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Latina, auto investe ciclista sordomuto in via del Lido e fugge: caccia al pirata della strada

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Un incidente stradale si è verificato questa mattina in via del Lido, all’altezza della rotatoria con via Scarlatti, dove un giovane ciclista sordomuto, di nazionalità straniera, è stato investito da un’automobile. Il conducente del veicolo si è poi dato alla fuga, senza prestare soccorso. Fortunatamente, il ragazzo non ha riportato gravi conseguenze, e la Polizia Locale ha avviato un’indagine approfondita per rintracciare il responsabile.

Il sinistro è avvenuto mentre il giovane stava attraversando la pista ciclabile su via Scarlatti. L’impatto con la vettura in transito non è stato diretto, ma è stato sufficiente a far cadere il ciclista sull’asfalto. A causa della sua condizione, per il ragazzo non è stato semplice chiedere aiuto, ma alcuni passanti hanno prontamente allertato il 112.

Dopo un primo intervento della Squadra Volante, il caso è passato alla Polizia Locale. Gli agenti stanno conducendo i rilievi del sinistro e hanno avviato tutte le procedure necessarie per identificare il pirata della strada. Le indagini si stanno concentrando sull’acquisizione delle testimonianze oculari e sull’analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, nella speranza di ottenere elementi utili all’identificazione del veicolo e del suo conducente.

Redazione Latina Press

 

Torino – Truffe al Salone del Libro: finti sordomuti raggiravano i passanti

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Nel corso del 37° Salone Internazionale del Libro di Torino, la Polizia di Stato ha ricevuto numerose segnalazioni relative al fenomeno del “finto sordomutismo”. Persone curate nell’aspetto, e con regolare biglietto d’ingresso, si presentavano ai visitatori con una cartella in mano dove erano riportate finte donazioni per convincere i “malcapitati di turno” ad effettuare anch’essi un’offerta.

Durante i servizi predisposti dalla Questura per la kermesse torinese, i poliziotti del del Commissariato di P.S. Barriera Nizza hanno individuato 5 persone di nazionalità romena, nell’atto di chiedere del denaro ai visitatori del Salone, fingendosi sordomuti.

I 5 sono stato denunciati alla locale Procura della Repubblica in merito ad 8 episodi (uno riconducibile al reato di truffa e sette all’accattonaggio molesto).

Complessivamente, i poliziotti hanno sequestrato 700 euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita condotta dalle persone deferite

Redazione Torino News 24

 

I reati contro gli animali diventano legge, multe e carcere per chi li abbandona

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Vittoria Brambilla e beagle cani

Il Senato approva il ddl, il testo a prima firma Brambilla diventa definitivo

Multe salate ed anche il carcere: arrivano norme più severe contro la violenza nei confronti degli animali.

E’ diventato infatti legge con il voto per alzata di mano, il disegno di legge, prima firmataria la parlamentare di NM Michela Vittoria Brambilla, che detta nuove regole nei rapporti tra animali e umani. Con una fondamentale novità: d’ora in poi gli animali diventano soggetti.

Tra le modifiche che si introducono ai Codici Penale e di Procedura Penale c’è infatti quella che specifica come l’obiettivo sia quello di “tutelare direttamente gli animali” e non più il “sentimento per gli animali” da parte degli esseri umani. Gli animali, così, è stato sottolineato in Aula da quasi tutti gli esponenti della maggioranza, vengono così messi “al centro delle tutele giuridiche, riconoscendo i loro diritti in modo indipendente dal nostro modo di percepirli”.

Tra le novità introdotte dalla legge innanzitutto l’inasprimento delle pene. Gli organizzatori di eventi o competizioni in cui vengono sottoposti a violenze vedranno aumentata la multa da 15.000 a 30.000 euro. In caso di combattimenti tra animali per chi li organizza si passa dai 2 ai 4 anni di reclusione, con sanzioni fino a 30.000 euro per chi vi partecipa. Chi uccide un animale rischia il carcere da 6 mesi fino a 4 anni e una multa fino a 60.000 euro. Pene più severe anche in caso di maltrattamento: si rischia fino a 2 anni di reclusione e non sono più previste sanzioni pecuniarie alternative. Si introduce poi il divieto di “abbattimento degli animali coinvolti, che dovranno rimanere sotto custodia fino alla fine del processo”.

