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Rimini. Finti sordomuti in cerca di donazioni: tante segnalazioni, a marzo anche alla Fiera di Rimini

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Le truffe perpetrate da finti sordomuti continuano a essere segnalate, suscitando preoccupazione tra le associazioni che tutelano la disabilità.

La Federazione delle Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità (FAND) esprime forte inquietudine per i recenti casi di individui che si fingono sordomuti, pattugliando le piazze e i supermercati, incluso il territorio riminese, con l’intento di raccogliere contributi finanziari per un presunto “centro internazionale per bambini poveri”. L’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti ha prontamente segnalato alcuni episodi alle autorità competenti. Già nel mese di marzo, quattro individui di origine straniera sono stati individuati e allontanati con un foglio di via obbligatorio mentre cercavano di ottenere denaro dai visitatori della Fiera di Rimini fingendosi sordomuti.

La FAND conferma il proprio impegno nel contrastare queste forme di truffa e inganno, esortando la cittadinanza a prestare attenzione alle richieste vaghe e a non cadere nelle reti di chi cerca di sfruttare la generosità e la solidarietà delle persone proponendo iniziative poco chiare e prive di dettagliati punti di contatto.

Redazione Giornale SM

 

Nigeria: un glossario per le donne sorde in stato di gravidanza

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(Credit: pixabay/Pubblic Domain CC0)

Nello stato africano si concentra il 10% dei decessi globali di donne incinte, con il quarto tasso più alto al mondo di mortalità neonatale


Lo ha rilanciato in questi giorni la ong nigeriana Deaf Women Aloud Initiative. Finora è stato distribuito in 350 ospedali della capitale Abuja


Articolo di Rocco Bellantone

Secondo le ultime stime di UNICEF la Nigeria è uno dei paesi al mondo in cui per le donne in età fertile è più alto il rischio di andare incontro a problemi di salute prima o dopo il parto. È nello stato africano, infatti, che si concentra il 10% dei decessi globali di donne incinte. Il tasso di mortalità è il quarto più elevato al mondo: 576 decessi ogni 100mila bambini nati vivi.

L’estrema vulnerabilità delle donne in Nigeria è confermata anche da altri dati. Il paese detiene il triste primato del maggior numero di spose bambine in Africa, 23 milioni.

Il paese ha il terzo numero più alto al mondo di donne e ragazze (19,9 milioni) che tra i 15 e i 49 anni hanno subito mutilazioni genitali femminili, soprattutto nelle regioni meridionali dove sono spesso le donne più anziane in famiglia a favorire questa pratica per evitare la promiscuità e preparare le ragazze al matrimonio. Ma non solo. Se in questo paese sei una donna in stato di gravidanza, e per di più sorda, l’accesso ai servizi sanitari – in particolare all’assistenza prenatale – si fa ancora più difficoltosa del solito.

Proprio per venire incontro alle domande e alle richieste di aiuto di milioni di donne nigeriane sorde in stato di gravidanza, la ong Deaf Women Aloud Initiative (DWAI) ha rilanciato nei giorni scorsi il suo Glossario sulla salute sessuale e riproduttiva nel linguaggio dei segni nigeriano, firmato dalla direttrice esecutiva dell’organizzazione, l’attivista nigeriana Helene Beyioku-Alase, e realizzato con il contributo del programma “Voice” di Oxfam in Nigeria.

Da quando è uscita nel 2020 la pubblicazione è stata stampata in circa 4mila copie che sono state consegnate ai 350 ospedali pubblici della capitale Abuja. Altre 150 strutture private hanno scaricato la versione digitale. Una distribuzione su scala ridotta che però ha finora raggiunto migliaia di donne in tutta la città o che nella capitale arrivano da altre parti del paese per partorire.

Alla redazione del volume hanno contribuito insieme a Helene Beyioku-Alase consulenti sanitari, illustratori e ovviamente persone sorde. Il glossario è solo una parte di un progetto di sensibilizzazione più ampio che prevede anche attività formative per le donne sorde, per gli operatori sanitari e per gli interpreti della lingua dei segni che lavorano negli ospedali.

