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Spettacolo Teatrale “Tribes” (biglietti)

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Spettacolo Teatrale “Tribes” (biglietti)Dal 6 al 24 Gennaio sarà in scena a Roma “TRIBES”, dell’autrice inglese Nina Raines, un nuovo spettacolo teatrale professionale che tocca il tema della sordità e ha un attore sordo nel cast!
L’ISSR ha collaborato al progetto e vi invita a vedere lo spettacolo al Teatro Piccolo Eliseo.

Lo Spettacolo Teatrale ” TRIBES” di Nina Raine regia di Elena Sbardella, al quale ha collaborato anche l’ Istituto Statale Per Sordi si terrà dal 6 al 24 gennaio presso il Teatro Eliseo (ROMA).
Sarà presente anche l’attore SORDO Federico D’Andrea e sarà interamente SOPRATITOLATO IN ITALIANO.
Grazie alla nostra collaborazione, potrete avere lo SCONTO del 50% sul biglietto (10€ ANZICHE’ 20€)
INSERENDO IL CODICE “ISSR-TRIBES”, più il vostro nome e cognome.
Email: promozione@teatroeliseo.com

Per tutti i nostri amici che vedono questo video LIS infatti abbiamo fatto riservare uno sconto del 50% sul biglietto: il costo sarà di 10€ anziché 20€.

Come fare per prenotare?
Inviate una mail di prenotazione con il codice ISSR-TRIBES all’indirizzo: promozione@teatroeliseo.com e inserite il vostro NOME + COGNOME e la DATA IN CUI VOLETE VEDERE LO SPETTACOLO
Riceverete una risposta con la conferma della prenotazione e l’assegnazione di FILA E POSTO.
Presentando questa mail (stampata o visibile sul vostro cellulare) che avete ricevuto alla biglietteria potrete ritirare il vostro biglietto.

Come si può ritirare il biglietto?
– presso la biglietteria del Teatro Eliseo dal martedì alla domenica dalle 9,30 alle 19,30
– presso la biglietteria del Piccolo Eliseo dal martedì alla domenica fino a un’ora prima dello spettacolo

Lo spettacolo sarà a Roma dal 6 al 24 Gennaio con i seguenti orari:
martedì – giovedì – venerdì – sabato alle ore 20,00
mercoledì e domenica alle ore 16,00

Eccezionalmente la prima dello spettacolo, mercoledì 6 Gennaio, sarà alle ore 20,00

 

Salvo il servizio di integrazione scolastica per alunni con disabilità sensoriale in Veneto

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Oltre 1.000 alunni con disabilità sensoriale potranno dunque tornare tra i banchi di scuola e continuare il loro percorso formativo. Inizia così quest’anno. Il diritto allo studio difeso e salvaguardato. Difatti come ci comunica Mariacristina Busetto, socia dell’associazione A.F.A.L. – Associazione Famiglie AudioLese- :

school-kids1“Dopo varie sollecitazioni e ripetuti incontri la Regione ha stanziato la somma necessaria a garantire il servizio fino a Giugno 2016. La gestione delle risorse sarà a carico delle Province. Presto comunque avremo ulteriori incontri per fare in modo che la questione possa diventare definitiva e che lo stanziamento dei fondi venga eseguito in modo automatico ogni anno. Dunque dopo un duro lavoro e tanta pressione alla Regione da parte delle nostre associazioni e dei rappresentanti degli assistenti alla comunicazione, ci siamo riusciti ottenendo quello che era giusto.”

Si è conclusa nel migliore dei modi una faccenda che sembrava sempre più affondare in un baratro di paure. Se si parla d’istruzione non c’è una cosa giusta o non giusta da fare, semplicemente diritti da rispettare e tutelare. Bambini, ragazzi da portare all’autonomia al fine di favorire il loro inserimento nel tessuto sociale e garantire loro la normalità della quotidianità.

La Presidente dell’A.F.A.L. Luana Pesce, ci ha spiegato quanto sia stato difficile raggiungere questo traguardo: permettere che l’istruzione fosse garantita ai loro figli.

“Siamo un’associazione di genitori, apartitica e apolitica. Battagliamo da due anni per questa causa, per garantire l’istruzione ai nostri figli.

Sembrava che stessimo perdendo tutto con la scadenza del servizio di integrazione scolastica. Non è stato semplice, c’era bisogno di unire le forze di varie associazioni o avremmo perso tutto.

