Il Nicaragua avrà due presidenti, entrambi molto autoritari

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Daniel Ortega e Rosario Murillo nel 2006 (AP Photo/Esteban Felix)

La moglie di Daniel Ortega diventerà co-presidente insieme a lui, grazie a una riforma costituzionale che consolida parecchio i loro poteri

Il parlamento del Nicaragua ha approvato in prima lettura una riforma costituzionale voluta dal presidente autoritario del paese, Daniel Ortega, che prevede che sua moglie, l’attuale vicepresidente Rosario Murillo, diventi co-presidente del paese. Per diventare legge la proposta dovrà essere sottoposta l’anno prossimo a un secondo voto da parte dell’Assemblea nazionale (il parlamento unicamerale), che però è interamente controllata dal governo: non ci sono quindi grossi dubbi sulla sua approvazione.

Murillo è vicepresidente dal 2017, ma da anni è di fatto equiparata al presidente. Dopo l’approvazione della riforma Ortega e Murillo avranno formalmente gli stessi poteri, rendendo il Nicaragua una dittatura di coppia a conduzione matrimoniale. Ortega ha 79 anni, e da tempo circolano informazioni non confermate sul fatto che abbia problemi di salute: la riforma permetterà di garantire la presidenza a Murillo anche dopo la morte di Ortega, e di predisporre quindi una successione al potere interna alla famiglia.

Ortega è presidente del Nicaragua dal 2007 (aveva governato anche tra il 1979 e il 1990), ed è da tempo descritto da avversari e organizzazioni internazionali come un dittatore. Negli ultimi anni ha progressivamente eroso la democrazia e smantellato tutte le tutele legali che imponevano limiti e controlli sul potere del presidente, ricorrendo spesso a metodi violenti per arrestare e detenere i dissidenti politici.

La riforma prevede una revisione quasi totale della Costituzione nicaraguense e formalizza un notevole aumento dei poteri di Ortega e Murillo. Oltre alla creazione della carica di co-presidente, elimina la separazione dei poteri nello stato (che nei fatti già non funzionava) permettendo ai presidenti di nominare e revocare tutte le persone a capo delle istituzioni pubbliche del Nicaragua, compresi ministri, viceministri, procuratori e diplomatici. Allunga inoltre il mandato presidenziale da cinque a sei anni (in Nicaragua le elezioni presidenziali non sono libere: alle ultime, nel 2021, la vittoria di Ortega era scontata).

Daniel Ortega e Rosario Murillo nel 2018 (AP Photo/Alfredo Zuniga)

La riforma allunga di un anno anche il mandato dei membri dell’Assemblea nazionale, i cui poteri sono comunque limitati, e rafforza il controllo dello stato sui media. È una modifica importante: il controllo dei mezzi di informazione è un aspetto centrale delle politiche repressive di Ortega e Murillo, e molti dei principali media del paese sono già sotto al controllo diretto della famiglia o di persone a loro molto legate.

Infine la riforma dà a Ortega e Murillo il potere di ordinare l’intervento dell’esercito a sostegno delle attività di polizia, facilitando l’uso delle forze armate come potenziale strumento di repressione politica. Tutte le misure sono state ampiamente criticate da molte associazioni che si occupano di democrazia e diritti umani.

Da quando è stata nominata vicepresidente, sette anni fa, Murillo è diventata una delle persone più note del governo, grazie alle sue frequenti interviste con i principali canali di informazione del paese. Ha inoltre avuto un ruolo centrale nella gestione del governo e nel consolidamento del potere nelle mani del presidente: lo storico Aldo Díaz Lacayo, citato da BBC Mundo, ha definito Murillo «la componente esecutiva» della coppia di governo, dato che «mentre la strategia di governo viene pensata da Ortega, l’applicazione quotidiana e pratica delle sue decisioni viene fatta da Murillo».

Un cartellone di Ortega e Murrillo per le elezioni presidenziali del 2021 (Getty Images)

Negli anni la coppia ha coinvolto anche i loro sette figli nella gestione del potere, in particolare nelle operazioni di acquisizione e gestione dei principali media del paese, attraverso i quali viene diffusa la propaganda del regime. Secondo un’indagine di Reuters, nell’ultimo decennio i figli di Ortega e Murillo hanno preso il controllo o la gestione di almeno una decina tra canali televisivi, stazioni radio e siti di news: i canali di famiglia vengono finanziati direttamente dallo stato, che li paga per trasmettere le campagne pubblicitarie del governo.

La riforma costituzionale dovrebbe consolidare il potere della famiglia di Ortega e Murillo e facilitare una successione dinastica: secondo alcuni osservatori, la riforma era discussa e meditata da anni e servirà proprio a risolvere la questione della successione. Al momento Laureano Ortega, uno dei figli della coppia, è considerato il probabile futuro erede alla presidenza.

Redazione IL POST

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