Ad oggi queste attività, finanziate dalla ong internazionale IPAS che si batte per garantire la possibilità di abortire legalmente e accedere ai metodi contraccettivi, hanno coinvolto circa 150 operatori sanitari e 200 donne sorde.

La storia di Helen Beyioku-Alase è stata raccontata da El País. Oggi madre di quattro figli, Helen soffre di problemi di udito. Al quarto mese della sua prima gravidanza, percependo che qualcosa non stesse andando nel verso giusto si era recata in un ospedale della sua città, Abuja. Qui però era stata presto liquidata con la prescrizione di pillole per il mal di testa. Tornata in ospedale non era riuscita a comunicare il suo malessere agli operatori sanitari. L’indifferenza di chi avrebbe dovuto ascoltarla e soccorrerla le ha fatto perdere i gemelli che aveva in grembo.

Il timore di non essere comprese nelle strutture ospedaliere spinge molte donne in stato di gravidanza in Nigeria, e non solo in questo paese, a optare per il parto in casa, dunque senza assistenza medica e con tutti i rischi che ne possono conseguire. E per molte delle donne che sopravvivono al parto i problemi continuano anche dopo per l’impossibilità di ricevere consigli su come allevare il figlio appena nato nei suoi primi mesi di vita.

Ora che il progetto ha preso piede nella capitale Abuja e nel Territorio della Capitale Federale, l’obiettivo è estenderlo anche in altri stati del paese. Prime forme di collaborazione sono partite in quelli di Anambra (centro-sud del paese) e Taraba (est).

Tra le iniziative in cantiere c’è l’attivazione di un’app che fornirà informazioni sulla salute sessuale e riproduttiva a chi la installerà sul proprio smartphone. Le idee dunque non mancano. Ciò che manca, semmai, sono nuovi finanziamenti. Senza quelli difficilmente questa importante esperienza potrà farsi strada oltre la capitale nigeriana.

 

Si finge sordomuto per raccogliere offerte, denunciato a Senigallia

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Foglio di via obbligatorio per un ventenne

I Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Senigallia hanno denunciato per truffa aggravata un 20enne rumeno, senza fissa dimora.

Pochi giorni fa i militari hanno raccolto la denuncia di un cittadino che segnalava la presenza, all’interno del parcheggio del centro commerciale Il Maestrale di Senigallia, di alcuni individui stranieri che dichiarando di appartenere ad un’associazione a scopi benefici in favore delle persone disabili nonché spacciandosi loro stessi per portatori di handicap, chiedevano ai passanti un contributo in denaro per sostenere il sodalizio.

I militari si sono quindi recati presso il luogo segnalato ed hanno rintracciato il 20enne, che fingeva di essere sordomuto, trovandolo anche in possesso di documentazione, risultata contraffatta, relativa all’associazione di cui si dichiarava appartenente, creata ad arte per indurre in inganno i benefattori che venivano invitati a firmare un modulo che attestava la loro contribuzione per finalità di solidarietà.

I documenti e la somma di alcune decine di euro raccolte in mattinata, rinvenuti addosso al soggetto, sono stati quindi sequestrati.

L’uomo, mai censito in precedenza sul territorio di Senigallia e risultato incensurato, dopo la denuncia è stato allontanato e nei suoi confronti scatterà una proposta di foglio di via obbligatorio per scongiurarne la futura presenza.

Redazione Senigallia Notizie

 

Accertamento disabilità: riconoscimento invalidità in 30 giorni

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Con l’avvio della riforma dell’accertamento della condizione di disabilità, per l’attivazione automatica della procedura è sufficiente l’invio telematico del certificato medico introduttivo, mentre non occorre più presentare separatamente la domanda di accertamento sanitario.

