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Accordo tra il Comune di Marsala e l’Associazione interpreti lingua dei segni

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Tradurranno eventi istituzionali e religiosi

MARSALA – Il Comune di Marsala ha siglato un accordo con l’Associazione nazionale interpreti lingua dei segni (Animu) per l’attivazione del servizio di interpretariato LiS a supporto “dell’inclusione e della piena partecipazione delle persone sorde alla vita culturale, religiosa e sociale della città”.

La prima occasione è stata ieri pomeriggio, quando un interprete professionista ha tradotto in simultanea ai sordomuti le scene della processione dei Misteri viventi del Giovedì santo.

Il Comune metterà a disposizione il servizio anche per eventi istituzionali e sociali, nonché per la traduzione di messe domenicali e delle principali celebrazioni liturgiche.

Redazione Ansa

 

I non udenti chiedono il rispetto della legge che impone l’uso di Libra da parte di enti pubblici e aziende

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L’incontro ha segnato la Giornata Nazionale della Lingua dei Segni Brasiliana, celebrata il 24 aprile. Il deputato Duarte Jr. (C) vuole approvare il disegno di legge senza modifiche in commissione partecipanti a un dibattito promosso dalla commissione per la difesa dei diritti delle persone con disabilità.

La lingua dei segni brasiliana dovrebbe essere inclusa nelle reti scolastiche obbligatorie dell’istruzione primaria, dice Joaquim Barbosa.

Il coordinatore dell’articolazione delle politiche pubbliche della Federazione Nazionale per l’Educazione e l’Integrazione dei Sordi (Feneis), Magno Prado Gama Prates, ha chiesto l’approvazione del disegno di legge 1231/19.

Redazione ESG Data

Servizio di accesso alle cure più facile per persone sorde a L’Aquila

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L’AQUILA – Le persone non udenti possono accedere più facilmente ai servizi sanitari della Asl provinciale dell’Aquila: è stato infatti attivato lunedì 21 aprile il progetto ‘AccesSordi’ che, tramite postazioni al pronto soccorso e nei distretti sanitari del territorio semplificherà notevolmente l’approccio alle prestazioni sanitarie delle persone sorde. All’arrivo alla struttura sanitaria, per una richiesta di assistenza, la persona non udente verrà presa in carico da un operatore sanitario adeguatamente formato.

Quest’ultimo, tramite un apposito tablet, metterà in contatto l’utente con un esperto nella traduzione della lingua dei segni che riferirà al personale sanitario il tipo di richiesta di soccorso e assistenza. Quindi da lunedì prossimo, le persone sorde, per accedere alle prestazioni sanitarie, non dovranno più farsi accompagnare da un interprete della lingua dei segni la cui presenza era finora necessaria nella mediazione col personale Asl. Il nuovo servizio di supporto è riconducibile al progetto promosso della Regione e dall’Ente Nazionale Sordi (ENS) con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I tablet in dotazione alla Asl sono 7, cui 4 ai Pua (punti unici di assistenza) dei distretti sanitari dell’Aquila, Avezzano, Sulmona e Castel di Sangro e 3 ai pronto soccorso degli ospedali dell’Aquila, Avezzano e Castel di Sangro. Il personale interessato è stato sottoposto a un corso di formazione che, nella Asl della provincia di L’Aquila, ha riguardato 20 operatori, 10 assegnati ai pronto soccorso e 10 ai distretti sanitari. L’azienda sanitaria, per segnalare la presenza del nuovo servizio a beneficio delle persone non udenti, ha affisso specifiche locandine nelle strutture sanitarie. Il progetto di facilitazione di accesso, che ha come referenti aziendali le dott.sse Maria Pia Carelli, responsabile Coordinamento Rete Riabilitativa ospedale-territorio, e Agata Arquilla, direttore dell’area distrettuale peligno-sangrina, si colloca all’interno di un’azione programmatica definita dalla direzione aziendale guidata dal manager, Ferdinando Romano.

Redazione Ansa

 

Addio a ‘Google.it’, chiusi i domini nazionali. Si utilizzerà solo il suffisso ‘.Com’

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Beata Zawzrel/ NurPhoto/ NurPhoto via AFP - La nuova sede di Google a Cracovia

A determinare la lingua sarà la zona geografica da cui ci si collega, Google ha assicurato che questo cambiamento non influirà negativamente sull’esperienza di navigazione

AGI – La società di Mountain View ha annunciato un cambiamento storico per il suo motore di ricerca: la chiusura dei domini locali di primo livello, ovvero quelli nazionali. In Italia non sarà più possibile, dunque, digitare sul proprio browser il dominio www.google.it, ma occorrerà ricorrere al generico www.google.com.

