Sfratto categorie protette

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Lo sfratto è quella procedura che consente di ottenere il rilascio di un immobile dato in locazione quando non vi siano più i presupposti affinché il conduttore continui a vivervi. Lo sfratto può essere giustificato dalla finita locazione, che si ha quando il contratto è oramai scaduto, oppure dalla morosità dell’inquilino, quando questi non paga regolarmente il canone. Ma cosa succede se a dover essere sfrattata è una persona invalida o disabile? Esistono delle categorie protette nello sfratto?

Con questo breve articolo vorrei parlarti proprio di questa tematica, cioè del rilascio di un immobile quando ad abitarvi v’è un individuo affetto da grave patologia o che versi in condizioni economiche problematiche. Vediamo insieme come funziona lo sfratto delle categorie protette.

Cosa sono le categorie protette?

È necessaria una premessa: cosa sono le categorie protette? In senso stretto, le categorie protette sono quelle costituite da persone che la legge [1]ritiene svantaggiate per determinati motivi (non solo di salute).

Possono chiedere di far parte delle categorie protette:

  • le persone in età lavorativa, affette da invalidità fisica o psichica o portatori di handicap intellettivo con conseguente riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%;
  • invalidi del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%;
  • invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi per servizio;
  • non vedenti, colpiti da cecità assoluta o con un residuo visivo non superiore ad un decimo ad entrambi gli occhi;
  • sordomuti, colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata;
  • vittime di terrorismo e criminalità organizzata.

L’iscrizione all’interno delle categorie protette consente di avere delle agevolazioni in sede di assunzione: ed infatti,  la legge impone l’obbligo per le imprese, pubbliche o private, di assumere personale appartenente alle categorie protette, in percentuale variabile a seconda delle dimensioni dell’azienda e del numero di lavoratori che ospita.

Categorie protette dallo sfratto: quali sono?

In senso più ampio, per “categorie protette” si potrebbero intendere tutti coloro che, al di là dei casi visti nel precedente paragrafo, versano in condizioni tali da aver bisogno dell’assistenza e del sostegno dello Stato. Pertanto, nelle categorie protette potrebbero rientrare anche coloro che non hanno problemi di salute, ma si trovano in precarie condizioni economiche per cause non a loro addebitabili.

Come ti dirò nei prossimi paragrafi, la legge non mette in collegamento tra loro sfratto e categorie protette: ciò significa che, seppur una persone è iscritta formalmente nelle categorie protette, non per questo gode automaticamente di una tutela dallo sfratto.

Come vedremo, la legge offre particolari garanzie a coloro che versano in cattive condizioni economiche derivanti anche da patologie, garantendo loro un termine maggiore per mettersi in regola con i pagamenti nel caso di morosità, ovvero di ritardare l’esecuzione dello sfratto. Approfondiamo meglio l’argomento.

Sfratto per morosità: quali sono le categorie protette?

Se il conduttore è moroso e si trova in condizioni di difficoltà, può chiedere al giudice di pagare tutti gli arretrati e le spese processuali sostenute da controparte entro novanta giorni dalla celebrazione dell’udienza

Se la morosità dell’inquilino, protrattasi per non oltre due mesi, è conseguente alle sue precarie condizioni economiche, insorte dopo la stipulazione del contratto e dipendenti da disoccupazionemalattie o gravi, comprovate condizioni di difficoltà, il giudice può concedere un termine per il pagamento non superiore a centoventi giorni [2].

Questa dilazione del termine di pagamento viene definito termine di grazia: in pratica, il conduttore che dimostri di essere moroso per cause a lui non imputabili può chiedere al giudice la concessione di un congruo periodo di tempo (che va, come detto, dai novanta ai centoventi giorni) per mettersi in regola.

Questo termine di grazia non è collegato all’appartenenza formale alle categorie protette: anche la sopravvenuta perdita del lavoro, infatti, può giustificare la concessione della proroga. Essere iscritti alle categorie protette perché invalidi o portatori di handicap può però essere un’ulteriore dimostrazione del proprio stato di difficoltà.

Detto in altre parole: appartenere alle categorie protette istituite dalla legge non è di per sé garanzia della concessione del termine di grazia, ma può aiutare.

Sfratto per finita locazione categorie protette

Una disciplina specifica è prevista dalla legge [3] nel caso di sfratto per finita locazione riguardante i soli immobili adibiti ad uso abitativo. Secondo il nostro ordinamento giuridico, la data di esecuzione dello sfratto per finita locazione può essere differita per un periodo che va da nove fino a diciotto mesi nei casi in cui il conduttore:

  • abbia compiuto i 65 anni di età;
  • abbia cinque o più figli a carico;
  • sia iscritto nelle liste di mobilità;
  • percepisca un trattamento di disoccupazione o di integrazione salariale;
  • sia formalmente assegnatario di alloggio di edilizia residenziale pubblica ovvero di ente previdenziale o assicurativo;
  • sia prenotatario di alloggio cooperativo in corso di costruzione;
  • sia acquirente di un alloggio in costruzione;
  • sia proprietario di alloggio per il quale abbia iniziato azione di rilascio;
  • egli o uno dei componenti il nucleo familiare, convivente con lui da almeno sei mesi, sia portatore di handicap o malato terminale.

Ci sono categorie protette nello sfratto?

Alla luce di quanto detto sinora possiamo dire che le categorie protetteformalmente previste dalla legge non corrispondono alle categorie protette dallo sfratto. Nel caso di sfratto per morosità, infatti, le categorie protette sono tutti coloro che non hanno potuto pagare il canone per ragioni non a loro imputabili, mentre nello sfratto per finita locazione nelle categorie protette rientrano non solo le persone anziane o malate, ma anche coloro che, ad esempio, siano disoccupate o stanno attendendo l’assegnazione di una casa popolare.

note

[1] Legge n. 68/1999.

[2] Art. 55, l. n. 392/1978.

[3] Art. 6, l. n. 431/1998.

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