Dedicazione della cattedrale. Su Portalecce e Teledehon anche con la lingua dei segni

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di Emanuele Tramacere

Com’è noto, ricorre domenica 6 novembre il 265° anniversario della Dedicazione della cattedrale di Lecce, la chiesa madre della diocesi; il luogo da cui ogni vescovo successore di Oronzo, alla guida della Chiesa di Lecce ha insegnato, ha indicato la meta e, ancora oggi, nella persona dell’arcivescovo Michele Seccia offre prospettive di vangelo al suo popolo

La comunità diocesana si ritroverà in duomo con il suo pastore alle 19,30 per la celebrazione della messa e per rinnovare l’unità, la sinodalità, la comunione che si è chiamati a vivere insieme vescovo, sacerdoti, diaconi, religiosi, fedeli laici… La coincidenza di questa data con i primi passi del nuovo anno pastorale, fa sì che il momento d’incontro diventi anche motivo per guardare in prospettiva il cammino della Chiesa locale e di accogliere dal presule nuove indicazioni pastorali.

Come già annunciato, durante la concelebrazione si svolgerà anche il rito di ammissione di tre candidati all’ordine del diaconato permanente: Maurizio GiancaneVinicio Russo e Pierpaolo Signore

Chi non potrà partecipare di persona alla messa in cattedrale potrà seguire l’intera celebrazione trasmessa in diretta streaming da Portalecce (pagina Fb) e in tv da Teledehon (ch 19) per la regia di Paolo Longo, il commento (su testi preparati dall’Ufficio liturgico diocesano) di Francesco Capoccia e la traduzione live nella lingua dei segni.

Evento storico ed evento spirituale si fondono nell’unica celebrazione – la Dedicazione – che supera il valore di anniversario per confermare invece quello pastorale e teologico che esso rappresenta e rimane immutato: la cattedrale è il “luogo in cui si siede” il vescovo perché vi è posta la càthedra, la sede fisica su cui tradizionalmente sedevano coloro che svolgevano un magistero e ricoprivano un riconosciuto ruolo di insegnamento. Nel linguaggio e nell’esperienza cristiani la cattedra indica la sede episcopale, posta nel presbiterio in posizione di rilievo, da cui il vescovo presiede la liturgia, spiega la Parola di Dio, parla alla sua comunità, benedice in nome di Dio… La chiesa cattedrale, l’ecclesia cathedralis, è dunque la «chiesa del vescovo», dove egli convoca la diocesi (le persone) intorno a sé per ascoltare la Parola di Dio, per celebrare l’eucarestia centro e fondamento di ogni incontro ecclesiale, per inviare i credenti nella loro missione quotidiana di annuncio e di testimonianza…, per ricentrare la vita dei credenti su Cristo e sulla proposta che ogni giorno il Vangelo fa a ciascuno.

Il valore della celebrazione di quest’anno va letto anche alla luce del cammino sinodale in corso nella Chiesa italiana e in quella universale senza perdere di vista uno degli obiettivi indicati da Papa Francesco e divenuti domanda di fondo nel Documento base: “Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universale) quel camminare insieme che permette alla Chiesa di annunciare il vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?”.  Domanda che interroga su quanto è stato vissuto quest’anno e sullo stile che si vuole dare al percorso futuro di Chiesa diocesana e universale chiamata ad un impegno prima di tutti: l’ascolto al suo interno e fuori dai confini di chiese e oratori, lungo le strade della vita.

Il valore di una celebrazione eucaristica in cattedrale, in occasione del suo anniversario si veste perciò di significato attuale, parla delle radici spirituali e storiche di una diocesi, ma interroga i credenti di oggi sulla passione per il vangelo e la capacità di tradurla in passi missionari.

 

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