Domenica si è svolta a Madrid una grossa protesta organizzata dal principale partito di centrodestra contro il governo del primo ministro Pedro Sánchez, del Partito Socialista. Secondo il governo i partecipanti sarebbero stati circa 50mila, mentre gli organizzatori hanno parlato di 100mila.
La manifestazione è stata indetta dal Partito Popolare (PP), guidato da Alberto Nuñez Feijóo. L’ha organizzata dopo la diffusione di alcune registrazioni di una telefonata in cui Leire Díez, una donna finora sconosciuta ma vicina al Partito Socialista, parla di presunto un tentativo di corruzione volto a ottenere informazioni compromettenti sul dipartimento incaricato di indagare sulla moglie e il fratello di Sánchez. Díez ha negato di aver agito in modo illecito e ha detto che non stava parlando per conto del partito, da cui poi si è distanziata.
Negli ultimi mesi Sánchez è stato coinvolto indirettamente in varie indagini con accuse di corruzione: sono partite da denunce presentate da una sorta di “pseudosindacato” di estrema destra, Manos Limpias, noto per le sue frequenti azioni legali contro politici o personaggi pubblici progressisti, quasi tutte false o inconcludenti. Manos Limpias ha fatto partire un’indagine a carico della moglie di Sánchez, Begoña Gomez, con l’accusa di influenza illecite. Anche il fratello, David Sánchez, è indagato per vari reati tra cui traffico di influenza e malversazione.
La manifestazione di domenica a Madrid (AP Photo/Manu Fernandez)
Feijòo sta puntando parecchio su queste accuse per cercare di mettere in difficoltà il governo. Ha scelto come motto per la protesta di domenica «Mafia o democrazia», e durante il suo intervento sul palco ha detto: «Sánchez, arrenditi alla democrazia. Convoca le elezioni adesso». Erano presenti anche il sindaco di Madrid e la governatrice della comunità autonoma della capitale, Isabel Ayuso, entrambi del Partito Popolare. Vox, il principale partito di estrema destra spagnolo, non ha aderito dicendo di considerare la manifestazione come un’iniziativa del Partito Popolare.
I partecipanti si sono riuniti lungo la Gran Vía e in Plaza de España, nonostante il gran caldo, molti avevano bandiere spagnole. Il Partito Popolare aveva chiesto di non usare simboli politici (anche se alcuni c’erano comunque), e anche sul palco non c’era il suo logo. Alcuni avevano cartelli con slogan come «Sánchez traditore» o «governo dimettiti».
È stata la sesta protesta organizzata dal Partito Popolare dall’inizio della legislatura, nel novembre del 2023, ma la seconda più partecipata.
Redazione il Post