Musk: Un microchip nel cervello in aiuto ai disabili

Il chip di Neuralink, secondo Musk, porterà benefici ai malati di Parkinson e di Alzheimer, a chi soffre di disabilità motorie ed ai ciechi

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PhotoCredit: Pixabay

di Isabella Righetti

E’ quanto prevede il miliardario sudafricano Elon Musk: “Entro sei mesi, un chip di Neuralink sarà nel cervello umano”. Al dispositivo toccherà il compito di migliorare la vita a disabili e a chi soffre di malattie neurodegenerative, come Alzheimer e Parkinson.

Il progetto affidato ai ricercatori di Neuralink

La dichiarazione eclatante è stata resa da Musk al ‘Neuralink Show and tell’, l’evento organizzato dal colosso hi-tech per presentare le ultime novità. E, tra queste, c’è proprio il dispositivo wireless per chip cerebrali che potrebbe alleviare le sofferenze di molti pazienti disabili, consentendo loro di tornare a muoversi o di comunicare. Ma le applicazioni possono abbracciare anche le malattie neurodegenerative.

Del resto, la Neuralink si occupa di sviluppare interfaccia neurali impiantabili e, nei progetti di Musk, sarebbe arrivato il momento per produrre il chip del miracolo. Fino ad ora, però, i ricercatori dell’azienda non sono riusciti a rispettare i tempi concordati. La sperimentazione su volontari umani, prevista per la fine di questo 2022, è ancora ferma.

Secondo Musk, la FdA potrebbe autorizzare la sperimentazione sugli umani tra 6 mesi
“Bisogna essere estremamente attenti – ha commentato Musk – e dobbiamo essere certi che funzioni bene, prima di inserire un microchip nel cervello di un essere umano. Ma abbiamo inviato la maggior parte dei documenti all’Fda e ci aspettiamo un riscontro tra circa 6 mesi “.

L’annuncio di Musk, però, non è stato confermato (né smentito) dalla Food and Drug Administration.

La concorrente Syncron è avanti

Nel frattempo, il passo in avanti sulla sperimentazione su esseri umani è stato già compiuto dalla concorrente Syncron, che ha già impiantato un dispositivo in un paziente. Nei piani di Neuralink, il prototipo sperimentale dovrebbe essere impiegato per il recupero della vista “anche in soggetti ciechi dalla nascita” – ha precisato Musk.

 

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