Roma – C’è anche la storia di una madre romana, con due figli entrambi disabili, tra quelle raccolte dalla Squadra Mobile di Roma che ha indagato su un giro di usura nella zona del Laurentino. La vicenda emerge dall’ordinanza del gip di Roma, Ezio Damizia, con la quale è stata data esecuzione a 4 misure nei confronti di altrettante persone ritenute coinvolte a vario titolo nel giro di prestiti ‘a strozzo’ andato avanti per anni.

A finire in manette un 34enne, l’uomo giudicato da chi indaga al vertice della banda. La donna interrogata dai poliziotti durante le indagini, ha spiegato “con chiarezza e precisione il meccanismo di aggancio e le modalità di prestito e restituzione praticate dal 34enne, ma anche le minacce estorsive subite”, si legge nell’ordinanza.

“Ho due figli di cui uno con spettro autistico e una disabile con sordità profonda, pertanto devo sostenere continuamente molte spese di tipo medico che hanno cadenza ordinaria. Inoltre avevo bisogno di un aiuto in casa e dovendo assumere una signora ho mano a mano esaurito la liquidità”, ha spiegato la vittima ai poliziotti. La donna ha poi raccontato di avere incontrato l’usuraio all’inizio del 2018 presentatogli da un collega di lavoro.

“Ci siamo incontrati e gli ho spiegato che avevo bisogno di 850 euro in contanti”. L’uomo le ha così chiarito che “il debito si sarebbe estinto solo col pagamento della sorte capitale per intero. Per ogni mese di ritardo nel pagamento dovevo dare 400 euro mensili a titolo di interesse”, racconta la vittima che prosegue: “La rata dei 400 euro la dovevo saldare entro il 4 di ogni mese. Se saltavo mi applicava una ulteriore mora di 50 euro settimanali”. La donna nei due anni successivi ha poi chiesto due successivi prestiti per un totale di circa 5mila euro.

“Ho fatto tutti i pagamenti degli interessi ma non sempre sono riuscita ad essere puntuale. In totale dovrei aver versato circa 25mila euro”, senza mai estinguere l’originale debito. Nel raccontare alla Polizia l’incubo vissuto, la vittima ha spiegato come i pagamenti sono proseguiti anche durante il periodo del Covid: “Durante le uscite per andare al supermercato ci incontravamo e gli versavo i contanti. Io avevo provato a dirgli dei problemi a prelevare a causa del fatto che in banca si poteva prelevare solo con appuntamento”.

Ma le richieste sono proseguite, sotto il susseguirsi delle minacce: “Mi ha detto che se non pagavo mi avrebbe mandato gente sotto casa per farmi del male”. L’usuraio 34 enne, secondo quando emerge avrebbe ha minacciato più volte di fare del male al fratello e in particolare ha minacciato la vittima di toglierle l’auto dicendole che avrebbe portato via il libretto: “Dacci le chiavi della macchina che veniamo a prenderla e diventa nostra”. Queste le parole “parlando sempre al plurale e rafforzando la capacità intimidatoria, prospettando l’intervento di altre persone, presentandoli anche come più forti”, scrive il Gip Damizia.

 

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