Caffè solidale: da Starbucks si parla la lingua dei segni

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Quello di Tokyo è il quinto locale della catena nella quale tutti i dipendenti sono in grado di comunicare fluentemente con i non udenti. Seguici anche su Facebook 

a cura di LARA DE LUNA

Il caffè è di gran lunga una delle bevande più popolari in tutto il mondo.

Il vero protagonista delle colazioni – e non solo – della maggior parte delle persone e delle famiglie in tutto il globo. Amatissimo non solo perché crea dipendenza, ma perché resta una coccola insostituibile e anche quell’insostituibile calcio mattuttino “alla macchina” affinché il cervello si decida a mettersi in moto. Con capsule, in moka, con la caffettiera all’americana: a casa nostra tutti noi prendiamo il caffè in mille modi diversi, ma una cosa che ci accomuna tutti è il piacere di prenderlo al bar. Tutti o quasi, perché praticamente nella totalità dei locali del mondo, c’è una barriera che non si puà abbattere: quella del linguaggio.

Per chi parla la lingua dei segni, ordinare un caffè può essere un problema insormontabile, sovrastati dalle urla e dal caos di una mattina di ordinaria routine in città farsi capire è impossibile. Tranne che da Starbucks. Il colosso americano, infatti, ha aperto a Tokyo una caffetteria che si rivolge (anche) a clienti sordomuti.

Caffè solidale: da Starbucks si parla la lingua dei segni

L’annuncio è stato dato a fine giugno su Twitter e pochi giorni dopo ha aperto i battenti questo speciale e inclusivo punto vendita di Kunitachi, nei distretti occidentali della capitale giapponese. “Starbucks ha assunto dipendenti con queste particolari caratteristiche fin dal 1996, quando è approdata in Giappone, ed è riuscita da subito ad avere un impatto incredibile nelle comunità di non udenti – ha dichiarato Takafumi Minaguchi, CEO di Starbucks Coffee Japan -. Ispirati dalla loro passione, abbiamo creato questo negozio come un luogo di appartenenza, dove i nostri dipendenti e clienti possono sentirsi a casa. Questo negozio rappresenta davvero infinite possibilità per tutti “.

Caratterizzato da un ambiente che stimola in diversi modo tutti coloro che hanno problemi di linguaggio o udito, permettendo loro di godersi il caffè in modo informale e sociale, quello di Kunitachi è il quinto “Signing Store” aperto in poco tempo nel mondo dopo quello di Washington D.C, e quelli in Cina e in Malesia, segno che questo passaggio all’inclusività è vincente e necessario. Questi speciali punti vendita sono riconoscibili attraverso una serie di caratteristiche uniche: il logo Starbucks include gesti delle mani, vari segni e soluzioni estetiche interne che ruotano attorno al tema della sordità e durante la sosta all’interno del locale la tecnologia aiuta lo svolgimento del servizio grazie a quaderni digitali e console per l’ordinazione nel caso i clienti non volessero il contatto con i dipendenti del locale.

Attualmente, dal momento che le restrizioni per il Covid-19 sono in parte ancora attive in Giappone, il negozio offrirà solo caffè da asporto con una lista d’attesa, ma con la medesima attenzione al servizio che si avrebbe durante un periodo normale.

 

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