L’Unione Europea ha fatto allo stato una multa da quasi 400 milioni di euro e due ex ministri sono stati indagati: potrebbe essere solo l’inizio
Questa settimana la Commissione Europea ha multato la Grecia per 392 milioni di euro accusandola di gravi carenze nella gestione dei sussidi agricoli europei, per via di un’enorme truffa di appropriazioni indebite avvenuta fra il 2016 e il 2023. Il sospetto della Procura Europea (EPPO), che sta indagando sul caso da anni, è che la truffa non sia stata solo operata da singoli cittadini, ma che sia stata permessa e attuata con il consenso di molti funzionari statali: fra loro ci sarebbero anche due ex ministri che giovedì sono stati accusati formalmente dall’EPPO di «aiuto e istigazione all’appropriazione indebita di fondi agricoli dell’UE durante l’esercizio delle loro funzioni ufficiali».
I sussidi agricoli europei sono un tema di cui si discute spesso. Fra il 2023 e il 2027 sono stati stanziati per la cosiddetta Politica agricola comune (PAC) quasi 290 miliardi di euro, circa un quarto dei fondi europei totali. Di questi più del 70 per cento sono stati o saranno distribuiti sotto forma di sussidi diretti agli agricoltori. Molti paesi sostengono da anni che questi fondi andrebbero ridotti o modificati, ma a questo si oppongono da sempre i paesi che hanno un settore agricolo molto sviluppato, fra cui l’Italia, la Francia, la Spagna, la Germania e anche la Grecia. Quest’ultima avrebbe dovuto ricevere circa 1,9 miliardi di euro in pagamenti diretti dall’Unione, ma la cifra sarà diminuita di circa un quinto a causa della sanzione.
Anche per questo motivo il caso della Grecia sta ricevendo molta attenzione e potrebbe essere usato come argomento dai critici della PAC durante i negoziati per stabilire la prossima cifra da stanziare fra il 2028 e il 2034.
Secondo l’EPPO fra il 2016 e il 2023 migliaia di cittadini greci (fra cui moltissimi, per un motivo ancora non chiaro, risiedevano a Creta) avrebbero fatto richiesta e ricevuto dei sussidi europei per terreni o pascoli che non possedevano e che non avevano nemmeno affittato. Cento di loro sono stati incriminati a marzo del 2025, mentre alcuni sono stati già condannati da tribunali greci, a cui l’EPPO deferisce i casi una volta che ha raccolto prove sufficienti.
Lavori agricoli a Tirnavos, nel nord-est della Grecia, nel 2015 (AP Photo/Thanassis Stavrakis)
Al centro di tutto c’è l’OPEKEPE, l’organizzazione statale che gestiva la distribuzione di questi sussidi e che lo scorso mese il governo greco ha annunciato di voler smantellare per via dello scandalo (OPEKEPE sta per Organizzazione per i pagamenti e il controllo degli aiuti comunitari, dell’orientamento e delle garanzie). La Grecia era già stata multata dall’Unione Europea nel 2024 per una cattiva gestione dei fondi da parte dell’OPEKEPE, e nell’ultimo anno l’organizzazione era stata messa in una specie di periodo di prova, per vedere se fosse possibile correggere le storture. L’avanzamento delle indagini ha però portato a pensare che l’organizzazione avesse dei problemi strutturali difficilmente risolvibili.
Politico ha ricostruito la vicenda in un’inchiesta pubblicata a febbraio del 2025. Dal 2005 l’OPEKEPE è l’unica autorità greca che supervisiona l’erogazione dei sussidi della PAC. Ogni anno, sotto la supervisione del ministero dell’Agricoltura, eroga circa 3 miliardi di euro a 900mila beneficiari, fra cui agricoltori, cooperative agricole e aziende esportatrici. Nonostante l’indagine dell’EPPO parta dal 2016, Politico scrive che la maggior parte delle frodi sarebbe iniziata nel 2017, quando delle modifiche alle leggi europee hanno ampliato la definizione di cosa poteva essere considerato un terreno da pascolo o coltivabile, così da farci rientrare anche le zone boschive. Era una riforma per cui la Grecia in particolare aveva fatto pressioni e che ha portato a un raddoppiamento della superficie ammissibile nel paese.
Secondo quanto riportato da Politico, che ha parlato con diversi ex dipendenti dell’OPEKEPE e ha avuto accesso a documenti riservati, le domande considerate fraudolente si assomigliavano un po’ tutte: venivano da persone che dichiaravano di possedere un terreno in una zona, ma risiedevano in un luogo completamente diverso. La documentazione allegata alle domande per ricevere i sussidi spesso non conteneva contratti ma solo dei numeri identificativi e sono state trovate delle circolari dell’OPEKEPE in cui veniva detto ai suoi revisori di limitare i controlli e che non era necessario verificare i titoli di proprietà. Alcuni appezzamenti di terra erano dichiarati come appartenenti a una persona un anno e a un’altra persona l’anno successivo, ma uno stesso terreno non veniva mai dichiarato di proprietà di due persone diverse.
«Questo schema non avrebbe potuto essere messo in atto senza qualcuno all’interno dell’organizzazione che indicasse quali appezzamenti di terreno erano disponibili in tutto il paese e che si assicurasse che non ci fossero “doppie registrazioni” tra i presunti proprietari dei terreni», ha detto a Politico un ex funzionario dell’OPEKEPE.
Le proteste degli agricoltori contro la diminuzione dei fondi del PAC a Thessaloniki, in Grecia, a febbraio del 2024 (AP Photo/Giannis Papanikos)
Una delle prime persone a sospettare che ci fossero delle irregolarità è stata Paraskevi Tycheropoulou, la responsabile del dipartimento di revisione contabile interna dell’OPEKEPE che però a ottobre del 2024 è stata rimossa dal suo incarico «per incompetenza» dall’allora capo dell’organizzazione, Kyriakos Babasidis (che si è poi dimesso a dicembre dello stesso anno). Tycheropoulou non è l’unica ad essere stata rimossa in questo modo negli ultimi anni: secondo Politico, diversi funzionari a più livelli sarebbero stati allontanati dopo aver chiesto spiegazioni sul modo in cui venivano gestiti i sussidi. Fra loro ci sono anche i presidenti stessi dell’organizzazione, che ne ha cambiati sei negli ultimi cinque anni.
Un esempio è quello di Evangelos Simandrakos, un presidente dell’OPEKEPE che nel 2023 bloccò 6mila partite IVA che avevano presentato domande sospette. L’allora ministro dell’Agricoltura Lefteris Avgenakis (che rappresenta un collegio elettorale di Creta) chiese le dimissioni di Simandrakos, che lui inizialmente rifiutò, per poi lasciare l’incarico a dicembre del 2023. Fu sostituito da Babasidis, che durò meno di un anno.
L’EPPO non ha reso pubblici i nomi dei due ex ministri accusati nell’indagine. Alcuni funzionari greci rimasti anonimi hanno detto a Politico che sarebbero proprio Avgenakis, ministro dell’Agricoltura dal 2023 al 2024 e ora deputato, e Makis Voridis, ministro dell’Agricoltura dal 2019 al 2021 e ora ministro della Migrazione. Dopo che i loro nomi sono comparsi sulla stampa greca in relazione al caso, Voridis ha pubblicato un post sui suoi profili social in cui diceva di non aver commesso alcun reato. L’EPPO ha deferito i loro casi al parlamento nazionale, l’unico secondo la legge greca a poter indagare membri o ex membri del governo.