Abbattere le barriere. Quelle visibili ma soprattutto quelle invisibili: pregiudizi sociali, ostacoli culturali, diversità. Consentendo ai disabili di giocare un ruolo sempre più attivo nella società, “protagonisti e non soggetti passivi di benevolenza e di interventi meramente assistenziali”.
di Pasquale Raicaldo

E’ stata presentata l’associazione “Capri senza barriere”, aperta ai cittadini con disabilità motorie e psichiche, ma anche ai loro familiari,a volontari, medici e chiunque ne condivida le finalità. Durante la conferenza di presentazione – alla quale hanno preso parte i sindaci di Capri e Anacapri, Gianni De Martino e Franco Cerrotta, l’assessore alle politiche sociali di Capri Caterina Mansi, il delegato all’abbattimento delle barriere architettoniche per il Comune di Capri, Fabio de Gregorio, e uno dei fondatori dell’associazione, Michele Lembo – sono stati illustrati obiettivi e progetti.
Tra questi, la costante segnalazione agli enti competenti “degli ostacoli che impediscono o limitano gli spostamenti e la fruizione di servizi pubblici a persone disabili, con limitata capacità motoria o sensoriale, secondo le normative vigenti”, ma anche la “relazione di un progetto di accessibilità urbana per marciapiedi, strade, parcheggi”. Capri vuole diventare un’isola senza barriere: è per questo che è in via di definizione un progetto in collaborazione con i negozianti isolani per la dotazione di una pedana che faciliti l’accesso ai diversamente abili.
L’associazione si occuperà anche di scuola (con sostegno ai genitori per iscrizioni, accessibilità edifici scolastici, diritti e violazioni da segnalare) e lavoro (organizzazione di stage e corsi di formazione in collaborazione con le associazioni di categoria presenti sul territorio, assistenza lavoratori con disabilità). E fornirà agli iscritti un aggiornamento costante su leggi, fondi europei, normative attraverso la newsletter ed i canali ufficiali dell’associazione. “Capri senza barriere” prevede inoltre campagne di sensibilizzazione e incontri nelle scuole, convenzioni con centri di riabilitazione e fisioterapia per i soci, assistenza e sostegno alle famiglie e attività di consulenza legale e fiscale.
“Organizzeremo anche momenti di aggregazione in collaborazione con le altre associazioni presenti sul territorio – spiegano i soci fondatori – come circolo di lettura, corsi di lingue, laboratori creativi, lezioni di disegno, cineforum, manifestazioni ed iniziative annuali”.
Tra i nodi cruciali, anche l’accessibilità
ai trasporti terrestri e marittimi, con la verifica delle condizioni di viaggio, in particolare per chi è costretto sulla sedia a rotelle. “Chiederemo anche la creazione di una commissione intercomunale a tutela dei disabili”, chiosano i fondatori, già pronti a rimboccarsi le maniche. Perché in fondo, per dirla con Chris Bradford, “disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità”.
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