Nel senso che entrambe vorrebbero eliminarle, e ci stanno riuscendo
Questa settimana l’Assemblea nazionale francese (la camera bassa del parlamento) ha approvato la legge sulla “Semplificazione della vita economica”, un provvedimento molto ampio che contiene misure pensate per semplificare la burocrazia. Durante la discussione sono stati approvati centinaia di emendamenti, tra cui uno che elimina le cosiddette “zone a basse emissioni” (zones à faibles émissions o ZFE in francese), una misura simile alle ZTL italiane che vieta o limita la circolazione dei mezzi più inquinanti nelle principali città. L’approvazione della legge non è definitiva, e l’emendamento potrebbe essere cambiato o eliminato (ci torniamo).
Il tema è riuscito a mettere d’accordo l’estrema destra del Rassemblement National e La France Insoumise, il partito con le idee più radicali della sinistra francese, che hanno votato entrambi a favore dell’eliminazione. È una cosa che non succede quasi mai, dato che i due partiti sono agli antipodi dello spettro politico francese: è insomma come se Fratelli d’Italia, o la Lega, votassero insieme ad Alleanza Verdi e Sinistra.
Le ZFE sono una misura principalmente ambientalista, pensata per ridurre le emissioni inquinanti. Sono quindi un po’ diverse dalle “zone a traffico limitato” (ZTL), che esistono in molti paesi, inclusa l’Italia, e servono per limitare il traffico e decongestionare i centri cittadini (cosa che riduce anche l’inquinamento, come conseguenza). Solitamente le ZTL funzionano in base all’indirizzo di residenza dei proprietari delle macchine, quindi alle zone cittadine, mentre le ZFE al modello del veicolo, più o meno inquinante.
In Francia le ZFE furono introdotte nel 2019 e sono una misura emblematica del primo mandato da presidente di Emmanuel Macron. Servono per diminuire nell’aria i livelli di diossido di azoto (NO2) e particolato fine, due sostanze inquinanti che si possono trovare anche nei gas di scarico del traffico veicolare, in linea con le direttive europee sugli standard climatici. Oggi esistono in molte medie e grandi città francesi.
Moltissimi dati confermano che le ZFE funzionano nel ridurre l’inquinamento, specialmente nelle grandi città. L’Agenzia nazionale di salute pubblica ha stimato che fra il 2016 e il 2019 in Francia siano morte circa 40mila persone all’anno per malattie attribuibili all’inalazione del particolato fine e ha indicato il traffico cittadino come una delle principali cause. A inizio aprile Airparif, un gruppo indipendente che monitora la qualità dell’aria nella regione di Parigi, ha detto che i livelli di particolato fine sono diminuiti del 55 per cento dal 2005 nell’area, mentre i livelli di diossido di azoto sono diminuiti del 50 per cento. Il gruppo ha attribuito questo risultato alle politiche pubbliche, tra cui le misure volte a limitare il traffico e a vietare i veicoli più inquinanti, ossia le ZFE.

La qualità dell’aria media a Parigi nel 2007 (in alto a sinistra), 2013 (in alto a destra), 2018 (in basso a sinistra) e 2024 (in basso a destra) rilevata da Airparif
Diversi partiti però le criticano: La France Insoumise, i Repubblicani (di destra) e il Rassemblement National le reputano una misura elitaria che penalizza intere categorie della popolazione che non si possono permettere di comprare auto meno inquinanti. Specialmente per il Rassemblement National, le ZFE rientrano in quella che viene definita «ecologia punitiva», un’espressione che in Francia viene usata dai partiti dell’opposizione per descrivere le politiche ambientaliste di Macron che, secondo i critici, colpiscono in modo sproporzionato le classi meno abbienti. Un altro esempio di misura presentata come “ecologia punitiva” fu la tassa su gasolio e benzina, introdotta sempre durante la presidenza di Macron, che nel 2018 portò alle proteste dei cosiddetti gilets jaunes.
Questi tre partiti non hanno però le stesse opinioni sul cambiamento climatico. Il Rassemblement National ha sostenuto per anni posizioni molto scettiche in merito, mentre i Repubblicani e La France Insoumise non lo negano, ma sostengono che non si possa risolvere a discapito delle persone con meno possibilità economiche. A fine maggio per esempio la deputata di La France Insoumise Manon Meunier aveva definito le ZFE una «misura molto mal concepita, che crea enormi disuguaglianze sociali» in risposta a un «problema reale che non possiamo negare, quello dell’inquinamento atmosferico».
Diversi governi hanno approvato delle agevolazioni per facilitare gli acquisti di mezzi meno inquinanti, ma sono sempre state considerate insufficienti da questi partiti. È un’opinione appoggiata anche da altre forze politiche, come i Verdi, che però sono favorevoli alle ZFE e hanno votato contro la loro eliminazione.

Una manifestazione contro le ZFE organizzata da un collettivo di motociclisti a Parigi, il 17 maggio 2025 (Vincent Isore/IP3 via ZUMA Press/ANSA)
Nel 2021 fu approvata la “Legge sul clima e sulla resilienza” (anche questa sostenuta da Macron), che obbliga tutti i centri urbani con più di 150mila abitanti a creare delle ZFE limitando la circolazione a tutte le auto immatricolate prima del 1997. La norma è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio del 2025 e, anche se le amministrazioni comunali hanno potuto chiedere dei rinvii, ha contribuito a rendere poco popolari le ZFE.
Della possibilità di eliminare le ZFE si era cominciato a parlare già durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2022, ma l’occasione si è presentata pochi mesi fa durante la stesura della legge sulla “Semplificazione della vita economica”. L’emendamento è stato introdotto su iniziativa dei Repubblicani e del Rassemblement National ma, come detto, è stato approvato con anche i voti dei deputati di La France Insoumise.
Il loro allineamento è però limitato a questo voto e non va inteso come una più ampia alleanza tra l’estrema destra e la sinistra radicale. Lo dimostra anche il fatto che questa settimana i partiti hanno votato diversamente sull’approvazione della legge sulla “Semplificazione della vita economica” nella sua interezza: Rassemblement National e i Repubblicani hanno votato a favore, mentre La France Insoumise contro, come tutti gli altri partiti di sinistra e gran parte della coalizione vicina a Emmanuel Macron, che non vuole passare una legge con emendamenti (come quello sulle ZFE) così contrari alla linea indicata dal presidente.
Questa opposizione comunque non è bastata e la legge è passata lo stesso. L’approvazione però non è definitiva, e perché entri in vigore mancano ancora alcuni passaggi: l’eliminazione delle ZFE quindi non è ancora certa. Nelle future revisioni del testo l’emendamento potrebbe essere considerato troppo distante dal tema principale della legge, che è la semplificazione della burocrazia in campo economico, e potrebbe quindi essere respinto dal Consiglio costituzionale.