Divieto totale anche di utilizzare pellicce di gatti domestici per fini commerciali. D’ora in poi neppure mai più cani legati alla catena: ne è fatto divieto su tutto il territorio nazionale ed ancora più attenzione anche alle specie protette: per l’ uccisione, cattura, o detenzione è previsto l’arresto da 3 mesi a 1 anno con ammenda fino a 8 mila euro.

Quindi occhio anche all’animaletto esotico da tenere in casa, che non rientri in specie vietate in Italia. Ed infine attenzione anche alla provenienza del delizioso cucciolo che si vuole acquistare: perché il traffico di cuccioli d’ora in poi è punito con la reclusione da 4 a 18 mesi ed una multa da 6 mila a 30 mila euro.

Redazione Ansa

 

I femminicidi in Italia hanno reso orfani oltre 3.500 minori

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Aleandro Biagianti / AGF - Presidio delle donne di 'Non una di meno' contro i femminicidi e il patriarcato a Pistoia dello scorso aprile

Questi orfani sono definiti “speciali” perché hanno perso la madre per mano del padre che, in alcuni casi, si suicida o comunque viene arrestato

AGI – In Italia ci sono più di 3500 orfani minorenni di donne vittime di femminicidi: lo ha riferito la presidente dell’Osservatorio nazionale indipendente sugli orfani di femminicidio, Stefania Bartoccetti, davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. Questi orfani sono definiti “speciali” perché esposti a una simultanea doppia perdita genitoriale: perdono la madre per mano del padre che, in alcuni casi, si suicida o comunque viene arrestato.

Un fenomeno finora invisibile

Sostegno psicologico e formazione professionale

Una vita segnata dalla violenza assistita

Redazione AGI

 

Gli italiani del 2025? Rateizzano le spese, trascurano la salute e viaggiano di meno

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Fred TANNEAU / AFP

Il 37esimo Rapporto dell’Eurispes disegna un Paese che non ha fiducia nelle Istituzioni, pur amando sempre tanto il presidente Mattarella, e che si adatta con resilienza alla difficile situazione economica

AGI – E’ in diminuzione la fiducia dei cittadini nei confronti del sistema delle Istituzioni (ad indicare una diminuzione erano il 33,1% nel 2024, oggi sono il 36,5%). È quanto emerge dal 37esimo Rapporto Italia 2025 curato dall’Eurispes.

Fiducia nel Presidente della Repubblica

Bene le forze dell’ordine

Fiducia elevata per Vigili del Fuoco e Polizie locali

I partiti sotto il 50% dei consensi

Università, Chiesa e consumatori in leggero aumento

Famiglie tra difficoltà e adattamenti

Percezione economica e aspettative future

Situazione economica personale e gestione delle spese

Strategie di contenimento e rinunce

Inflazione e impatto sui consumi

Acquisti posticipati e contenimento delle spese

Rateizzazione e rinuncia alle cure mediche

Che cosa mangiano gli italiani

La passione per gli animali domestici

Redazione AGI

 

La guerra agli orsi del governo slovacco

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(EPA/NANDOR VERES)

L’ultima misura prevede di vendere la carne di quelli abbattuti: succede perché l’estrema destra ha accentrato i poteri in materia d’ambiente

In questi giorni il governo slovacco ha presentato un altro provvedimento demagogico contro gli orsidicendo che autorizzerà il consumo della carne di quelli uccisi nel vasto piano di abbattimento introdotto ad aprile, con la scusa di «evitare gli sprechi». Il provvedimento è emblematico dell’approccio strumentale del governo a un problema reale ma politicizzato per ragioni di consenso. L’allarmismo risente del fatto che a gestire questi piani è il partito più nazionalista della coalizione del primo ministro Robert Fico, che va dalla sinistra populista all’estrema destra.

Ad aprile il governo aveva approvato l’abbattimento di 350 orsi, cioè di circa un quarto del totale degli individui (stimato in un massimo di 1.300). Già nel 2024 ne aveva autorizzato l’abbattimento di 144. Questi piani erano stati presentati dopo casi, assai mediatizzati, in cui l’attacco di un orso aveva causato la morte di una persona. Il governo li aveva giustificati sostenendo che c’era stato un aumento delle aggressioni di orsi: erano state 54 tra il 2000 e il 2020, ma da lì in poi erano diventate una decina all’anno. Gli esponenti della maggioranza di Fico, e lui stesso, l’hanno raccontata come un’emergenza di sicurezza nazionale.

