Emergenza covid, Cinzia e le mascherine trasparenti cucite a mano per i sordomuti

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La storia di due donne che, con gesti semplici hanno scritto una bella pagina di solidarietà

CARRARA. La storia di due donne che, con gesti semplici hanno scritto una bella pagina di solidarietà. Hanno fatto qualcosa per gli altri, partendo da un concetto fondamentale: il timido ritorno alla normalità deve valere davvero per tutti. Proprio tutti.

Due donne. Cristina Bencivinni, dalla tolda del bar Crema, in via Roma a Carrara, aveva lanciato un appello: aveva bisogno di mascherine trasparenti per consentire ai suoi clienti sordomuti di poter ritrovare il piacere di ordinare un caffè e un cappuccino al bancone o al tavolo. Con le labbra celate dalle necessarie mascherine protettive per loro capire e farsi capire era invece impossibile tanto che Cristina una volta la mascherina se l’era pure abbassata. Ma cercava una soluzione: aveva fatto un ordine di mascherine con la parte sopra le labbra trasparente. Ma il tempo passava e quei dispositivi di protezione creati appositamente per poter leggere il labiale non arrivavano.

A questo punto entra in gioco un’altra donna, Cinzia Orlandi. Di professione fa la segretaria in uno studio legale, come passione cuce, e lo fa benissimo.

«Con il lockdown lo studio legale in cui lavoro è rimasto chiuso a lungo – spiega Cinzia – Sul Tirreno ho letto l’appello di Cristina. Sono passata dal bar e le ho detto: te le faccio io le mascherine trasparenti».

E così Cinzia, per una giornata intera ha studiato come realizzare quelle protezioni per fare leggere il labiale ai sordomuti. «Ho inserito un pezzo di pvc all’interno, è stata una bella lotta far combaciare tutti i pezzi ma alla fine ce l’ho fatta. E che gioia quando le ho portate a Cristina».

Una storia semplice questa legata alle mascherine e a quel pezzo di pvc trasparente che da qualche giorno permette a Cristina di fare leggere le sue labbra ai clienti che solo in questo modo possono comunicare.

«Io non ce la facevo a vedere gli occhi persi di chi entrava nel bar e non poteva più farsi capire e capire – conclude Cristina – Volevo quelle mascherine e Cinzia ha pensato di realizzarle per me, per i miei clienti. Le sono davvero grata».

 

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