Gorizia: “Figli di un Dio minore” al teatro Verdi

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Nuovo appuntamento con la Prosa per la stagione artistica 2015/2016 del Teatro Verdi di Gorizia. Lunedì 18, alle 20.45, sarà portato in scena “Figli di un dio minore”, produzione OTI-Officine del Teatro Italiano di Roma, con Giorgio Lupano, forte di una lunga gavetta teatrale e protagonista di diverse fiction, e Rita Mazza, attrice sorda, che per interpretare il ruolo di Sarah si esprimerà con la lingua dei segni.

Il testo teatrale di Mark Medoff è stato scritto nel 1978 e reso celebre dalla trasposizione cinematografica interpretata da William Hurt nel 1986, conquistando cinque nomination agli Oscar. La protagonista femminile Marlee Matlin vinse per quell’interpretazione l’Oscar e il Golden Globe. Gli anni non hanno inciso sull’attualità e sulla freschezza della commedia, capace di travalicare la distanza fra i mondi degli udenti e dei non udenti, diventando emblema del confronto fra le tante solitudini legate alle diverse appartenenze sociali e culturali. I biglietti sono in vendita nel botteghino del Teatro, in corso Italia (tel. 0481/383602), da lunedì a sabato dalle 17 alle 19.

In un Istituto per sordi arriva un nuovo insegnante di logopedia. È James Leeds, un giovane i cui metodi anti-convenzionali e diretti sono guardati con sospetto dal direttore che lo esorta subito a non essere troppo “creativo” nell’insegnamento. Leeds va avanti per la sua strada e i risultati non tardano ad arrivare. Ma la vera sfida per il professore è rappresentata da Sarah, una giovane donna bella, intelligente e sorda dalla nascita. La ragazza accolta dalla scuola fin dall’infanzia vi si è diplomata e ha poi deciso di rimanere lì, dentro i confini del suo mondo di silenzio, accettando un lavoro da cameriera. Si sente più sicura in mezzo alla “sua gente” e preferisce non affrontare l’esterno, una realtà che percepisce come ostile e crudele. Sarah ha un carattere forte, è spigolosa, introversa. Fiera della sua diversità si rifiuta di parlare perché, non avendo mai conosciuto il suono della voce umana, sa di non poter farlo bene come gli altri, non usa la lettura delle labbra, nonostante la conosca, e si esprime solo attraverso la lingua dei segni. Nonostante la dichiarata ostilità della ragazza a ogni integrazione comunicativa, Leeds non si arrende e Sarah sembra volerlo mettere ogni volta alla prova.

Le particolari attenzioni che il logopedista rivolge all’ex-allieva non sono viste di buon occhio né dal direttore, né da due giovani audiolesi che vivono nell’Istituto: Orin (che teme l’influenza del professore possa distogliere Sarah dalla causa della difesa dei non udenti) e Lydia, che, infatuata del professore, è gelosa del sentimento che lui nutre per l’amica. Nonostante, e forse proprio per questo, Sarah e James finiscono per innamorarsi anche se la loro relazione deve superare molti ostacoli.
Lo spettacolo è proposto con una struttura scenica essenziale, che si compone, si trasforma e crea i diversi luoghi della vicenda, con una colonna sonora e musicale sobria ed efficace a marchare le differenze e il sottile varco di comunicazione fra i due mondi. Tutte le fasi del lavoro, dalla prima parte laboratoriale fino all’allestimento vero e proprio, sono state concordate, supportate e realizzate con la collaborazione dell’ISSR, Istituto Statale dei Sordi di Roma

http://www.udine20.it/

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