In questo contesto, l’INPS ha illustrato le novità per i giovani che raggiungono la maggiore età coordinando quanto previsto dalla riforma con le disposizioni stabilite dal decreto-legge 90/2014.

minori già titolari di indennità di frequenza possono ottenere il riconoscimento provvisorio delle prestazioni concesse agli invalidi maggiorenni, purché presentino la domanda amministrativa entro 6 mesi dal compimento dei 18 anni.

La procedura nelle province sperimentali, spiega il messaggio n. 1766 del 4 giugno 2025, prevede l’invio del nuovo certificato medico introduttivo.

Nelle Province nelle quali è in corso la sperimentazione della riforma dell’accertamento della disabilità, per “domanda in via amministrativa” ai sensi dell’articolo 25, comma 5, del decreto-legge n. 90/2014, deve intendersi l’invio telematico del certificato medico introduttivo previsto dall’articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 62/2024, effettuato nei sei mesi precedenti al compimento della maggiore età.

È sempre l’Istituto a informare sulla calendarizzazione della valutazione di base entro 30 giorni dal raggiungimento della maggiore età. Eventuali pagamenti indebiti, tuttavia, saranno intercettati attraverso verifiche puntuali dei requisiti sanitari.

Redazione PMI it

 

L’ago della bilancia recensione del libro: Quale giustizia? Esperienze e riflessioni di un giudice di Michele Leoni

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Questo è un breve scritto, assolutamente non un pamphlet, tutt’altro, direi piuttosto un testo finemente e piacevolmente pedagogico, rivolto sopratutto ai non addetti ai lavori, quindi a quasi tutti noi comuni lettori. Un libro professionale ma non destinato ai professionisti, almeno non solo a loro: ha intensa valenza pedagogica ed esplicativa, semplice ed incisiva, perché educa nel modo più efficace, vale a dire attraverso l’esempio. Riporta singoli episodi, descrive fatti e persone, e nel mentre ci insegna, introducendoci alla logica dell’applicazione della giustizia, come prevista nel nostro ordinamento. Si presenta come un saggio, è ben scritto e scorre con fluidità, è di gradevole lettura come un romanzo, anzi come una vera e propria  antologia di racconti ad hoc.

Non solo, ma è a firma di chi certi fatti li vive davvero pressoché quotidianamente,  un addetto ai lavori competente ai più alti livelli, l’autore è un giudice che sa perfettamente di cosa sta parlando, e lo riporta fedelmente. Aggiungendovi una buona dose di tatto e sensibilità personale, con una gran cultura non solo in ambito giuridico: cita con competenza Edgar Allan Poe e la sua “La morte rossa”, Edward Bunker e il suo “Come una bestia feroce”, “Il caso Maurizius” di Jacob Wassermann, tanto per riportare qualche titolo.

Il tutto, per cogliere appieno anche gli aspetti più reconditi di quanto scrive, rendendoli su carta con la massima chiarezza, esaurienti ed  esaustivi nella loro esposizione.

In sintesi, quello del giudice Leoni è il racconto di un iter professionale che si snoda in tempi e luoghi differenti, ogni narrazione è diversa dall’altra, ma tutte sono unite da un unico filo conduttore, che chiamerei di intensa empatia umana applicata alla giurisprudenza.

Questo è il modo più congeniale di esplicare la funzione di giudice.

Anche quello più difficile, talora ostico e arcigno.

Ma il solo modo umanamente possibile di svolgere tale professione, senza far torto alla società, agli utenti di ogni ordine e grado e su qualsiasi lato della barricata si trovino situati, ed a sé stessi.

Più precisamente, questo lavoro del giudice Andrea Leoni, Presidente della Corte d’Assise di Bologna, è esattamente quello che il sottotitolo indica, una raccolta delle esperienze vissute nel corso della sua delicata quanta essenziale professione, basilare in qualsiasi contesto civile, e le conseguenti riflessioni che quelle suscitano. Interessanti e rivelatrici di fatti, ambienti, situazioni di vita che la maggior parte delle persone ignora, almeno nei particolari; una realtà misconosciuta, spesso incoscientemente negata, perché ci causa disagio, e però incidente, e con gran peso, nel quotidiano. Succede nel corso dell’umana esistenza che eventi e persone deraglino dal tragitto regolare prestabilito, condotto sui binari delle norme che detta un consorzio civile; per riequilibrare il rispetto di ruoli e regole, si chiama in causa la giustizia.

