
Ha stabilito che mandarli via con un preavviso quasi nullo, e senza garantire la possibilità di ricorso, è contro la Costituzione
Venerdì la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che l’amministrazione Trump non potrà utilizzare l’Alien Ememies Act per espellere i migranti venezuelani accusati di essere parte di bande criminali. È una legge del 1798 che consente al presidente di espellere senza processo le persone di un paese in guerra con gli Stati Uniti, e per giustificarne l’uso Donald Trump aveva decretato che le attività delle gang venezuelane fossero un atto ostile contro gli Stati Uniti.
La Corte aveva già sospeso «fino a nuovo ordine» l’espulsione delle persone migranti venezuelane lo scorso 19 aprile, e aveva preso del tempo per decidere: venerdì ha stabilito che è contro la Costituzione espellere migranti con così breve preavviso e senza dare loro la possibilità di contestare la decisione di fronte a un giudice.
Per questo ha rimandato il caso alla Corte d’Appello, che ha giurisdizione sui casi texani (i migranti si trovano in strutture detentive in Texas): sarà questa a decidere sul caso, e fino a quel momento (incluso il tempo di eventuali ricorsi), le persone dovranno restare negli Stati Uniti. La Corte ha agito sulla base di un ricorso d’emergenza degli avvocati di alcuni migranti venezuelani, che avevano ricevuto una notifica di espulsione meno di 24 ore prima che avvenisse, mentre venivano caricati sui bus.
Donald Trump ha definito questa decisione «cattiva e pericolosa» per gli Stati Uniti, e ha accusato la Corte di impedire all’amministrazione di «buttare fuori i criminali dal nostro paese».
Sulla base dell’Alien Enemies Act il governo statunitense il 15 marzo aveva espulso 200 venezuelani, portati a El Salvador in un carcere di massima sicurezza dove le violazioni dei diritti umani sono sistematiche. Tra questi c’era anche Kilmar Abrego Garcia, un uomo di origini salvadoregne che viveva negli Stati Uniti con regolare permesso di soggiorno: ora si trova in un carcere di massima sicurezza nel paese centroamericano, e l’amministrazione Trump sostiene di non potere riportarlo negli Stati Uniti, benché una giudice abbia ordinato di farlo.
Il suo caso venerdì è stato citato dai giudici della Corte Suprema, che hanno usato il rifiuto dell’amministrazione Trump di riportarlo indietro come esempio per sottolineare l’importanza di aspettare i tempi di un processo prima di espellere le persone dal paese. L’Alien Enemies Act era una legge pensata per tempi di guerra, usata durante la Seconda guerra mondiale per espellere persone originarie dei paesi avversari degli Stati Uniti (per esempio Italia e Giappone).