Ha poca esperienza politica e la sua campagna elettorale è stata piena di polemiche e scandali
Karol Nawrocki, politico polacco del partito di estrema destra Diritto e Giustizia (PiS), ha vinto le elezioni presidenziali e sarà il nuovo presidente della Polonia. Inizierà il suo mandato il prossimo 6 agosto.
Nawrocki è nato a Danzica, ha 42 anni e prima di essere scelto da Diritto e Giustizia nel novembre del 2024 come candidato per le elezioni presidenziali polacche era praticamente uno sconosciuto. Nella sua carriera è stato soprattutto un intellettuale vicino a Diritto e Giustizia, e solo durante la campagna elettorale ha acquisito notorietà e anche un certo carisma.
Nawrocki ha un dottorato in storia e nei suoi studi si è occupato soprattutto del ruolo dell’Unione Sovietica nella storia della Polonia contemporanea e di Solidarność, il famoso sindacato di Lech Walesa, che divenne presidente nel 1990: «Ha scritto la tesi in un anno, basandosi su 158 testimonianze. Era un bravo studente, capace di impegnarsi molto», ha dichiarato a Le Monde il suo docente di allora, Grzegorz Berendt, che ora fa parte del comitato nazionale che ha sostenuto Nawrocki alla presidenza. Lo descrive come una persona con «un carattere forte, un combattente».
Tra il 2017 e il 2021 Nawrocki ha diretto il museo della Seconda guerra mondiale di Danzica, prima di assumere la presidenza dell’Istituto della Memoria Nazionale, il cui scopo è fare ricerca storica sui crimini commessi in Polonia durante la Seconda guerra mondiale e il periodo comunista, concluso nel 1989: il suo lavoro ha insomma da sempre una forte connotazione politica antisovietica e più in generale contro i partiti riconducibili alla sinistra. Dal 2018, l’Istituto è infatti diventato uno dei principali strumenti di riscrittura della memoria avviata dal PiS, in senso conservatore. I partiti che oggi sono al governo accusano Nawrocki di aver dato un grosso contributo in questo senso.
Karol Nawrocki con alcuni membri della sua famiglia al seggio elettorale, Varsavia, Polonia, 1 giugno 2025 (AP Photo/Czarek Sokolowski)
Prima di queste elezioni Nawrocki non aveva esperienza politica e all’inizio della campagna elettorale ne ha sofferto: evitava le domande dei giornalisti e parlava poco.
In questi mesi si è parlato di lui anche in relazione a diversi scandali che l’hanno coinvolto: è emersa per esempio la vicenda di una seconda casa che avrebbe acquistato a un prezzo molto più basso rispetto a quello di mercato da una persona anziana con disabilità, benché durante la campagna elettorale avesse dichiarato di avere solo una casa «come la maggior parte dei polacchi». Nawrocki poi è un pugile dilettante e alcuni documenti hanno rivelato la sua vicinanza a un gruppo organizzato di pugili e buttafuori vicini agli ambienti neonazisti. Il sito di news Onet l’ha poi accusato di aver gestito un giro di sfruttamento della prostituzione mentre lavorava in un hotel di Sopot, una località balneare sul Mar Baltico, non lontano da Danzica.
Il caso più surreale, però, ha riguardato la doppia identità che Nawrocki si era creato per scrivere e promuovere un suo libro. Durante la campagna elettorale infatti si è scoperto che nel 2018 Nawrocki aveva pubblicato un libro su un criminale polacco degli anni Novanta, Nikodem “Nikoś” Skotarczak, spacciandosi per un autore che non esiste, Tadeusz Batyr.
Nawrocki aveva scritto sui social di aver incontrato Batyr di persona; viceversa in alcune interviste Batyr sosteneva di essersi ispirato al lavoro di storico di Nawrocki per la sua opera, elogiandolo molto. In una di queste interviste Batyr/Nawrocki parlava con la voce camuffata e l’immagine sfocata, per non essere riconosciuto. Nelle ultime settimane il video era circolato online e in molti lo avevano preso in giro per questa goffa trovata pubblicitaria. Dopo avere ammesso che effettivamente dietro il nome di Tadeusz Batyr c’era proprio lui, Nawrocki aveva spiegato che la copertura serviva a proteggerlo dalle ritorsioni della criminalità organizzata, e che «gli pseudonimi letterari» non erano «nulla di nuovo». La copertura non era comunque così impenetrabile: Tadeusz è il suo secondo nome.
Karol Nawrocki con Kristi Noem, segretaria alla Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Rzeszów, Polonia, 27 maggio 2025 (AP Photo/Alex Brandon, Pool)
Nawrocki ha posizioni molto conservatrici che in alcuni casi superano quelle del partito che l’ha sostenuto. È decisamente contrario all’aborto, ma anche alla contraccezione di emergenza e alle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Ha definito la Russia uno «stato barbaro», ma allo stesso tempo è contrario all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea e nella NATO. Il suo slogan durante la campagna elettorale era “prima la Polonia, prima i polacchi” e ha spesso criticato gli aiuti e il sostegno dati ai rifugiati ucraini che vivono nel paese spiegando tra le altre cose che, «nelle code davanti agli studi dei medici e agli ospedali», i polacchi dovrebbero «avere la priorità». Ha anche criticato l’Ucraina per non aver «mostrato gratitudine per ciò che i polacchi hanno fatto» e ha accusato il presidente Volodymyr Zelensky di «insolenza» nei confronti della Polonia.
Nawrocki è anche critico nei confronti dell’Unione Europea, ha spesso attaccato il ruolo che in Europa hanno Francia e Germania, è contrario al Green Deal e ha buoni rapporti personali con il presidente statunitense Donald Trump, che ha incontrato più volte.