I primi anni di inserimento nella scuola sono il punto cruciale per ogni bambino sordo o sordo-cieco e non solo. È tutto un percorso riabilitativo che non si può assolutamente togliere. Dopo aver presidiato per tre mesi nei consigli regionali senza vedere nulla, alla fine ce l’abbiamo fatta garantendo il servizio per sei mesi.

Tuttavia noi partiremo con un incontro per riorganizzarci in modo tale da non dover chiedere ogni sei mesi un diritto previsto dalla Costituzione. Speriamo almeno che la nuova legislatura lo garantisca autonomamente per tutti i suoi cinque anni.”

Quando anche il diritto allo studio – previsto dalla nostra costituzione – diverrà normalità, senza mesi, anni di battaglie per difenderlo e garantirlo, allora forse l’Italia avrà abbattuto una delle più grandi barriere.

3 gennaio 1954: nasceva la Rai, la tv di stato italiana

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La RAI, Radiotelevisione Italiana, inizia oggi il suo regolare servizio di trasmissioni televisive”. Con questo storico annuncio alle ore 11 di mattina del 3 gennaio 1954, Fulvia Colombo, la prima “signorina buonasera”, annunciò dagli studi di Milano l’inizio ufficiale del regolare servizio di trasmissioni televisive in Italia.

di Pierluigi Liguori

190203_gennaio_1954_nascita_rai_pontilenewsL’evento è seguito da circa quindicimila apparecchi video – trasmittenti in tutta l’Italia – divisi tra abitazioni e bar. Prima dell’annuncio della Colombo, il nuovo elettrodomestico che al tempo costava cinque volte lo stipendio medio di un operaio, propose il finale dell’opera “Guglielmo Tell” di Gioacchino Rossini, e solo a quel punto la voce femminile potette elencare i programmi della giornata.

Il palinsesto era piuttosto scarso: si aprì con la telecronaca dell’inaugurazione della sede Rai di Milano, Roma e Torino. Seguiva la rubrica “Arrivi e partenze”, condotta dal giovanissimo presentatore italo americano Mike Bongiorno.

Il pomeriggio era dedicato allo sport, con trotto e calcio, e al cinema con il film “Le miserie del signor Travet” di Mario Soldati, in cui vi erano sia Gino Cervi che Alberto Sordi. Alle ore 20.45, il primo telegiornale regolare dopo la sperimentazione del 1952, viene condotto da Furio Caccia negli studi di Milano e da Riccardo Paladini negli studi di Roma. La serie di programmi si conclude con il teatro: viene mandata in onda la rappresentazione de “L’osteria di posta” di Carlo Goldoni, con Isa Barzizza e Leonardo Cortese. Le trasmissioni terminano alle ore 23 e sullo schermo compare il primo monoscopio Rai.

Dopo tre mesi dalla prima messa in onda, si decide un cambio di denominazione: da Radio Audizioni Italiane S.p.a. (subentrato a sua volta nel 1944 all’EIAR fascista), all’ancora attuale Radio Televisione Italiana. Da questo momento in avanti vi sarà un incremento esponenziale dell’offerta televisiva, portando sullo schermo degli italiani: il Festival di Sanremo, il primo sceneggiato, “Piccole Donne” nel 1955, ed il quiz del secolo “Lascia o raddoppia?”, che consacra Bongiorno come presentatore dei giochi a quiz. In poco tempo la Rai giungerà anche al milionesimo abbonato nel dicembre del 1958, evento eccezionale per il periodo.

http://www.pontilenews.it

Francesco, il ragazzo sordo che un anno fa ha lasciato il Molise per la Germania

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Tra il dicembre 2014 e l’agosto 2015 circa 630 italiani sono emigrati in Germania. Di questi, una trentina sono molisani.

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Tra di loro Francesco Simeone, 27enne tecnico di sistemi di comunicazione multimediale di Guardialfiera, che lo scorso 12 novembre ha festeggiato il suo primo anno tedesco. «Andare a vivere in Germania non è stata una scelta improvvisa, ma ponderata nel tempo». Francesco, che ora vive a Reutlingen, una cittadina a trenta minuti da Stoccarda, oltre a trovare il lavoro per il quale ha studiato (grafico multimediale), collabora anche con il Comitato Italiani all’Estero e l’Associazione Genitori per la quale si occupa del periodico “La Nuova Linea”. Una scelta di vita, la sa, dettata da una condizione lavorativa precaria ma soprattutto dalla rivalsa nei confronti di un paese e di una regione, Il Molise, che per tutta una vita «mi ha discriminato». Francesco Simeone è un ragazzo sordo affetto da tiroidite autoimmune e ipoacusia bilaterale profonda.                         

