Il sindacato interno dice che ci sono stati troppi inserimenti di nuovi dipendenti poco competenti e senza concorso
Dallo scorso primo maggio l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN) è in stato di agitazione per il modo in cui viene gestita, in particolare per quanto riguarda l’assunzione di nuovo personale e il trasferimento di dipendenti da altri ambiti della pubblica amministrazione. L’agitazione non ha ancora portato a forme di protesta come l’interruzione delle attività, ma riguarda anche il CSIRT, la centrale operativa dell’ACN, che si occupa di rispondere alle emergenze legate alle violazioni dei sistemi informatici di vari enti governativi e pubblici, compresi gli ospedali.
Il sindacato che è stato formato all’interno dell’ACN ha chiesto un incontro con la dirigenza e sostiene che ci sia scarsa trasparenza nella scelta del personale e nelle opportunità di carriera, visto che su circa 360 dipendenti solo un terzo è stato assunto con concorso. Decine di altre persone sono state invece inserite nell’agenzia con altre modalità, spesso facendo ricorso ai “comandi”, cioè le procedure che consentono a un dipendente di un’amministrazione pubblica di prestare servizio in un’altra amministrazione: una sorta di mobilità temporanea. La pratica, sempre secondo il sindacato, ha reso possibile l’inserimento di dipendenti che non hanno sempre le conoscenze adeguate per lavorare all’agenzia.
Uno dei rappresentanti del sindacato ha detto a Repubblica che molte delle persone arrivate in comando spesso non hanno competenze in cybersicurezza, ma sono state comunque stabilizzate all’interno dell’agenzia con condizioni economiche superiori a chi si occupa materialmente della sicurezza informatica, tramite il CSIRT. Ci sono state anche notizie di aumenti di stipendio che hanno ottenuto alcuni di quei dipendenti sfruttando meccanismi legati alle indennità.
Repubblica cita il caso dell’arrivo all’ACN di persone vicine a Fratelli d’Italia, o ad alcuni dei componenti del governo. I responsabili dell’ACN hanno comunque respinto le accuse, ricordando che l’agenzia è di recente formazione (è stata istituita nel 2021 facendo ordine nelle attività di sicurezza informatica dello Stato) e che di conseguenza ha dovuto raccogliere in fretta nuovo personale, non potendo attendere sempre i tempi dei concorsi.
L’ACN ha un ruolo molto importante per la sicurezza stessa delle comunicazioni che riguardano il governo. Fino al marzo del 2023 era stata guidata da Roberto Baldoni, uno dei più importanti esperti di cybersicurezza in Italia e scelto da Mario Draghi, quando era presidente del Consiglio. Baldoni si era dimesso senza fornire molte spiegazioni, ma si era parlato di alcune divergenze con il governo di Giorgia Meloni. Al suo posto era stato nominato Bruno Frattasi, già prefetto, e che negli ultimi tempi ha dovuto affrontare diverse crisi legate alla gestione della sicurezza informatica della pubblica amministrazione.