ospitalità rendeva difficile la navigazione, la ricerca di informazioni e le prenotazioni per gli utenti che utilizzano solo la tastiera. Il rapporto ha anche rilevato che i problemi di contrasto dei colori erano più elevati nel settore dei viaggi e dell’ospitalità in tutti i segmenti di attività.

Per gli utenti ipovedenti è quasi impossibile prenotare viaggi online

Lucy Edwards ha perso la vista dall’occhio destro all’età di undici anni a causa di una malattia genetica. Ha perso il resto della vista a 17 anni. Oggi è una premiata presentatrice, autrice e attivista per la disabilità, impegnata nell’inclusione in tutti i settori.

“I siti web di viaggio sono quasi sempre inaccessibili”, ha raccontato Lucy a Euronews Travel. “Le immagini non sono descritte dal testo, quindi mi affido ai miei amici, alla mia famiglia e a Marito per descrivermi le belle scene”.

Ma non sono solo le belle immagini di viaggio che le persone come Lucy si perdono. I problemi sorgono quando si tratta di prenotare il viaggio, quando i siti web non sono formattati per una lettura accessibile.

Lucy descrive l'esperienza di prenotare un viaggio online come “frustrante”
Lucy descrive l’esperienza di prenotare un viaggio online come “frustrante”Lucy Edwards

“È così raro che riesca a prenotare una vacanza in modo indipendente”, ha detto Lucy. “Ho sempre paura di prenotare qualcosa di sbagliato perché ci sono così tanti pop-up che disabilitano il mio screen reader”.

I lettori di schermo sono software che convertono il testo visualizzato sullo schermo del computer in voce o, in alcuni casi, in Braille. Si tratta di una tecnologia fondamentale per consentire agli utenti con disabilità visive o di apprendimento di accedere e interagire con i contenuti digitali.

“I siti web nel complesso non sono adatti agli utenti di screen reader”, ha spiegato Lucy. “Come persona non vedente, mi sento frustrata ogni giorno quando navigo sul web”.

La legge sta cambiando per quanto riguarda l’accessibilità dei siti web

L’Atto europeo sull’accessibilità (Aea) entrerà in vigore il 28 giugno di quest’anno. Stabilisce gli standard in tutti gli Stati membri dell’Ue, con l’obiettivo di rimuovere le barriere e garantire che le persone con disabilità possano partecipare pienamente alla società.

Sebbene l’Aea si applichi a più di un sito web, una componente fondamentale è quella di rendere accessibili a tutti i siti web che operano nell’Ue. Tutte le aziende con sede nell’Ue o che svolgono attività commerciali all’interno dell’Ue con almeno dieci dipendenti e un fatturato di oltre due milioni di euro dovranno adeguarsi.

In particolare, la legge richiede che tutti i siti web siano percepibili, operabili, comprensibili e solidi per ogni utente. Come requisito minimo utilizza gli standard definiti dalle Linee guida per l’accessibilità dei contenuti web, comunemente chiamate Wcag.

Nella sua forma più elementare di implementazione, le Wcag richiedono caratteri leggibili con schemi di colori ad alto contrasto, una navigazione chiara con link descrittivi, l’inclusione di testo alternativo per tutte le immagini e le didascalie dei video e la garanzia che tutti gli elementi interattivi siano accessibili da tastiera.

Le aziende che non rispettano le norme possono incorrere in multe e azioni legali, nell’esclusione dalle attività di approvvigionamento e in una pubblicità negativa. “Nel complesso l’esperienza (web) mi ha lasciato in lacrime”, ha confidato Lucy a Euronews Travel. “Sono così fortunata ad avere un aiuto visivo, ma non dovrebbe essere così”.

È chiaro che l’Ue è d’accordo con questo punto di vista ed è pronta a rendere la situazione scomoda per le imprese non conformi. A poche settimane dall’entrata in vigore del See, è giunto il momento per le imprese di viaggio di fare un salto di qualità e rendere la pianificazione, la prenotazione e l’esperienza di viaggio un’esperienza alla portata di tutti.

 

Un corso ‘gratuito’ per imparare la lingua dei segni in ambito lavorativo

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A organizzarlo la Provincia di Lecco con l’Ente nazionale sordi: obiettivo migliorare l’inclusione sociale delle persone non udenti e sensibilizzare

La Provincia di Lecco, nell’ambito del Piano provinciale per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità annualità 2023/2024, promuove un corso di lingua italiana dei segni (Lis) organizzato con l’Ente nazionale sordi Ets Aps (Ens).