di Alessandro Corroppoli

Francesco nel suo ufficio in Germania e il periodico che sviluppa sul web

Potrebbe ricordare una delle tante storie di giovani ragazzi costretti a lasciare il proprio paese, la propria famiglia e i propri affetti nel tentativo di far fortuna lontano da casa, in un’altra Nazione. Per certi versi lo è, ma questa di Francesco Simeone contiene anche quel pizzico di rabbia e di delusione che la contraddistingue dalle altre, a cui bisogna aggiungere quella voglia di andare oltre la propria diversità, oltre quella gabbia di preconcetti «dove i genitori e gli amici tengono bloccati i propri ragazzi diversamente abili da tutte le possibilità che il mondo esterno può offrire loro».

Era l’ ottobre 2014 quando Francesco chiese al nonno cosa pensasse del suo trasferimento da Guardialfiera, provincia di Campobasso, in Germania. La sua risposta fu un insieme di parole che si rivelarono una sorta di benedizione. «Figliolo, tu sei un ragazzo bello e intelligente. Non aver paura se sei sordo perché tu sei un ragazzo sveglio ed istruito. Comportati sempre bene, sii sempre gentile ed educato con le persone. Chi ti prende in giro lascialo stare e vivi per te e la tua salute. Io mi fido di te perché la tua mancanza di udito sarà la tua virtù e le tue debolezze saranno le tue forze». Furono gli ultimi consigli di nonno Francesco a suo nipote: da lì a poco sarebbe venuto a mancare. «Andare a vivere in Germania non è stata una scelta improvvisa, e tanto meno drastica, ma è stata una scelta ponderata nel tempo: era da almeno un anno e mezzo che avevo deciso di trasferirmi».

Purtroppo, il forte tasso di umidità causata dalla presenza di laghi e dal clima atmosferico avevano compromesso la salute di Francesco. E la carenza di una retribuzione fissa aveva screditato le sue abilità lavorative in Italia. «Il settore della medicina legale non ha mai riconosciuto le mie gravi disabilità, apparentemente invisibili. Ha scambiato le mie carenze uditive con atti di furbizia per percepire agevolazioni statali. Quindi non avevo nemmeno la possibilità economica di poter pagare interpreti della Lingua dei Segni, oppure usufruire di utili servizi per l’integrazione sociale».
Tra una tiroidite autoimmune e la sua profonda sordità, Francesco si è ritrovato con una grande debolezza fisica senza aver fatto alcuno sforzo fisico notevole.

Come se non bastasse, il suo lavoro è stato scambiato per una piccola collaborazione amichevole, e questo ha comportato grossi equivoci in fatto di retribuzioni: non stipendi ma semplici mance di ringraziamento. «In Italia ero un grafico multimediale e mi occupavo di montaggi video e di grafica pubblicitaria. Ho lavorato e collaborato con diverse tipografie, studi di grafica creativa e studi fotografici, tra Campobasso, Termoli, San Salvo e Pescara. Inoltre ho avuto esperienze nel settore cinematografico a Roma ».Lavori svolti senza un contratto e senza uno stipendio. Lavori che lo lasciavano con lo status di disoccupato. Così, mentre l’ufficio del lavoro gli cercava un lavoro, Francesco frequentava corsi di specializzazione. «Dopo essermi diplomato al Liceo Artistico di Termoli, ho frequentato sei corsi di formazione professionale presso il Centro Servizi Formazione ed Occupazione di Campobasso conseguendo la qualifica professionale in Tecnico di Sistemi di Comunicazione Multimediale».


Lo scorso 12 novembre Francesco ha festeggiato il primo anno in terra tedesca a Reutlingen, una cittadina a trenta minuti da Stoccarda, nel sud della Germania nella regione del Baden-Wuerttemberg. Un territorio caratterizzato da una forte industrializzazione che vede la presenza, tra le altre, della Bosch. Una regione, dove, la presenza italiana è molto forte: 250mila in tutto. Un terzo di tutti gli italiani presenti in Germania.
Aiutato da parenti ed amici che lo hanno sostenuto nelle ricerche dell’alloggio e del lavoro, e dopo essersi rivolto all’ Ucim (Ufficio di consulenza italiana multifunzionale), Francesco è riuscito ad integrarsi senza troppi problemi, a parte la lingua e la gavetta iniziale. « Fortunatamente conosco l’inglese che mi è stato d’aiuto nell’apprendere il tedesco. Una lingua davvero difficile». E, se non bastasse la difficoltà in se, «da Febbraio 2015 c’è una nuova legge che specifica l’obbligatorietà della conoscenza della lingua tedesca per entrare nel mondo del lavoro. Per mia fortuna, questa legge ancora non era in vigore quando sono arrivato». Giunto in Germania, Francesco inizia a lavorare in un fast-food per sei mesi « dove, oltre una buona paga, ho potuto imparare la lingua.

