“Emozioni dal silenzio”. Le opere degli artisti sordi Taviani, Stagnoli e Monte come segni di resistenza e coraggio oltre le barriere

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L’arte come ponte tra mondi diversi, come linguaggio universale che supera le barriere per arrivare all’anima. È questo il filo conduttore della mostra “Emozioni dal silenzio. I sordi e l’arte. La pittura di Taviani, Stagnoli e Monte” organizzata dall’Ente nazionale sordi (Ens) sezione di Bergamo con il patrocinio della Provincia e del Comune di Bergamo, nell’ambito delle manifestazioni di Bergamo Brescia2023 Capitale della cultura.

L’esposizione si svolge nello Spazio Viterbi della Provincia in via Tasso dall’11 al 23 dicembre, con inaugurazione l’11 dicembre alle 15. Nel frattempo a Brescia, dal 4 al 15 dicembre è in atto un’iniziativa analoga, sempre organizzata dall’Ens, nel Salone Vanvitelliano del centrale Palazzo della Loggia. Entrambe sono accompagnate da incontri e approfondimenti a tema.

Non si tratta quindi “soltanto” di mostre d’arte ma di occasioni preziose di sensibilizzazione per conoscere meglio il mondo dei sordi, valorizzandone i talenti e le potenzialità creative, seguendo le tracce di artisti che sono stati capaci di trasformare la fragilità in un punto di forza.

Al centro delle esposizioni ci sono un pittore sordo bergamasco, Nello Taviani (1916-1995) e uno bresciano, Antonio Stagnoli (1922-2015). Entrambi furono allievi di Achille Funi, il primo all’Accademia Carrara e il secondo all’Accademia di Brera. A Bergamo saranno esposte anche le opere di Monte, pittore e scultore (al secolo Luigi Monti, 1927-2019), cognato di Nello Taviani. In tutte e due le mostre sono presenti opere dei pittori bergamaschi e bresciani, in un’ottica di collaborazione e di scambio.

Taviani ha una storia travagliata e appassionante, legata alle vicende della sua famiglia. Suo padre Angelo nel 1924 fu inviato coattivamente a Bergamo da Mortara come oppositore del regime, per la sua scelta socialista e l’attivismo sindacale come segretario della Camera del Lavoro. Da dirigente dell’ufficio Poste e Telegrafi fu assegnato a ruoli subalterni alle Poste di Bergamo, dove trovò casa in via Garibaldi. Con lui c’erano la moglie Adelaide Poggi e i due figli Corrado, nato nel 1911 e Nello, nato nel 1916. Nello, affetto da sordità totale dalla nascita, si trovava allora in collegio a Milano per frequentare la scuola nel Regio Istituto Sordomuti. Data la sua linea sindacale e antifascista

Nello nel 1928 fu radiato dalla pubblica amministrazione, licenziato e gettato sul lastrico. Nostante questo Nello, che era sempre tra i primi della classe, riuscì a completare gli studi prima a Milano. Fu ammesso all’Accademia Carrara dopo un anno “condizionato” di prova, perché gli insegnanti temevano che la sordità non gli permettesse di seguire gli insegnamenti curricolari. Lui però riuscì a superare questo ostacolo e proseguì gli studi “regolari” in Accademia, diplomandosi a pieni voti nel 1940, proprio mentre scoppiava la Seconda Guerra Mondiale. Nel frattempo, nel 1937, aveva perso il fratello Corrado, caduto nella Guerra d’Etiopia e la madre, per mantenere la famiglia, aveva aperto una pensione in via Camozzi.

“Terminata la guerra – racconta don Luigi Cortesi, curatore della mostra -, volle frequentare i corsi supplementari di perfezionamento all’Accademia: dal 1946, allontanato Contardo Barbieri epurato a fine guerra, per tre anni fu alla scuola dello stimato maestro Achille Funi, che lo tenne molto caro. Le mostre, personali o collettive, da allora saranno costanti: a Bergamo, Milano, Roma, in Valcuvia… sempre con successo e premi. Collaborò con Funi per affreschi in Bergamo e lavorò altresì sistematicamente come illustratore per il prestigioso Istituto Italiano d’Arti Grafiche di Bergamo; per alcuni anni, ultimi, anche alle Poste di Bergamo, assunto come opportuna e giusta riparazione per le vessazioni patite, là, da suo padre”.

La storia e l’opera del pittore è stata raccolta in una monografia, “Taviani”, preparata in occasione del 25° anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 6 maggio del 1995, edita da Grafica Monti nel 2020. “Questo lavoro – spiega don Luigi Cortesi – è stato completato durante la pandemia, e non è stato quindi possibile presentarlo fino ad ora, ma sarà disponibile per i visitatori della mostra”. Nei suoi quadri, sottolinea don Cortesi, si ritrova una sensibilità speciale per le immagini, in qualche modo legata alla sordità, e un’inclinazione ad atmosfere meditative, “un naturalismo realistico silenziato”.

La mostra diventa un’occasione per raccogliere il messaggio e l’esperienza di vita di questi artisti: “Diventa  per le città di Bergamo e Brescia scambio di esperienze e di testimoni, gli artisti Taviani e Stagnoli;  e proposta, all’universo delle persone udenti, di come l’arte sia rigeneratrice e impareggiabile training autogeno, laddove le disabilità hanno colpito. Arte, dunque, che si costituisce quale speranza e salvezza, bellezza e gioia. Viene offerta, ora e così, un’occasione (ghiotta) di far conoscere, al pubblico ma anche ai Sordi stessi, alcuni artisti: per la loro arte e per le loro esperienze personali di vita. Furono esperienze particolari, che documentano come le risorse di ognuno possano risolvere problemi complessi e, anzi, diventare valori aggiuntivi che trasformerebbero la propria esperienza esistenziale: è la vita che diventa oro e brilla. Ci sarà sempre e per tutti il fardello da portare, in ogni caso le forze si sono moltiplicate. La mostra ci dice che nessuno deve soccombere”.

Redazione Santalessandro

 

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