Una giornata in onore della pietanza italiana per eccellenza. Per festeggiare una storia culinaria lunga secoli, che da sempre stimola l’arte

E’ la cotta intramontabile. Quell’amore da cui, alla fine, si torna sempre. Poco importano le sbandate per il sushi imbevuto d’aceto di riso, per il pokè in salsa di soia, per il guacamole con retrogusto di avocado. Dalla pasta tornano tutti, anche i palati più radical chic. Perché è considerato il vero piatto tipico italiano, ma il suo appeal è riconosciuto in tutto il mondo. Ecco perché l’alimento viene celebrato ogni 25 ottobre, con una giornata a misura di spaghetti e compagnia. È il World Pasta Day. Una festa giunta alla 21esima edizione, ideata e curata da Unione Italiana Food (l’associazione dei produttori di pasta italiani.) e da Ipo – International Pasta Organization. Un momento che ha l’obiettivo di ristabilire la centralità di questo alimento, riproponendolo nel contesto di una buona e corretta alimentazione.

IL CONSUMO DI PASTA IN 10 ANNI È QUASI RADDOPPIATO

Ma la pasta non ha bisogno di pubblicità, il fascino che emana resiste da solo. Anzi, per stare in tema culinario, lievita. I dati confermano il suo successo in aumento, con un consumo mondiale che è quasi raddoppiato negli ultimi 10 anni, passando da 9 a 15 milioni di tonnellate all’anno. La bandiera tricolore continua a essere il punto di riferimento per la produzione di pennebucatinifusilli e affini. Ma, anche se l’Italia è il Paese che produce, consuma e ne esporta di più, il culto della pasta è raccontato attraverso prodotti artistici che hanno attraversato il mondo. In occasione del Word Pasta Day, ecco una lista di canzoni e film sulla pietanza da cui non si torna più indietro.

 

DALLE TAGLIATELLE AGLI SPAGHETTI: I 5 BRANI CHE CANTANO LA PASTA

  • Le tagliatelle di nonna Pina: scritto da Gian Marco Gualandi e interpretato nel 2003 da Ottavia Dorrucci (che all’epoca aveva cinque anni), il brano ha vinto la 46esima edizione dello Zecchino d’Oro. È una canzone per bambini. Ma, a prescindere dall’età, è difficile leggere questo titolo senza aver voglia di proseguire canticchiando «…un pieno di energia, effetto vitamina».

 

La piccola Ottavia Dorrucci allo Zecchino d’Oro canta “Le tagliatelle di nonna Pina”.
  • Pasta al burro: con il timbro filtrato dall’effetto elettronico, il cantautore Bugo interpreta nel 2002 una canzone che dileggia le paturnie di chi, spaventato dai «brufoli sulla schiena» rifiuta il piatto semplice per eccellenza. Una ricetta di cui lui, invece, dice: «Con coerenza e con l’orgoglio, pasta al burro è il mio oro».
  • Spaghetti a Detroit: sulle note blues che trasportano in una magica atmosfera Anni 50, il cantautore molisano Fred Bongusto apre con gli spaghetti questo brano d’amore datato 1979. Il menù che segue comprende «pollo, insalatina e una tazzina di caffè». Che lui, afflitto com’è dalle pene del cuore, «a malapena riesce a mandare giù».

Pasta e fagioli: tanta Italia ma anche un pizzico di Germania in questo brano del cantautore e cabarettista veneto Lino Toffolo. Uscita nel 1999, la canzone simula infatti una conversazioneordinazione, in cui l’uomo chiede che gli vengano portate «ein zwei drei pasta e fagioli». E un sacco di altro cibo, tra cui anche «maccheroni e cannelloni».

  • That’s amore: della pasta e fagioli parla anche Dean Martin, la poliedrica star dagli Stati Uniti che, nel 1953, canticchiava con quel timbro avvolgente «When the stars make you drool, just-a like pasta fazool, that’s amore». La ricetta, oltre a riempire lo stomaco, diventava nelle parole di Martin un’insegnante di vita: «Quando le stelle ti mettono l’acquolina in bocca, proprio come la pasta e fagioli, ecco, questo è amore».

LE PELLICOLE DOVE LA PASTA ENTRA IN SCENA

  • C’eravamo tanto amati: tre amici ex partigiani, seduti al tavolo di una trattoria, innalzano forchette piene di maccheroni. È questa la scena a tema “pasta” che si trova nel film del 1974 diretto dal regista campano Ettore Scola. E che, con l’interpretazione di Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefano Satta Flores, tratteggia la perdita dello slancio intellettuale, sostituito da un deleterio senso di fallimento.
  • Una vita difficile: e sempre di partigiani si parla nella pellicola del regista milanese Dino Risi, datata 1961. Alberto Sordi diventa nel film Silvio Magnozzi, un uomo che ha vissuto la resistenza. La scena riporta al giugno 1946, quando gli italiani (e le italiane!) vengono chiamati a decidere tra Repubblica e Monarchia. Silvio e la moglie sono a pranzo quando, dalla radio, si scopre che ha vinto l’alternativa repubblicana. Colti da una felicità incontenibile, i coniugi si fiondano sul piatto di spaghetti. Mentre gli altri parenti, aristocratici e tutt’altro che soddisfatti dal risultato referendario, lasciano la stanza.

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