Riforma dello sport: cosa cambia per gli atleti paralimpici

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Approvato dal CdM un decreto di riforma dello sport che elimina alcune differenze tra atleti con e senza disabilità sul fronte economico e contributivo

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato in esame preliminare cinque decreti legislativi di riforma dello sport, dando attuazione alla Legge delega 86/2019. Le misure hanno l’obiettivo di dare corso ad una revisione del settore, soprattutto per quanto riguarda il “lavoratore sportivo” , anche introducendo tutele a suo favore nei settori professionale e dilettantistico.

Tra i decreti approvati, uno interessa in particolar gli sportivi con disabilitàriconoscendo pari opportunità agli atleti paralimpici nei gruppi sportivi militari e nei corpi civili dello StatoUn risultato epocale e una notizia entusiasmante per Giusy Versace, prima firmataria di una proposta di legge (a.c. 1721) presentata ad aprile del 2019, incardinata a gennaio di quest’anno nelle commissioni competenti, raccogliendo trasversalmente le firme di deputati appartenenti ad altri gruppi politici.

Tale riforma, che garantisce agli atleti paralimpici dei gruppi sportivi lo stesso trattamento economico e contributivo applicato agli altri, assume anche un significato simbolico importante, in vista della Giornata mondiale dei diritti delle persone con disabilità del prossimo 3 dicembre.
Attualmente, infatti, gli atleti paralimpici nei gruppi sportivi non sono stipendiati, non hanno contributi, tutele sanitarie e non hanno quella preziosa possibilità, al termine della propria carriera agonistica, di poter scegliere se congedarsi o prendere servizio allinterno del Corpo o del Ministero di appartenenza. A spiegarlo è Giusy Versace, secondo la quale in questi anni è mancata la volontà politica per abbattere questa barrierae la voce del Comitato Italiano Paralimpico, nonostante gli sforzi, non è bastata a smuovere le coscienze e linteresse dei governi precedenti.

E’ per questo che Versace non esita a vedere, in questa legge, una svolta culturale, storica e necessaria che, aggiunge la deputata ed atleta, gioverà molto anche alla crescita del movimento paralimpico, perché diventerà ulteriore stimolo a lavorare meglio e di più per tanti ragazzi con disabilità, che si sentiranno spronati ad alzare lasticella per ambire ad entrare in un gruppo sportivo.

Grande soddisfazione è stata espressa anche da Luca Pancalli, numero uno del Comitato Italiano Paralimpico, che ha parlato di novità epocale per lo sport paralimpico, definendolo un provvedimento di civiltà che pone fine a una disparità che non aveva ragione di esistere e che, allo stesso tempo, ha il merito di inviare un importante segnale culturale a tutto il Paese per una piena inclusione delle persone con disabilità e per il riconoscimento di uguali diritti per tutti.

 

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