Roma, Municipio III: i consiglieri di Iv chiedono la riattivazione del servizio Oepac per gli alunni disabili delle scuole paritarie

Lo scorso 24 novembre la sentenza del Tar annullava il Regolamento di Roma Capitale. “Gli operatori devono essere retribuiti con i fondi pubblici”

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di Alessia Perreca

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio lo ha deciso lo scorso 24 Novembre: gli operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione (Oepac, ndr)  – degli alunni con bisogni speciali – devono essere garantiti con fondi pubblici, non solamente negli istituti statali e comunali, ma anche nelle scuole paritarie.

La sentenza n.15710/22 , emessa dalla seconda sezione del Tar, ha annullato così una parte del recente Regolamento di Roma Capitale per gli Oepac, quella in cui veniva limitata l’erogazione dei fondi per l’assistenza e per l’autonomia degli alunni con disabilità nelle scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado  – romane – comunali e statali, escludendo gli iscritti alle paritarie e private. Per questi ultimi, le spese, di fatto, sono rimaste a carico delle famiglie.

Il testo – nel quale si ribadiscono il principio della centralità dell’alunno con disabilità, del ruolo delle famiglie e la garanzia che il servizio debba essere svolto con continuità su tutto il territorio – e sul quale aveva lavorato la commissione scuola presieduta dalla Dem Carla Fermariello, interessava solo ed esclusivamente le scuole comunali e statali. In sede di approvazione, il Regolamento era stato contestato da Italia Viva e Fratelli D’Italia proprio per l’esclusione delle scuole paritarie.

Il ricorso al Tar è stato presentato dall’Aninsei, l’associazione  categoria della Confindustria – che conta sul territorio regionale 800 realtà, la metà a Roma –  e da un gruppo di genitori del Municipio III, secondo i quali, il regolamento ha messo in atto “una ingiustificata discriminazione tra i bambini disabili certificati, a seconda che gli stessi frequentino una scuola comunale/statale ovvero una scuola paritaria, riversando su queste ultime i costi del servizio e limitandosi a prevedere esclusivamente un contributo di cui non viene nemmeno specificata la misura.”

“I contributi statali – hanno scritto i giudici amministrativi nella sentenza – sono finalizzati a garantire l’erogazione del servizio in favore dell’alunno residente nel territorio del singolo comune a prescindere dal fatto che frequenti una scuola comunale/statale, ovvero una scuola paritaria”.

Circa duecento famiglie con bambini con disabilità certificata ed iscritti alle scuole paritarie e private del territorio capitolino hanno dovuto pagare una ingente retta scolastica per poter far affidamento sul supporto degli Oepac. Gli Oepac ( ex Aec, ndr) sono figure preziose all’interno delle scuole. Si tratta di operatori – dipendenti del Comune o dalle Cooperative sociali – chiamati a prestare supporto ai quei bambini, ragazzi che hanno ottenuto una certificazione della disabilità dall’Asl e secondo la vigente legge 104/1992 hanno diritto alle misure di sostegno ed integrazione. In tutti gli istituti. Ora – a seguito della sentenza – anche nelle paritarie. Assistenti che lavorano in sinergia con l’insegnante di sostengo e garantiscono reali strumenti affinché il bambino possa integrarsi nella vita scolastica. Ed ora, alla luce di quanto hanno stabilito i giudici amministrativi, è fondamentale, inoltre, garantire agli stessi scolari una continuità assistenziale.

Soddisfazione per la sentenza è stata espressa dal Presidente di Anisei, Goffredo Sepiacci, che – raggiunto telefonicamente – ha commentato: “Il passo successivo che il Comune deve fare per ottemperare al dettame stabilito del Tar è di modificare il regolamento.” “Tornare – ha sottolineato – alla prima bozza elaborata dalla Presidente della Commissione scuola, Carla Fermariello, ed inserire nel regolamento tutte le famiglie e gli studenti frequentanti le scuole private. Il Tar rispetto al Comune  – che aveva distinto e discriminato i bambini con bisogni educativi speciali, distinguendo fra quelli frequentanti le scuole comunali e statali e quelli frequentati altre scuole – ha riammesso tutti: gli alunni delle scuole paritarie e non. Senza distinzioni.”

Secondo il regolamento di Roma Capitale – in materia di Servizi educativi per il diritto allo studio, all’autonomia e all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità – approvato lo scorso Aprile dall’assemblea capitolina, nella seconda versione, il testo risultava discriminatorio nei confronti degli alunni disabili e delle loro famiglie.

Ora il Comune di Roma e l’Assessorato alla scuola, dovranno rivedere ed ampliare il regolamento. Estendere il servizio Oepac anche agli studenti delle scuole paritarie. Nella giornata di oggii, il Consiglio del Municipio Roma III, sarà riunito per discutere ed approvare le nuove modifiche. Successivamente si sottoporrà il nuovo testo all’assemblea capitolina per l’approvazione. Nel dettaglio – è riportato nella proposta di deliberazione di iniziativa consiliare – saranno soppressi e modificati “i commi 1, 4, 5, dell’articolo 1.” E ancora: “i commi 1, 6 dell’articolo 2; i commi 1, 2 e 5 dell’articolo 8.”

“Ne ho fatto una battaglia personale”, ha spiegato Goffredo Sepiacci. “Il regolamento è stato pubblicato il 28 Luglio  e fino al 28 Ottobre  ( scorsi, ndr) sarebbe stato possibile fare una modifica al testo. Le problematiche sono tante per questi bimbi. Venendo a mancare il contributo, le famiglie erano costrette a cambiare istituto, scuola, banco. Con tutte le conseguenze che ne seguivano.” “Stiamo difendendo un principio sacrosanto che è quella libertà di scelta delle famiglie. Famiglie che dovevano non solo farsi carico della retta scolastica della scuola privata, ma anche del sostegno.”

“ Io ritengo – ha affermato Sepiacci – che il Comune debba rimborsare le famiglie per il periodo della sentenza fino al nuovo regolamento. Sentenza esecutiva dal momento della pubblicazione.”

E per quanta riguarda la riattivazione del servizio, il Presidente Anisei ha concluso: “La riattivazione è immediata. Il Tar emette la sentenza alla quale deve ottemperare il Comune entro 120 giorni. E’ chiaro che il regolamento va riscritto e ci auguriamo che stavolta la pubblica amministrazione faccia le cose perbene.”

“Auspico – ha dichiarato la Consigliera ( Iv) del Municipio III, Marta Marziali, che il nostro municipio si attrezzi immediatamente per accogliere le richieste delle famiglie e garantire la continuità assistenziale, con lo stesso operatore assunto – in forma privata – dalle stesse famiglie in questa fase temporanea di vuoto.”

 

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