Con lo stipendio iniziale è stato possibile pagare l’affitto, la cassa mutua e acquistare oggetti o servizi di natura quotidiana». 

Per fortuna di Francesco, e dei tanti italiani in Germania, esistono enti pubblici come L’Ucim, la JobCenter (l’Arbeitsamt), la Gwg, e la Deutschevolkhochschule dai quali è «possibile avere agevolazioni economiche per frequentare il corso di lingua tedesca mentre si lavora, ottenere una stanza o un appartamento di case popolari per poter vivere in modo sufficientemente decoroso». L’Ucim, tra l’altro, è diretto da Antonio Fontana originario di Colletorto. Un ragazzo di origini molisane, cresciuto in Germania, che si occupa di favorire l’integrazione degli italiani agevolandoli nei processi di ricerca dell’ alloggio e del lavoro e, fatto non secondario, velocizzando le pratiche di registrazione e regolarizzazione dei documenti. «Questa è una cosa davvero eccezionale perchè Antonio è in grado di comprendere le esigenze dei connazionali e riesce ad orientarli in base ad esse».

Dopo un apprendistato veloce, oggi Francesco si sente realizzato ed è soddisfatto per la scelta fatta un anno fa. «Attualmente sono un libero professionista, ed esercito la mansione di mediengestalter und webdesigner, ossia operatore multimediale e disegnatore/sviluppatore di siti web. Lavoro molto in squadra, con dei connazionali professionisti nel loro settore, che mi aiutano a realizzare foto di qualità per i miei siti web. Collaboro anche per alcune attività consolari quali il Comitato Italiani all’Estero, e con l’Associazione Genitori dove mi occupo del loro rivista ufficiale “La Nuova Linea”, un periodico di formazione ed informazione per gli italiani residenti in Germania».
“La Nuova Linea” è una rivista che si rivolge a tutti gli italiani presenti in Germania affinché possano preservare la lingua e la cultura italiana anche in terra straniera. Ma soprattutto Francesco è felice di aver fatto questo passo «e di aver seguito i consiglio di mio nonno. Certo, il mio paese mi manca ma qui finalmente ho trovato qualcuno che mi apprezza nonostante i miei problemi valorizzandomi e dandomi una possibilità concreta». Tutte attività: «ben retribuite e mi danno tanta soddisfazione: mi interfaccio con connazionali competenti che si spendono e si spandono per il bene della comunità».

(Pubblicato il 03/01/2016)

http://www.primonumero.it/

Salva una cerva da un fiume ghiacciato, l’eroe sordo lo racconta a gesti

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01sordo-k5U-U10602891026895WP-700x394@LaStampa_itQuando ha visto quella cerva intrappolata nel fiume ghiacciato non ha pensato ad altro se non a salvarla. Non è stato facile e a raccontarlo è lui stesso, non con le parole, ma con il linguaggio dei segni. Già perché l’eroe di questa storia è sordo e il filmato che ha pubblicato sul web ha avuto grande successo.

di Fulvio Cerutti

«E’ stato sicuramente rischioso muoversi su quel ghiaccio, ma qualcosa nel mio cuore mi ha fatto sentire in dovere di salvare quella creatura». Così spiega Steven Peterson, 50 anni, ricordando il suo gesto. L’uomo era in viaggio di ritorno dal pranzo di Natale nel Missouri quando, attraversando un ponte sul fiume Kettle, ha visto qualcosa che sembrava una roccia nell’acqua. Ha continuato a guidare, ma qualcosa l’ha fatto tornare indietro. E lì ha capito che non era una roccia, ma una cerva che a malapena si teneva fuori dall’acqua ghiacciata. Peterson ha pensato di chiamare il numero di emergenza 911, ma a causa della sua sordità avrebbe avuto troppe difficoltà a farsi capire, avrebbe perso del tempo prezioso.