La giustizia, come rappresentata nell’immaginario collettivo, è o dovrebbe essere una Dea cieca ed astratta, solo per ciò infallibile, obiettiva ed imparziale. Reca in mano una bilancia, nei due piatti si pesano i pro e contro di un fatto finito, e colui che è chiamato a giudicare, il fuoco della bilancia, il fulcro attorno al quale la leva oscilla, e decide da che parte pende in misura maggiore, è però tutto tranne che cieco o  incorporeo. Tutt’altro, un giudice, prima di essere tale, è una persona in carne e ossa; e il buon giudice è sempre una persona sensibile, che sente, osserva, ascolta, studia e  pondera. Obiettiva e imparziale, che si sforza di essere ragionevolmente certo, al di là di ogni lecito dubbio, ma sa di non essere infallibile.

Non può rinunciare  alla propria condizione di uomo, e non mostrare empatia umana.

In sintesi, la giustizia è astratta, ma gli uomini che la amministrano no, neanche potrebbero, sarebbe come andare contro natura. Ecco perché giudicare il prossimo, non è compito semplice, a maggior ragione se facendolo si priva, o si debba pensare di privare una qualsiasi persona del bene massimo che possa mai detenere, la libertà personale.

Specie davanti ai delitti più abietti, ma anche nei confronti dei reati più lievi, l’uomo medio, o meglio il suo perbenismo innato, che quasi sempre è solo ipocrisia, fa in fretta a dettare giudizi sommari, a invocare pene severissime, giudizi immediati e cruenti, soluzioni drastiche, ma niente di tutto questo ha a che fare con la giustizia, semmai con l’emotività, da cui il giudice sempre deve prescindere, suo malgrado, e a fatica.

Quello di Leoni è un lungo viaggio nella notte degli uomini, talora schiarita qua e là da qualche tenue luce, ma sempre nel buio, e spesso nelle tenebre. Sentir parlare di certe cose è un conto, constatarle di persona è un altro, partendo per esempio da un ospedale psichiatrico nel profondo sud della penisola, un ambiente intriso d’incuria, sporcizia, dolore, solo per questo in grado di trasmettere allucinazione e delirio nei visitatori, dopo aver intriso a fondo fino al midollo l’anima dei disgraziati ricoverati. Transitando per l’impossibilità di sistemare un giovane tossicodipendente  in una qualsiasi struttura alternativa al carcere, dove invece più spesso sono costretti a soggiornare a forza per mancanza di serie opzioni differenti, cosicché all’interessato non resta che perseverare diabolicamente nel proprio vizio, perfezionandosi nella microdelinquenza obbligata,  perché unica fonte atta ad alimentare economicamente la propria dipendenza, fino alla prossima volta o alla inevitabile infausta conclusione. Andrea Leoni questo compie nel suo scritto, ci illustra  una serie di casi emblematici e tipi umani che ha incontrato nel corso del suo servizio. Ancora, per esempio, ci racconta d’immigrati clandestini, perciò per definizione irregolari, illegali, passabili obbligatoriamente di sanzioni di giustizia, paradossalmente indispensabili presso tantissime famiglie. Perché si incaricano in prima persona, per paghe da fame, a sbrigare tutto quanto più nessuno dei “lavoratori regolari indigeni” è disponibile a svolgere, si occupano dei compiti più faticosi, badano alla casa e specialmente ai suoi abitanti più fragili e vulnerabili, gli anziani, sostituendosi a una rete assistenziale assente a certe modeste retribuzioni. Svolgono per assurdo un ruolo di grande utilità sociale, in alternativa potrebbero solo andare a ingrossare le file della manodopera delinquenziale o del racket della prostituzione, a danno di tutti, eppure un giudice altro non può che applicare la legge. Che queste persone li etichetta, proprio con una piccola etica, fuori legge. La giustizia per forza di cose evolve di pari passo con la società, si aggiorna, incontra nuovi modi di commettere reati, per esempio lo stalking, e il giudice è chiamato a decidere sul disagio esistenziale che queste condotte ossessive, parossistiche, spesso demenziali, causano alle vittime.