Google ha assicurato che questo cambiamento non influirà negativamente sull’esperienza di navigazione. Al contrario, si prevede un’ottimizzazione della velocità e un miglioramento nella gestione dei contenuti multilingue. Rimane da vedere come questa mossa sarà accolta dai milioni di utenti che, per anni, hanno associato il motore di ricerca ai domini locali.

Redazione AGI

 

È iniziato il processo che potrebbe spezzare Google in due

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(EPA/HANNIBAL HANSCHKE)

Il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha chiesto a un giudice federale di imporre all’azienda di vendere Chrome

Lunedì a Washington è iniziato un processo che potrebbe cambiare drasticamente il futuro di Google e che ha pochi precedenti nella storia. L’azienda e il governo degli Stati Uniti si confronteranno infatti davanti a un giudice federale, Amit P. Mehta, per stabilire come risolvere il problema del monopolio dell’azienda che era stato sollevato da una sentenza storica dello scorso agosto.

Allora Mehta aveva stabilito che Google avesse abusato della propria posizione dominante nel settore della ricerca online, cioè il suo servizio più famoso e utilizzato, per violare la legge sulla concorrenza. In particolare il governo e il giudice erano stati d’accordo sul fatto che Google non potesse continuare a pagare milioni di dollari altre società tecnologiche per mantenere una posizione privilegiata nei loro browser e dispositivi. Le udienze sono iniziate lunedì e andranno avanti per tre settimane.

Dopo la sentenza di agosto, lo scorso novembre il dipartimento di Giustizia aveva chiesto alla corte federale di Washington di imporre a Google la vendita del suo browser, Chrome, di fatto col risultato di dividere in due l’azienda. Il dipartimento inoltre aveva chiesto che Google cedesse una parte dei dati raccolti attraverso i propri sistemi ad aziende concorrenti, e altri interventi molto drastici. In aggiunta, aveva ipotizzato che un’altra soluzione potesse essere quella di imporre a Google la vendita di Android, il sistema operativo usato in moltissimi dispositivi del mondo.

Google ha detto che farà ricorso contro la sentenza dell’anno scorso ma intanto dovrà partecipare alle udienze di questi giorni. La soluzione che ha proposto finora è molto più blanda di quella chiesta dal governo, e cioè che venga limitata con alcune nuove regole la sua libertà di fare accordi con altre aziende (come Apple, Mozilla e Samsung). Per farlo ha ipotizzato che gli accordi possano dover essere rinnovati una volta all’anno, in modo che le aziende siano più libere di valutare altre opzioni.

L’obiettivo del dipartimento di Giustizia di dividere in due l’azienda è considerato in generale molto ambizioso. La dirigente di Google che si sta occupando del caso, Lee-Anne Mulholland, ha definito le sue richieste «senza precedenti» e ha detto che vanno «mille miglia oltre la decisione della corte» (facendo riferimento alla sentenza di agosto). Se il dipartimento di Giustizia dovesse riuscire nel suo intento potrebbe peraltro condizionare altri processi contro altre grandi aziende tecnologiche. Da una settimana è iniziato anche il più importante processo sulla concorrenza contro Meta.

Pochi giorni fa un altro giudice federale aveva stabilito che Google avesse utilizzato metodi illegali per mantenere la propria posizione di sostanziale monopolio nel settore delle inserzioni online. Tutto questo ha messo Google in quella che il New York Times ha definito «forse la posizione più vulnerabile da quando Larry Page e Sergey Brin hanno creato la società nel 1998».

Il momento per Google è reso particolarmente delicato anche dal fatto che negli ultimi mesi più che mai in precedenza, con la diffusione di servizi basati sull’intelligenza artificiale e i loro stravolgimenti, altre aziende (OpenAI, Microsoft, Meta) hanno cominciato a mostrare di poter competere con il motore di ricerca di Google o addirittura superarlo.