L’obiettivo è migliorare l’inclusione sociale delle persone sorde e di sensibilizzare le persone udenti all’apprendimento e all’uso della Lis, la cui conoscenza è fondamentale per favorire una comunicazione efficace e inclusiva in vari contesti della vita quotidiana.

Il corso, gratuito, avrà una durata complessiva di 30 ore, suddivise in 10 incontri di 3 ore ciascuno; la prima lezione si terrà giovedì 8 maggio dalle 9 alle 12 nella sede della Provincia di Lecco di corso Matteotti 3, sala 1° maggio (primo piano). Le lezioni successive si svolgeranno, sempre di giovedì, nella sede dell’Ente nazionale sordi Ets Aps (Ens) sezione di Lecco in piazza Carducci 74.

Il corso si avvale di una metodologia di insegnamento interattiva basata su lezioni frontali, esercitazioni pratiche con simulazioni di situazione quotidiane, utilizzo di materiali audiovisivi e dispense, lavori di gruppo per favorire l’interazione tra i partecipanti. Alla fine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione che certificherà le competenze acquisite in Lis. La partecipazione è libera e gratuita, inviando una mail entro martedì 29 aprile all’indirizzo collocamento.obbligatorio@provincia.lecco.it.

“Importanza dell’inclusione sociale”

“Dopo l’innovativo progetto ‘Molto in Comune’, realizzato dalla Provincia di Lecco in qualità di Casa dei Comuni e rivolto agli enti locali del territorio per diffondere la cultura dell’inclusione – commentano la presidente Alessandra Hofmann e il consigliere provinciale delegato a Centro impiego, Formazione professionale e Istruzione Antonio Leonardo Pasquini – il corso di lingua italiana dei segni pone nuovamente l’accento sull’importanza dell’inclusione sociale e dell’impegno per promuoverla. La prima esperienza di corso di alfabetizzazione alla lingua dei segni sta coinvolgendo la cittadinanza e direttamente la Provincia di Lecco, che parteciperà anche con i propri dipendenti al fine di sensibilizzare le persone udenti all’apprendimento di questa lingua per favorire l’accessibilità e la partecipazione sociale”.

Redazione Lecco Today

 

Il Museo di Lipari “parla” in Braille e in LiS per raccontarsi a non vedenti e non udenti

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LIPARI (ME), 11 aprile 2025 – Dal prossimo mese di maggio 2025 il Museo archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari – che fa parte del Parco archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, ente diretto dall’architetto Rosario Vilardo – “parlerà” in Braille e in LIS (Lingua Italiana dei Segni) e sarà fruibile quindi da non vedenti e non udenti grazie a una serie di innovazioni tecnologiche realizzate con i fondi del PNRR per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive.

“Vietato non toccare”, recita infatti un pannello: in arrivo copie tattili delle maschere della tragedia antica (come Paride e Filottete, IV a.C. figure riconducibili alla perduta tragedia di Sofocle “Filottete a Troia”) e della commedia nuova (come Pseudokore e l’Etera, prima metà III a.C.); statuette comiche (come il Satiro sconcertato, dalla pancia gonfia e l’inequivocabile citazione fallica, tipica della satira del IV a.C.); vasi delle culture preistoriche e un cratere attico a figure rosse (V a.C).

In tutto 35 reperti tattili, perfettamente uguali agli originali e realizzati in PLA (bioplastica ricavata da zuccheri vegetali) con tecnologie digitali e rilievi con laser scanner, che potranno essere toccati dai visitatori non vedenti (e non solo) restituendo loro la reale percezione della ricca collezione archeologica del Museo di Lipari, istituzione di altissimo valore storico e identitario che proprio lo scorso anno ha compiuto i suoi primi 70 anni di vita. Per i visitatori un’app, video descrizioni a tema e raccontate in LIS, didascalie e segnaletica in Braille (oltre a italiano e inglese) dentro e fuori il museo.