»»»» IL VIDEO DEL SALVATAGGIO E IL RACCONTO DELL’EROE (clicca qui)

Peterson ha così deciso di allungare una cinghia dal suo camion verso il fiume e, aiutandosi con alcuni rami d’albero, ha iniziato a cercare di avvicinarsi all’animale. «Sono strisciato lungo il ghiaccio con attenzione e ho sempre tenuto gli occhi aperti perché essendo sordo non avrei potuto sentire il formarsi di eventuali crepe nel ghiaccio».

Raggiunto l’animale, Peterson riesce a mettergli la cinghia intorno alla testa e alle zampe anteriori. Così poco per volta è riuscito a tirarlo fuori dal fiume. «Mi sono sentito così orgoglioso e felice per essere riuscito a superare quella sfida. La cerva avrebbe potuto annegare in qualsiasi momento, ma sono stato in grado di salvare da solo» racconta con i gesti in un video-selfie che Peterson si è fatto mentre cerca di riprendere le energie.

Dietro di lui la cerva stremata e ricoperta di ghiaccio. Erano entrambi troppo stanchi per rialzarsi, così Peterson ha iniziato a strisciare trascinando con sé l’animale. «Fino a quel momento la cerva tremava ed era spaventata. Ma una volta al sicuro si è calmata e i brividi sembravano passare. Ho provato ad alzarla sulle sue zampe – ricorda l’uomo -. Ha camminato per un breve tratto, poi si è seduta e mi ha guardato. Sembrava che non sentisse più freddo».

E in quel momento che Peterson capisce che la cervo non era ferita, salvo qualche graffio, e capisce che era già pronta a ripartire per la sua strada. E così ho detto addio alla sua «Miss Ice River», così l’uomo ha chiamato l’animale che si ricorderà quell’eroe che ha sentito il suo disperato bisogno di aiuto da una voce nel suo cuore.

 

twitter@fulviocerutti 

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La moto-befana vola a Perugia: l’appuntamento è il 6 gennaio in piazza IV Novembre

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I motociclisti che intendono dare il loro apporto all’iniziativa dovranno prenotarsi versando la quota di iscrizione di 10 euro presso il Comitato Uisp di Perugia. ECCO COME FARE“

Bnc 2 gennaio 2016

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Torna come da tradizione la Motobefana, organizzata dalla Lega Motociclismo Uisp Umbria. Quella di quest’anno sarà la 19esima edizione della  a scopo benefico che ogni anno mette in sella tanti motociclisti per una giornata all’insegna dello sport, del divertimento e della solidarietà

L’appuntamento è il 6 gennaio alle 9, in piazza IV Novembre, nel cuore di Perugia, da dove la carovana prenderà il via per dirigersi in via Roma a Fratta Todina, dove, ad attendere i centauri, saranno quest’anno gli ospiti del centro gestito dall’Associazione Onlus Madre Speranza.

Due i percorsi previsti, quello stradale di 50 km per moto stradali e d’epoca, e quello fuoristrada sempre di 50 km per moto enduro in regola con il C.d.S. La manifestazione, promossa dalla Lega Motociclismo Uisp Umbria, è realizzata in collaborazione con il Comitato Uisp Media Valle del Tevere, il moto club Scorpioni, il moto S.O.S. Protezione civile, il Comune di Fratta Todina, la Pro loco Fratta Todina e l’Associazione Madre Speranza Onlus. Contribuiranno alla riuscita dell’evento la Polstrada Umbria, l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Municipale dei Comuni di Perugia, Corciano e Fratta Todina.

Nella passata edizione oltre un migliaio di partecipanti hanno dato vita ad una bella giornata di sport e impegno sociale, in pieno spirito Uisp. I motociclisti che intendono dare il loro apporto all’iniziativa dovranno prenotarsi versando la quota di iscrizione di € 10,00 presso il Comitato Uisp di Perugia in Via della Viola 1 o presso i Concessionari che aderiscono all’iniziativa. Per informazioni rivolgersi a Uisp Media Valle Tevere tel. 075 8749439 – 348 2547420; Francesco 338 7612859; Gianni 338 5331232; Stefano 348 3408220.

La meta scelta quest’anno dalla Lega Motociclismo per portare il proprio contributo di solidarietà è il Centro Speranza, una struttura gestita dalla Congregazione delle suore Ancelle dell’Amore Misericordioso che opera per la riabilitazione e l’educazione di bambini e adulti con gravi disabilità intellettive e/o deficit multisensoriali e motori.