Anche l’ultimo provvedimento rientra in questa retorica, e avrà con ogni probabilità una portata limitata.

Il consumo di carne d’orso è residuale in Slovacchia e, tra l’altro, l’anno scorso un ristorante era stato multato perché serviva piatti a base di orso (tra cui un goulash), che è una specie protetta nell’Unione Europea. Ci sono difficoltà pratiche. La carne può contenere un parassita, la Trichinella, e vanno fatti test sulla presenza di larve prima dell’eventuale vendita e consumo. Per ucciderle non basta congelare o affumicare la carne, dev’essere cotta perché raggiunga una temperatura interna di almeno 70 gradi.

Tomás Taraba nell'aprile del 2024

Tomás Taraba, nell’aprile del 2024 (EPA/TOMS KALNINS)

Il sottosegretario che ha fatto l’annuncio, Filip Kuffa, ha detto che da aprile sono stati abbattuti 23 orsi e che da ora in poi le carcasse verranno consegnate a organizzazioni scelte dal (suo) ministero dell’Ambiente. La figura di Kuffa dà bene l’idea di quanto sia politicizzata la questione degli orsi. Anzitutto Kuffa è del partito di estrema destra SNS. Anche il ministro dell’Ambiente, e attuale vice primo ministro, Tomás Taraba è stato eletto nelle liste dell’SNS, dopo essere stato in passato vicino ai neonazisti di Slovacchia nostra. L’SNS controlla pure la presidenza della commissione Ambiente del parlamento (Rudolf Huliak) e dell’agenzia governativa di tutela ambientale (Štefan Kysel).

L’estrema destra ha usato questa egemonia per fare una campagna di epurazioni simile a quella fatta nelle istituzioni culturali. Ha sostituito esperti e direttori di parchi nazionali col criterio della fedeltà politica più che delle competenze. I suoi esponenti hanno impresso una narrazione anti-sistema agli abbattimenti, raccontandoli come una battaglia contro «i burocrati» dei governi precedenti e dell’Unione Europea, e presentandosi come i tutori del mondo rurale.

Huliak è arrivato a sostenere che gli orsi fossero «un’arma biologica di Bruxelles» (dalla sede delle istituzioni dell’Unione): le teorie del complotto non sono una novità per il governo di Fico, sono centrali nella sua tattica. Huliak si è anche fatto fotografare insieme a un orso abbattuto (le immagini potrebbero impressionare, la foto si trova qui).

Peraltro, nonostante i piani del governo slovacco abbiano elementi d’incompatibilità con le sue direttive, l’Unione Europea non li ha finora impediti. Anzi, il ministro Taraba aveva rivendicato di aver ottenuto una sorta di esenzione dalla Commissione per le leggi in cambio del ritiro del veto della Slovacchia che stava tenendo bloccata la Nature Restoration Law, un discusso regolamento europeo sull’ambiente approvato infine a giugno dell’anno scorso. Per questo la Slovacchia ha potuto spingersi più in là, almeno nelle intenzioni del governo, rispetto alle direttive che permettono di abbattere solo gli orsi che danneggiano le proprietà e quelli che attaccano le persone.

Il tipico post del sottosegretario all’Ambiente slovacco, con l’orma di un orso

Ci sono comunque grossi dubbi sull’efficacia dei piani, oltre alle difficoltà pratiche, alle possibili violazioni degli obblighi internazionali e alle critiche dell’opposizione.

Il governo slovacco sostiene d’essersi ispirato alla Romania, il paese confinante che ha una popolazione di orsi ancora più nutrita di quella slovacca. L’anno scorso la Romania aveva raddoppiato (a 500 per quest’anno) la quota di orsi che possono essere abbattuti, ma aveva sperimentato anche un approccio diverso da quello che sta usando la Slovacchia. Si basa sul monitoraggio degli orsi, il loro allontanamento dalle aree abitate e il trasferimento degli esemplari problematici, e solo nel 5 per cento dei casi si è concluso con l’abbattimento.

