«Frana in Valle Argentera, così abbiamo portato in salvo una famiglia di sordomuti»

Agnese e Luigi hanno raggiunto l’auto bloccata dal fango «I bimbi erano spaventati, abbiamo camminato al buio»

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La strada era sbarrata dalle pietre, il versante della montagna continuava a franare, ma nessuno aveva il coraggio di uscire dall’auto.

Nell’abitacolo della Renegade bianca, semisommersa da mezzo metro di fango, al Clot della Battuta, c’era una famiglia di turisti francesi, terrorizzanti dal temporale. Sui sedili anteriori i nonni, entrambi sordomuti. Dietro i nipotini di 10 e 11 anni, assieme alla mamma.

A salvarli ci hanno pensato Agnese Bellone e suo marito Luigi, che hanno spalancato le portiere e li hanno «tirati giù» dal fuoristrada. «Erano davvero impauriti, non avevano chiamato i soccorsi e tremavano dal freddo — racconta Agnese, portinaia di Sestriere, che aveva deciso di fare un gita con Luigi all’alpeggio Gran Mioul —. Siamo rimasti anche noi bloccati dal temporale, ma sapevamo che quel posto non era sicuro e che c’era il rischio che cadessero altri massi. Come è poi successo. Dovevamo andare via, ma loro erano vestiti con pantaloncini, maglietta e infradito. Nemmeno una felpa».

Luigi e Agnese non hanno capito subito che la coppia anziana era sordomuta: «Non dicevano una parola, neppure i bambini e la mamma. Allora li abbiamo abbracciati per rassicurarli». Nel frattempo stava calando il buio: «Abbiamo cercato di coprirli con quello che avevamo in macchina, un asciugamano e un golfino. Abbiamo dato due panini ai bimbi, ma bisognava fare in fretta, veniva giù tutto — continua Agnese —. Sapevamo che per i soccorsi sarebbe stato complicato raggiungerci, noi la montagna la conosciamo e poi è arrivato anche un pastore con un trattore che ha liberato un pezzo di strada. Così ci siamo messi in salvo a piedi, illuminando il terreno con le pile e i telefonini. Io stringevo le mani dei due bimbi e loro me le hanno stritolate. Chissà che spavento».

Tutti insieme hanno raggiunto il campeggio: «A quel punto aveva smesso di piovere, la zona era tranquilla e c’era una tenda vuota, abbandonata da qualche turista. Loro cinque si sono sistemati lì per la notte e sono stati recuperati all’alba in elicottero. Noi abbiamo camminato per due ore e mezza fino al ponte Terribile, dove abbiamo incrociato una pattuglia dei carabinieri. E quando siamo arrivati a casa siamo stati anche sgridati dalle nostre figlie». Per Mario e Agnese un’avventura a lieto fine: «È andata bene, ma ormai in montagna viene troppa gente impreparata. Se la frana fosse venuta giù a Ferragosto, quando c’era il campeggio selvaggio, sarebbe successo un vero disastro».

di Massimo Massenzio

 

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