Nel pomeriggio peraltro gli utenti e gli operatori del centro, insieme ai cittadini di Fratta Todina, daranno vita ad un suggestivo presepe vivente fatto di circa 200 figuranti, per favorire  l’integrazione dei ragazzi con disabilità e permettere a tutti di vivere un’esperienza di solidarietà, condivisione e speranza, in un clima festoso, all’interno della suggestiva cornice dell’antico borgo di Fratta Todina

http://www.perugiatoday.it

 

 

Dubai, salva la madre disabile dall’inferno dell’incendio nell’albergo: la storia a lieto fine della famiglia Villar

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Nell’inferno dell’incendio che è divampato la notte di Capodanno in un lussuoso albergo di Dubai, ferendo 15 persone ed uccidendone un’altra, c’è una bella storia da raccontare, di una vita salvata e del coraggio dato dall’amore per la propria famiglia.

di Ida Artiaco

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Guarda il video

Protagonisti della vicenda sono il giovane 27enne Angus Villar, originario di Saffron Walden, nell’Essex, in Gran Bretagna, e sua madre Barbara, di 64 anni, costretta da una malattia a stare su una sedia a rotelle. Insieme aspettavano lo scoccare della mezzanotte nella loro stanza al 15esimo piano dell’Address Dowtown Hotel quando sono scoppiate le fiamme.

Il ragazzo è riuscito a mettere in salvo la donna disabile portandola sulla schiena e attraversando le fiamme che diventavano sempre più alte alla base dell’edificio, mentre si precipitava rapidamente lungo le scale per poter uscire dall’albergo. Pochi istanti prima, aveva scattato una foto dal balcone della loro stanza per mostrare quanto fossero vicini all’incendio.

“C’erano ovunque persone in preda al panico – ha ricordato Villar -. Sembrava un pandemonio. I corridoi erano pieni di gente che urlava, si spingeva con violenza e si scavalcava l’un l’altra, così l’unica cosa che mi è venuta in mente per salvare mia madre è stata farla alzare dalla sedia a rotelle e portarla a schiena per le scale. Fortunatamente eravamo solo al 15esimo piano, quindi è stato difficile ma non impossibile raggiungere in questo modo l’esterno dell’edificio. Se fossimo stati al 60esimo piano allora sì che avremmo avuto problemi”.

Il giovane ha anche raccontato di non aver udito nessun allarme, ma di aver visto direttamente le fiamme crescere ed avanzare intorno alle 21 ora locale. “C’era grande confusione – ha continuato – e nessuno riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma l’unica cosa certa che fuori dal mio balcone c’era solo fumo nero. Anche se si trattava di un hotel a cinque stelle non c’erano le vie d’emergenza necessarie per le persono disabili. Se avessimo aspettato l’aiuto del personale non so se ce l’avremmo mai fatta”.

http://www.ilmessaggero.it

Al Teatro Piccolo Eliseo di Roma va in scena “Tribes”

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Mai scontato. Divertente. Emozionante. Di un’intelligenza feroce. Un testo tragicomico che affronta con acutezza e un punto di vista originale il tema vivo eppure poco frequentato della sordità.

Tribes muove dalla storia di una famiglia politicamente scorretta di origini ebraiche.

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Una comunità familiare udente, con le sue regole i suoi valori, le sue idiosincrasie. A capo della tribù ci sono Beth e Christopher, i genitori di Daniel, Ruth e Billy. Billy è sordo dalla nascita. Quando Billy incontra Sylvia, una giovane donna nata da genitori sordi che sta per perdere l’udito, entra in contattato con la lingua dei segni e con la famiglia allargata della comunità sorda. Tutti gli equilibri sono alterati: Billy è disposto ad abbandonare il suo nucleo di provenienza, Sylvia ormai quasi del tutto sorda, non riconosce più neanche se stessa in tutto quel silenzio.

ORARI SPETTACOLI:

martedì, giovedì, venerdì, sabato ore 20.00
mercoledì 6 gennaio, ore 20.00
mercoledì e domenica, ore 16.00

TRIBES

di NINA RAINE

con STEFANO SANTOSPAGO, LUDOVICA MODUGNO, BARBARA GIORDANO, LUCHINO GIORDANA, FEDERICO D’ANDREA, ALICE SPISA/DENIZ ÖZDOĞAN

regia ELENA SBARDELLA

SPETTACOLO CON SOPRATITOLI PER SORDI

http://www.teatroeliseo.com