Redazione Il Post

In Francia ci sono stati nuovi attacchi contro le carceri, nell’area di Lione

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Poliziotti alla prigione di Toulon-La Farlede, attaccata nella notte fra il 14 e il 15 aprile 2025 (Coust/ABACAPRESS.COM)

Nella notte tra domenica e lunedì in Francia ci sono stati nuovi attacchi alle carceri intorno alla città di Lione, nell’est del paese. Fra domenica e mercoledì scorso c’erano stati attacchi simili contro le carceri di una decina di città francesi. La procura nazionale per l’antiterrorismo si sta occupando del caso ma non ha ancora reso note ipotesi concrete sugli autori degli attacchi.

Domenica notte due macchine sono state incendiate e altre due danneggiate nel parcheggio del carcere di Corbas, a sud di Lione. Nel comune poco distante di Villefontaine è stato dato fuoco alla porta di una casa, su cui è stata anche scritta la sigla DDPF, acronimo di Droits des prisonniers français (Diritti dei carcerati francesi).

Il sindacato del personale penitenziario FO Justice ha scritto sui social che probabilmente i responsabili volevano colpire la casa di un agente penitenziario lì vicino, ma si sono sbagliati. Un’altra auto appartenente a un sorvegliante è stata bruciata vicino alla prigione di Villefranche-sur-Saône, a nord di Lione.

Redazione Il Post

La Cina rimanda negli Usa gli aerei Boeing, la nuova ritorsione contro i dazi

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@ANSA/EPA

Altra mossa di Pechino dopo le tariffe Usa al 145% sull’import. ‘Ferma opposizione ad accordi commerciali a nostre spese’

Le compagnie aeree cinesi hanno iniziato a rispedire gli aerei Boeing negli Usa, con un 737 Max atterrato sabato a Seattle presso l’hub del gruppo.

Lo riporta la Fox, citando Reuters, secondo cui il primo rientro è avvenuto dopo che la Cina ha ordinato alle sue compagnie aeree di non accettare altre consegne di aerei Boeing, nell’ambito delle ritorsioni di Pechino contro i dazi Usa saliti al 145% sull’import dei beni made in China.

Tuttavia, tre 737 Max 8, in preparazione al centro Boeing di Zhoushan per due vettori aerei cinesi, sarebbero stati richiamati negli Usa la scorsa settimana, secondo l’agenzia di news The Air Current.

L’aereo ritornato a Seattle, dipinto con la livrea di Xiamen, era tra jet 737 Max in attesa al centro di Zhoushan per i lavori finali di assemblaggio e la consegna. Secondo gli analisti, un blocco cinese degli acquisti dalla Boeing, se prolungato, rischia di ritorcersi contro il produttore di aerei cinese Comac, prima che diventi competitiva a livello globale.

I principali player del settore aeronautico considerano la Cina sempre più come il maggior mercato per l’aviazione commerciale nel futuro. Per anni, infatti, Boeing è stato il principale esportatore industriale americano in Cina. Nel 2024, gli Stati Uniti hanno inviato nel Dragone quasi 12 miliardi di dollari in aerei, veicoli spaziali e componenti, senza importare praticamente nulla nel settore.

Per offrire alle sue compagnie aeree un fornitore alternativo, il governo cinese ha investito decine di miliardi di dollari in Comac, che ha sede a Shanghai, allo scopo di produrre gli equivalenti nazionali degli aerei commerciali di Boeing e dell’europea Airbus.

Il presidente americano Donald Trump ha un potere significativo per impedire alle aziende americane di supportare Comac: già nel 2020, durante la guerra commerciale contro Pechino del primo mandato, il tycoon prese anche in considerazione l’idea di farlo. E, in base alle ripetute considerazioni di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, potrebbe tornare a valutare il blocco aeronautico.

In altri termini, inserendo gli aerei nella guerra commerciale, Pechino rischia di esporre una sua vulnerabilità e di evidenziare il potere degli Stati Uniti su Comac: il modello C919 dell’azienda è idoneo al volo grazie alla tecnologia critica fornita da aziende americane tra cui GE Aerospace, Honeywell e RTX.

Lo stesso presidente Xi Jinping, nel suo tour nel sudest asiatico presso Vietnam, Malesia e Cambogia concluso la scorsa settimana, ha utilizzato negli spostamenti un Boeing 747-8 (registrato come un B-2479), parte della flotta ristretta di Air China al servizio dei voli di Stato.

Cina: ‘Ferma opposizione ad accordi commerciali a nostre spese”

La Cina ha dichiarato di “opporsi fermamente” al fatto che altri paesi concludano accordi commerciali con gli Stati Uniti a spese di Pechino. “L”appeasement’ non porterà alla pace e il compromesso non sarà rispettato”, ha scritto un portavoce del Ministero del Commercio di Pechino in una nota.