Le novità saranno presentate al Parco delle Eolie il 2 e il 3 di maggio nel corso di una due giorni che, oltre a un convegno e a un workshop con gli attori istituzionali coinvolti nel progetto – e fra questi gli interventi dell’Assessore regionale dei BBCC Francesco Paolo Scarpinato e del Direttore generale del dipartimento, Mario La Rocca – prevede sabato sera 3 maggio, ore 21, il debutto di uno spettacolo straordinario allestito nel teatro di pietra della rocca di Lipari, realizzato nel 1978 su modello di quelli greci e che guarda il mare.

Si tratta della tragedia greca “Il Prometeo incatenato” di Eschilo. La sua unicità sta nel fatto che gli attori sulla scena indosseranno maschere teatrali perfettamente riprodotte dai rilievi digitali sui reperti archeologici originali, miniature provenienti dai corredi funerari di Lipari ed esposti al Museo. Nel ruolo di Prometeo l’attore Christian Poggioni, regista dello spettacolo.

“Rendere i luoghi della cultura quanto più accessibili possibile è tra le nostre mission – ha detto l’Assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – Grazie alle moderne tecnologie e ai sistemi più avanzati, la disabilità non può e non deve costituire un limite alla fruizione di Parchi archeologici, musei e gallerie. Stiamo lavorando alacremente in questa direzione affinché un numero sempre maggiore di siti sia accessibile a tutti”

Il progetto, finanziato dal PNRR con circa 500mila euro, è redatto dal Parco delle Isole Eolie ed è stato messo a punto in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano; l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Naos Lab (azienda che opera tra Salerno, Catanzaro e Roma) che ha curato tutta l’elaborazione digitale. Il coordinamento scientifico del progetto è di Maria Clara Martinelli archeologa del Parco Eolie, Francesca Fatta, Docente di Disegno dell’architettura (UniRC) e Elisabetta Matelli, Docente di Storia del Teatro Greco (UniCatt).

“Con questo progetto – commenta il Direttore del Parco delle Eolie, Rosario Vilardo – il Museo Luigi Bernabò Brea diventa inclusivo, parla il Braille e la LIS, si apre a quote di visitatori che sinora non potevano fruire e apprezzare il grande patrimonio archeologico e la storia delle Eolie che qui sono custoditi. Siamo sinceramente orgogliosi delle innovazioni introdotte, frutto del grande lavoro di squadra di un team interdisciplinare con il coordinamento scientifico e gestionale del Parco”.

Lo spettacolo teatrale del “Prometeo incatenato”, realizzato con i fondi PNRR del Parco delle Eolie e i fondi PRIN (Progetti di Ricerca di Rilevante interesse nazionale) assegnati all’Università Cattolica di Milano, è prodotto dalla compagnia teatrale dell’associazione “Kerkís. Teatro Antico In Scena” che a fine marzo ne ha portato al Teatro Pime di Milano una primissima recita sperimentale, necessaria agli attori per testare col pubblico in sala gli effetti della recitazione con le maschere, come nell’antichità.

Luogo: Lipari, Via Castello, LIPARI, MESSINA, SICILIA

Redazione La Sicilia.it

 

Uk, polizia britannica accusa uomo sordo seduto in panchina di crimine d’odio …

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Video non funziona

Una donna è intervenuta spiegando all’agente: “L’uomo è parzialmente sordo”

Scene surreali in Gran Bretagna dove un uomo parzialmente sordo è stato accusato dalla polizia britannica di “crimine d’odio” per aver detto “parla inglese“.

Gli agenti oltretutto non erano presenti ai fatti di cui accusano l’uomo, come hanno effettivamente dichiarato. L’anziano, seduto su una panchina e in un contesto di totale normalità è stato avvicinato da un agente che ha insinuato che “apparentemente” l’uomo avrebbe detto tra sé e sé “parla inglese“. L’accusato si è quindi difeso affermando che in realtà avrebbe detto “parla chiaro“. Una donna è poi intervenuta decidendo all’agente di polizia che l’anziano “è parzialmente sordo“, il che spiegherebbe la totale ingenuità delle parole dell’anziano.

L’agente ha poi proseguito affermando che le presunte parole dall’uomo potrebbero essere classificabili, “secondo alcuni“, come “crimine d’odio“, a quel punto la reazione delle persone radunatesi attorno alla scena è stata unisona: “Ma per favore, sapevamo che sarebbe successo questo“.

Redazione Il Giornale d’Italia – VIDEO