Più spesso adottando misure cautelari, prima per restituire la pace perduta ai malcapitati caduti in queste sgradite attenzioni o presunte tali, nella speranza che la misura si tramuti anche per il colpevole, in qualche modo, come un’opportunità per riconsiderare la propria condotta fuori luogo, farsene una ragione, porre rimedio alla propria solitudine esistenziale che lo indirizza alla sua nefasta condotta. Con tutti i rischi che questo comporta, e la cronaca riporta.

In sintesi, infine, dalla lettura si trae una sola convinzione: fare il giudice non è una cosa semplice. Sempre però va esercitata al meglio. Quelli che la esercitano, stanno bene attenti a esercitarla, con scienza e coscienza, avendo l’accortezza di distinguere tra giustizia e legge, che non sono la stessa cosa. La legge è scritta dagli uomini, è generale ed astratta, imperativa e prevede sanzioni, detta regole, mentre la giustizia invece non è la sola pedissequa applicazione delle regole, è una virtù morale: gli uomini sono uguali davanti alla legge, ma non davanti alla giustizia. Proprio perché sono uomini, ciascuno a sé stante, unico: e il giudice deve tener conto, per quanto gli riesce, di tale irripetibilità. La giustizia, rappresentata come una Dea, è invece più un atto di fede: si crede in qualcosa che appare sufficientemente chiara per credere, sufficientemente oscura per dubitare.

Quel che conta, è che il giudice, come un sacerdote, perseveri nel credere: nell’uomo, non nella Dea. E trovi modo di ritemprarsi, come il nostro, nel modo più spesso efficace: in famiglia.

FONTE DEL LIBRO: “Quale giustizia? Esperienze e riflessioni di un giudice”

di Michele Leoni

da Bruno Izzo

 

Forte terremoto di magnitudo 6.5 in Colombia

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Ansa

Un potente terremoto di magnitudo 6.5 ha scosso Bogotà e altre città colombiane, ha annunciato il Servizio Geologico Nazionale. L’epicentro del sisma è stato a Paratebueno, a circa 187 km dalla capitale dove una forte scossa è stata avvertita per diversi secondi.

La magnitudo del terremoto è stata stimata a 6.3 dall’istituto geologico americano Usgs. La prima scossa è stata avvertita attorno alle 8:08 locali (le 15:08 italiane). Pochi minuti dopo, alle 8:20 (le 15:20 italiane), il Servizio geologico nazionale ha segnalato un altro terremoto di minore intensità, con magnitudo 4.0 e profondità ridotta (meno di 30 km), nello stesso comune di Paratebueno, situato nel dipartimento di Cundinamarca.

Alle 8:37 (le 15:37 italiane), nella medesima area si è verificato un ulteriore sisma di assestamento di magnitudo 4.5. Al momento non sono stati segnalati danni gravi né vittime.

Redazione Tgcom24.Mediaset

 

A Madrid decine di migliaia di persone hanno protestato contro il governo

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(AP Photo/Manu Fernandez)

Domenica si è svolta a Madrid una grossa protesta organizzata dal principale partito di centrodestra contro il governo del primo ministro Pedro Sánchez, del Partito Socialista. Secondo il governo i partecipanti sarebbero stati circa 50mila, mentre gli organizzatori hanno parlato di 100mila.