La Cina ha avvertito che adotterà misure di ritorsione contro tutti quei Paesi che decideranno di collaborare con gli Usa in modalità che possano compromettere gli interessi di Pechino. Nel mezzo dello scontro sinoamericano sul commercio, l’avvertimento del ministero del Commercio è maturato a causa degli sforzi dell’ amministrazione del presidente Donald Trump di utilizzare i negoziati sui dazi per fare pressione sui partner americani affinché limitino i loro rapporti con la Cina.

Il tycoon ha congelato per 90 giorni i principali aumenti tariffari su altri Paesi, mantenendo operativi quelli a carico delle importazioni cinesi, portati al 145%.

“La Cina si oppone fermamente a qualsiasi parte che raggiunga un accordo a scapito dei propri interessi. Se ciò accadesse, la Cina non lo accetterebbe e adotterebbe risolutamente contromisure reciproche”, ha precisato la nota del ministero, citando i rischi di un commercio internazionale tornato alla “legge della giungla”.

La Cina è disposta a collaborare con tutte le parti e a “difendere l’equità e la giustizia internazionale”, descrivendo al contempo le azioni degli Stati Uniti come “abuso dei dazi” e “bullismo unilaterale”. Diversi Paesi sono ora impegnati in negoziati con gli Stati Uniti per ridurre i dazi: “l’accondiscendenza non porterà la pace e il compromesso non sarà rispettato – ha rincarato la nota del ministero del Commercio cinese – Perseguire i propri interessi egoistici temporanei a scapito degli interessi altrui è come cercare la pelle di una tigre”.

Tale approccio, ha avvertito, “alla fine fallirà da entrambe le parti” e danneggerà tutti gli altri. Giovedì Trump ha detto che gli Usa erano in trattative con la Cina sui dazi e di essere fiducioso di poter raggiungere un accordo per chiudere lo scontro in atto. Pechino, pronta combattere una guerra commerciale “fino alla fine”, non ha confermato i negoziati e, pur avendo auspicato il dialogo, ha condannato sia “l’unilateralismo” sia “il protezionismo” da parte degli Stati Uniti.

Redazione Ansa

 

Cos’è esattamente la Pasquetta

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La Pasquetta all'Idroscalo di Milano, 10 aprile 2023 (Alessandro Bremec/LaPresse)

È anche chiamata “Lunedì dell’Angelo”, per via di un episodio raccontato nei Vangeli (anche se non era davvero lunedì)

Pasquetta è il nome con cui in Italia si indica il lunedì dopo la domenica di Pasqua: come in molti altri posti del mondo è un giorno di festa, ma per definirlo ci sono denominazioni e tradizioni differenti. In Italia è piuttosto comune trascorrerla all’aperto e in modo informale, con grigliate o picnic.

Per la liturgia cattolica la Pasqua è una cosiddetta “festa di precetto”, ossia un giorno di festa in cui per i fedeli c’è l’obbligo di astenersi da tutte le attività per partecipare alla messa. La Pasquetta invece no: è una festa civile che in Italia è stata introdotta nel Dopoguerra per allungare di un giorno il riposo festivo pasquale. Come la Pasqua, d’altra parte, è una festività “mobile”: non si celebra ogni anno nello stesso giorno del calendario, ma segue la Pasqua, e quindi si celebra ogni anno un lunedì diverso, definito dalla data dell’equinozio primaverile e dalle fasi lunari.

Spesso la Pasquetta è chiamata anche “Lunedì dell’Angelo” per via di un episodio dei Vangeli: quello in cui si racconta che un angelo annunciò la resurrezione di Gesù a Maria Maddalena, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e a Salomè, che andarono al sepolcro di Gesù e lo trovarono vuoto (secondo gli evangelisti Luca e Giovanni gli angeli erano due). Per il Vangelo di Matteo l’angelo avrebbe detto:

«Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto»

L’annuncio dell’angelo e la visita al sepolcro per i Vangeli avvennero nel giorno dopo la Pasqua, che era però la Pasqua ebraica, e quindi si celebrava di sabato. Con il Concilio di Nicea, nel 325, si adottò come giorno di Pasqua cristiana la domenica: di conseguenza anche l’apparizione dell’angelo venne collocata di lunedì.

Redazione il Post