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giovedì 28 Marzo 2024
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Le mascherine in tessuto sono efficaci contro il SARS-CoV-2?

Uno studio ha testato l’efficacia delle mascherine in tessuto nel bloccare anche le goccioline respiratorie più grandi, emesse parlando, tossendo o starnutendo.

Eterno frutto della discordia, se fino a un anno fa la indossavamo raramente, ora la mascherina è diventata un accessorio (purtroppo) indispensabile per proteggerci dal SARS-CoV-2, il coronavirus che causa la CoViD-19. Oltre quelle chirurgiche, sono sempre più diffuse le mascherine in tessuto, cucite in casa o comprate in negozio: una scelta certamente utile sia dal punto di vista economico (la mascherina in tessuto è lavabile e può essere utilizzata più volte), sia da quello ambientale (le mascherine chirurgiche non sono riciclabili). Ma la domanda che molti si pongono è: sono efficaci? Aiutano davvero a proteggere gli altri dal coronavirus come le mascherine chirurgiche? Un nuovo studio pubblicato su Extreme Mechanics Letters e condotto dall’Università dell’Illinois conferma quanto scoperto qualche mese fa da un’altra ricerca statunitense, e si spinge oltre: non sarebbero efficaci solo le mascherine in cotone, ma anche quelle ricavate da altri tessuti, purché assicurino una buona traspirabilità.

LENZUOLA E MAGLIETTE CONTRO LA COVID. Il nuovo studio ha analizzato le differenze tra vari tessuti “casalinghi”, verificandone l’efficacia nel bloccare le droplet, le goccioline di respiro più grandi (fino a un millimetro di diametro) emesse quando si parla, si tossisce o si starnutisce. Per verificare che la protezione data dalle mascherine in tessuto fosse effettiva, i ricercatori hanno testato 11 tessuti che si trovano comunemente in casa (da capi di abbigliamento a trapunte, da lenzuola a strofinacci): «Testare la traspirabilità è stato facile», spiega Taher Saif, capo dello studio. «La parte più difficile è stata verificare la capacità di ogni tessuto di bloccare le goccioline respiratorie».

EFFICACI, MA OCCHIO ALLE PERDITE. Nelle simulazioni, tutti i tessuti analizzati hanno bloccato in modo «notevolmente efficace» le particelle di virus (grandi appena 100 nanometri) trasportate dalle goccioline respiratorie emesse ad alta velocità, (starnutendo, tossendo o parlando).

Meglio ancora se, invece di uno strato, la mascherina è composta da due o tre ritagli di tessuto (anche il più permeabile, come il cotone di una maglietta) posti uno sull’altro: in questo caso, l’efficacia sarebbe quasi pari a quella delle mascherine chirurgiche, con una traspirabilità simile o addirittura migliore. «Scegliere una mascherina ad alta traspirabilità è fondamentale non solo per respirare bene», sottolinea Saif, «ma anche per evitare che l’aria esalata con sforzo fuoriesca dai bordi, dando un falso senso di protezione a chi la indossa».

CONSIGLI PER L’USO. Le mascherine in tessuto vanno lavate dopo ogni utilizzo. Se le acquistate, fate attenzione a che siano lavabili ad almeno 60 °C e che sia indicato il numero massimo di lavaggi (da non superare, naturalmente). Se le realizzate in casa, usate il buon senso per quanto riguarda il loro riutilizzo.

Come le altre mascherine, infine, vanno indossate tenendole con le mani pulite per gli elastici, non vanno toccate di continuo e si tolgono sempre dagli elastici, lavandosi le mani per bene dopo quest’ultima operazione.

 

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Mario Parisella, classe 1959, è molto orgoglioso di essere sordomuto e non semplicemente sordo, che ha realizzato in proprio fino ad oggi ed in forma del tutto volontaria
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