Il primo ministro slovacco, Robert Fico, a Mosca lo scorso 9 maggio

Il primo ministro slovacco, Robert Fico, a Mosca lo scorso 9 maggio (EPA/MAXIM SHEMETOV/REUTERS)

I progetti del governo slovacco, infine, sono stati alimentati da una comunicazione fuorviante.

Kuffa (il sottosegretario) ha inondato i suoi profili sui social di contenuti sulle missioni anti-orso, compiacendosi del dispiegamento di uomini e mezzi per stanarli. Questa narrazione somiglia a una battuta di caccia più che alla tutela della fauna selvatica. Politici come lui stanno insistendo molto sulla tesi che gli orsi abbiano proliferato enormemente, anche postando video di una cucciolata con la didascalia «quanti ce ne sono?» (con un effetto involontariamente straniante visto che, con un testo diverso, sarebbe un filmato identico a quelli di animali che vanno forte sui social).

Uno studio del 2023 dell’università di Praga, però, ha calcolato che la popolazione di orsi in Slovacchia è rimasta stabile nell’ultimo decennio.

Il sito Politico Europe, raccontando la gestione di Taraba, aveva concluso che mostra «come i politici di estrema destra usino il risentimento contro le politiche green per salire al potere […], e cosa succede alle tutele ambientali quando i politici che hanno fatto campagna sullo smantellarle hanno una possibilità di tradurre in realtà le loro promesse». Rispetto alle elezioni del 2023, SNS ha perso consensi e nelle intenzioni di voto è sotto la soglia di sbarramento (del 5 per cento). La guerra agli orsi è stata un modo per ritrovarne un po’ dopo il risultato disastroso alle europee di un anno fa (prese l’1,9 per cento).

In un governo molto impopolare, Taraba è praticamente l’unico ministro che ha accresciuto il suo tasso di popolarità, anche grazie a queste politiche.

Redazione il Post

 

In Sudafrica una donna è stata condannata all’ergastolo, insieme a due complici, per aver venduto sua figlia

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Persone fuori dal tribunale a Saldanha, in Sudafrica, durante il processo, a inizio maggio (EPA)

In Sudafrica una donna e due complici sono stati condannati in primo grado all’ergastolo per tratta di esseri umani per aver venduto la figlia della donna.

Della bambina, che all’epoca della scomparsa nel febbraio del 2024 aveva sei anni, si sono perse completamente le tracce nonostante la polizia abbia condotto indagini sia in Sudafrica che all’estero. Nel paese il processo è stato molto seguito perché il caso era stato assai raccontato dai media, anche perché era avvenuto in una zona molto povera del paese. Prima che si scoprisse che era stata rapita da persone a lei vicine, c’era stata una mobilitazione locale per aiutare le ricerche e in solidarietà della madre.

Secondo le testimonianze del processo la donna, che si chiama Racquel Smith, avrebbe venduto la figlia Joshlin a uno sciamano (sangoma) in cambio di 20mila rand sudafricani, poco meno di mille euro. I giudici non hanno ricostruito granché di cosa le sia successo dopo, tranne che è stata venduta come schiava o per pratiche legate alla schiavitù. Oltre a Smith gli altri due condannati sono il suo compagno, Jacquen Appollis, e un loro amico, Steveno van Rhyn. I tre hanno ricevuto anche un’ulteriore condanna a 10 anni di carcere per rapimento. Durante il processo si sono rifiutati di testimoniare, e i loro avvocati hanno detto che faranno appello. La polizia ha detto che le indagini per cercare Joshlin proseguiranno.

La riabilitazione respiratoria nelle distrofie muscolari

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Padova, 29 maggio 2025 – Si svolgerà a Cervia (RA) sabato 21 giugno 2025 il corso “La riabilitazione respiratoria nel paziente neuromuscolare: dalla teoria alla pratica”, promosso dalla Commissione medico-scientifica di UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare.

L’obiettivo del corso è fornire una panoramica completa sul coinvolgimento respiratorio nelle malattie neuromuscolari, con particolare riferimento alle distrofie muscolari, evidenziando le specificità della fisiopatologia e le problematiche legate alla valutazione, al monitoraggio clinico e all’applicazione di tecniche e delle più recenti tecnologie nell’ambito della ventilazione meccanica e della disostruzione bronchiale. Il corso punta inoltre a fornire una preparazione teorica e pratica in grado di creare un linguaggio comune tra medico e fisioterapista, a sostegno del lavoro in équipe multidisciplinare.

