Accusato di violenza sulla figlia, non udente si difende in tribunale

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I fatti si sarebbero svolti tra il 2013 e il 2019. L’uomo si è servito di un interprete in aula a Varese

Non capita tutti i giorni di vedere gli interpreti della lingua dei segni al lavoro nell’aula del Tribunale. Purtroppo capita più spesso, invece, di vedere dei padri alla sbarra con l’accusa di abusi sessuali sulla figlia. Ed è proprio con questa accusa – violenza sessuale – che un uomo non udente è sotto processo a Varese.

Oggi, giovedì 28 marzo, grazie all’interprete, l’imputato si è potuto difendere dalla pesantissima accusa di aver costretto la figlia a subire atti sessuali.

«Non è vero, non avrei mai fatto una cosa del genere, ha ripetuto più volte rispondendo alle domande del pubblico ministero Marialina Contaldo, negando di aver toccato nelle parti intime la ragazza (che all’epoca dei fatti contestati era ancora una bambina) o di aver preteso che lei facesse lo stesso con lui. Gli episodi, risalenti al periodo tra il 2013 e il 2019, sarebbero avvenuti in un paese del Varesotto quando la figlia (e il fratello) andavano in vacanza dal padre, oggi separato dalla moglie (costituitasi parte civile per conto della figlia minorenne).

Prossimo atto del processo a ottobre con l’esame dei testimoni della difesa

Redazione Prealpina

 

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