L’idea è nata dopo aver letto di Ashley Lawrence, la studentessa del Kentucky che ha realizzato mascherine con materiale trasparente all’altezza della bocca per far leggere il labiale alle persone non udenti. Le richieste sono arrivate a decine da tutta Italia: dalla Sicilia alle Marche. Così, Carla Luccarelli e Angelo Di Ponzio, i genitori di Giorgio, il ragazzo di Taranto portato via lo scorso anno da un sarcoma, hanno iniziato a convertire la produzione volontaria delle mascherine in Tnt (tessuto non tessuto) con l’aggiunta di una pellicola di plastica per ottenere il medesimo risultato della ragazza statunitense.

Ne hanno prodotte oltre un centinaio, distribuite attraverso l’associazione Giorgioforever. “Le mascherine – spiega Luccarelli –  servono a chi ha a che fare con le persone affette da sordità: parenti, amici, vicini. Ma anche ai negozianti, a chi lavora alle casse dei supermercati, ai farmacisti, ai medici o al personale sociosanitario che si relaziona con loro. Con le normali mascherine chi non può sentire non si accorge neanche che la persona che ha difronte gli sta parlando. In questa emergenza rischia di rimanere ulteriormente isolato per le difficoltà di comunicazione”.

C’è chi racconta, infatti, che una cassiera del supermercato gli domandava inutilmente se gli servissero i punti per la raccolta a premi dopo aver fatto la spesa. O chi ricoverato in ospedale trova ulteriori difficoltà a confrontarsi con medici e infermieri. Non solo.

“Ci hanno contattati – racconta ancora Luccarelli – alcuni infermieri e operatori sanitari della Cittadella della carità di Taranto, dove risiedono tanti anziani. Molti di loro, ci hanno spiegato, hanno un udito scarso e non riescono a relazionarsi facilmente col personale della struttura. E ora con le normali mascherine non riescono a capire se le persone che si prendono cura di loro siano nervose o li stiano semplicemente regalando un sorriso. Con queste, invece, potranno comprenderlo”.

Ed è uno degli aspetti più sorprendenti e difficili da immaginare per chi non vive direttamente queste esperienze da vicino.

“In questo periodo – aggiungono Carla e Angelo – abbiamo deciso di impiegare le risorse raccolte per la costituzione della fondazione dedicata alla ricerca oncologico pediatrica per dare un contributo durante l’emergenza coronavirus. Bisogna far fronte a questa pandemia, ma appena sarà possibile riprenderemo a lavorare al nostro progetto. L’associazione Giorgioforever si è impegnata così a raccogliere cibo per le persone in difficoltà e a produrre mascherine. Non sono a norma – precisano – ma possono servire affinché nessuno si senta escluso”.

 

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di MP Iscriviti gratuitamente ⤹