In Iran internet è praticamente inaccessibile

0
5 Numero visite
Teheran, 18 giugno 2025 (AP Photo/Vahid Salemi)

Non per gli attacchi israeliani ma per decisione del regime: e quindi milioni di persone sotto i bombardamenti non riescono a comunicare

Da mercoledì pomeriggio in Iran internet è diventato praticamente inaccessibile. Non sembra essere un problema di connessione dovuto ai bombardamenti israeliani, ma il risultato di una decisione del regime iraniano. Da giorni le autorità iraniane avevano iniziato a limitare parecchio l’accesso a internet, citando la necessità di evitare attacchi informatici israeliani dopo che un gruppo di hacker ritenuto vicino a Israele aveva causato problemi alla principale banca iraniana, mettendo fuori uso il sito e gli sportelli bancari. È probabile però che il regime voglia anche evitare che vengano diffuse informazioni sui danni dei bombardamenti israeliani in corso.

I problemi nell’accesso a internet erano cominciati con l’inizio della guerra, lo scorso venerdì, e sono peggiorati nei giorni successivi. Martedì sera la larghezza di banda (cioè la quantità di informazioni che può passare da una connessione internet in un certo tempo, e quindi la sua velocità) era stata ridotta dell’80 per cento, per essere azzerata nelle ore successive e sostituita con una rete intranet statale: è cioè permesso visitare solo alcuni siti approvati e considerati sicuri dal governo.

Il grafico realizzato dal Georgia Institute of Technology che mostra il crollo delle connessioni internet in Iran

Al momento né i social media né le principali app di messaggistica sono facilmente accessibili in Iran: nel paese molte erano già bloccate prima dell’inizio della guerra, ma molti iraniani riuscivano a utilizzarle tramite VPN, il servizio che permette di nascondere l’indirizzo IP e quindi la posizione da cui ci si connette, aggirando i blocchi. Ora anche questi sistemi sono sostanzialmente inutili.

La quasi totale assenza di internet rende molto più complesse le comunicazioni. Impedisce anche agli iraniani di ricevere gli avvisi con gli ordini di evacuazione che l’esercito israeliano diffonde sui social, esponendoli a ulteriori rischi. Inoltre diversi siti di informazione iraniani non sono più aggiornati.

Sabato scorso Elon Musk aveva detto di aver riattivato il sistema di connessione internet satellitare Starlink: anche se è formalmente vietato in Iran, si stima che nel paese ci siano diverse migliaia di terminali (cioè l’apparecchiatura necessaria a connettersi al servizio) importati illegalmente. Sia i terminali che l’uso del servizio è però molto costoso e accessibile a pochi.

Non è la prima volta che il regime iraniano interviene sulla connessione internet. Era accaduto nel 2022, durante le proteste per la morte dell’attivista Masha Amini, e prima ancora nel 2019, sempre per limitare le proteste in quel caso dovute all’aumento del prezzo del carburante. Secondo l’organizzazione non governativa Freedom House, l’Iran è il terzo paese al mondo per repressione dell’uso di internet, dopo il Myanmar e la Cina.

Redazione Il Post

L'informazione completa