La giornata è divisa in due parti: al mattino la parte teorica, al pomeriggio invece una parte pratica, suddivisa in gruppi, che si occuperà in particolare dell’utilizzo di ausili e strumenti per la gestione respiratoria.

«Dopo gli appuntamenti dedicati alla riabilitazione neuromotoria di Pordenone, Sassari e Torino nel biennio 2023-24, UILDM arriva a Cervia con il primo di una serie di corsi sulla presa in carico respiratoria. L’obiettivo è riuscire a stringere sempre più relazioni con i territori locali, per rispondere al meglio alle esigenze dei pazienti con distrofie muscolari e dei professionisti che vi operano.
Con questi corsi di formazione intendiamo, inoltre, promuovere la diffusione tra pazienti e operatori sanitari delle “
Indicazioni per la presa in carico e la riabilitazione dei pazienti con distrofie neuromuscolari”, due documenti redatti da UILDM che hanno lo scopo di fornire delle raccomandazioni sulla gestione riabilitativa neuromotoria e respiratoria delle distrofie muscolari» – spiega Stefania Pedroni, vice presidente nazionale UILDM.

A chi è rivolto

Il corso è rivolto a Fisioterapisti, Fisioterapisti respiratori, Infermieri, Medici chirurghi specialisti in: Anestesia e rianimazione, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina fisica e riabilitazione.

Informazioni e iscrizioni

È previsto il riconoscimento di 7,9 crediti Ecm. Il corso è aperto ai professionisti per un massimo di 36 partecipanti ai quali è chiesto un contributo di 50,00 euro.
Per iscriversi: https://form.jotform.com/ideaz/scheda-iscrizione-uildm

Per informazioni: commissionemedica@uildm.it, tel. 049/8021001 int. 1

La faculty del corso è composta da:

  • Prof. Andrea Vianello, Direttore UOC Fisiopatologia Respiratoria Azienda Ospedale, Università di Padova
  • Dr.ssa Alessia Fabiano, Pneumologo Azienda USL Romagna Ospedale Infermi, Rimini
  • Dr. Fabrizio Racca, Direttore della Struttura di Anestesia e Rianimazione generale Azienda Ospedaliera Ordine Mauriziano, Torino
  • Dr.ssa Sara Lupone. Fisioterapista Respiratorio Centro Clinico NeMO, Ancona
  • Dr.ssa Francesca Plazzi, Fisioterapista Respiratorio Azienda USL Romagna Ospedale Infermi, Rimini
  • Dr. Salvatore Sciurello, Fisioterapista Respiratorio Fondazione Don Gnocchi, Milano
  • Dr. Giuseppe Gaudiello, Fisioterapista Respiratorio, Milano

 

Il corso è patrocinato da AIFI – Associazione Italiana di Fisioterapia, ArIR – Associazione riabilitatori dell’insufficienza respiratoria, S.A.R.N.eP.I. – Società di Anestesia e Rianimazione Neonatale Pediatrica Italiana, e con il riconoscimento di SIAARTI – Società Italiana Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva.

In allegato il programma.

CS UILDM_La riabilitazione respiratoria nelle distrofie muscolari_corso ECM Cervia
LOCANDINA ECM CERVIA 2025_UILDM

UILDM nasce nel 1961 con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale delle persone con disabilità, attraverso l’abbattimento di ogni tipo di barriera, e sostenere la ricerca scientifica e l’informazione sulle distrofie e le altre malattie neuromuscolari. Ha una presenza capillare sul territorio grazie alle 65 Sezioni locali, i 3.000 volontari e i 9.000 soci, che sono punto di riferimento per circa 30.000 persone. UILDM svolge un importante lavoro in ambito sociale e di assistenza medico-riabilitativa ad ampio raggio, gestendo anche centri ambulatoriali di riabilitazione, prevenzione e ricerca, in stretta collaborazione con le strutture universitarie e socio-sanitarie.

Ufficio stampa UILDM
Alessandra Piva e Chiara Santato
uildmcomunicazione@uildm.it
049/8021001 int. 2