La manifestazione è stata indetta dal Partito Popolare (PP), guidato da Alberto Nuñez Feijóo. L’ha organizzata dopo la diffusione di alcune registrazioni di una telefonata in cui Leire Díez, una donna finora sconosciuta ma vicina al Partito Socialista, parla di presunto un tentativo di corruzione volto a ottenere informazioni compromettenti sul dipartimento incaricato di indagare sulla moglie e il fratello di Sánchez. Díez ha negato di aver agito in modo illecito e ha detto che non stava parlando per conto del partito, da cui poi si è distanziata.

Negli ultimi mesi Sánchez è stato coinvolto indirettamente in varie indagini con accuse di corruzione: sono partite da denunce presentate da una sorta di “pseudosindacato” di estrema destra, Manos Limpias, noto per le sue frequenti azioni legali contro politici o personaggi pubblici progressisti, quasi tutte false o inconcludenti. Manos Limpias ha fatto partire un’indagine a carico della moglie di Sánchez, Begoña Gomez, con l’accusa di influenza illecite. Anche il fratello, David Sánchez, è indagato per vari reati tra cui traffico di influenza e malversazione.

La manifestazione di domenica a Madrid (AP Photo/Manu Fernandez)

Feijòo sta puntando parecchio su queste accuse per cercare di mettere in difficoltà il governo. Ha scelto come motto per la protesta di domenica «Mafia o democrazia», e durante il suo intervento sul palco ha detto: «Sánchez, arrenditi alla democrazia. Convoca le elezioni adesso». Erano presenti anche il sindaco di Madrid e la governatrice della comunità autonoma della capitale, Isabel Ayuso, entrambi del Partito Popolare. Vox, il principale partito di estrema destra spagnolo, non ha aderito dicendo di considerare la manifestazione come un’iniziativa del Partito Popolare.

I partecipanti si sono riuniti lungo la Gran Vía e in Plaza de España, nonostante il gran caldo, molti avevano bandiere spagnole. Il Partito Popolare aveva chiesto di non usare simboli politici (anche se alcuni c’erano comunque), e anche sul palco non c’era il suo logo. Alcuni avevano cartelli con slogan come «Sánchez traditore» o «governo dimettiti».

È stata la sesta protesta organizzata dal Partito Popolare dall’inizio della legislatura, nel novembre del 2023, ma la seconda più partecipata.

Redazione il Post

Allarme Spid “a pagamento da luglio”

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Davide Fiz - Davide Fiz al lavoro col suo pc

AGI – Lo Spid rischia di diventare a pagamento per tutti i cittadini a partire dal prossimo luglio. E ciò perché, a oggi, risultano ancora bloccati i finanziamenti pubblici da 40 milioni di euro previsti da un decreto del 2023 e destinati agli operatori che forniscono il sistema di identità digitale per i servizi online della Pa. Lo denuncia il Codacons secondo il quale “la situazione che si sta delineando appare gravemente lesiva dei diritti dei consumatori, i quali negli ultimi anni sono stati incentivati a creare una identità digitale per accedere a una moltitudine di servizi offerti dalla pubblica amministrazione e ora, per usufruire di questi stessi servizi, rischiano di ritrovarsi a pagare nuovi costi non preventivati”.

“Una scorrettezza che aprirebbe la strada ad azioni legali contro lo Stato Italiano da parte di tutti i soggetti coinvolti, in relazione alla inadempienza verso gli operatori che gestiscono il servizio di identità digitale. Per tale motivo, se la situazione non sarà risolta a breve e se saranno applicati costi ai cittadini per la fruizione dello Spid, il Codacons è pronto ad avviare una valanga di cause risarcitorie contro lo Stato e Agid (Agenzia Italia Digitale) da parte degli utenti interessati, finalizzate al riconoscimento del rimborso delle spese sostenute a causa dei ritardi della Pubblica amministrazione”, conclude il Codacons

Redazione AGI
di Danilo De Mita


Provider Spid Aruba e Infocert implementano tariffe per servizi digitali. Poste Italiane mantiene la gratuità. Fondi governativi in attesa di sblocco