Musei del mondo: con il «Corriere» il volume sui Musei Vaticani curato da Philippe Daverio

Mercoledì 5 gennaio in edicola la seconda uscita della serie dedicata alle grandi gallerie. Storia di una collezione che intreccia il suo destino con quello dei Papi

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La Galleria delle Carte geografiche dei Musei Vaticani (foto Claudio Guaitoli)

Tecnicamente i Musei Vaticani sono «solo» un complesso museale tra i più importanti al mondo (20 mila opere esposte, 80 mila nei depositi, 7 chilometri circa di gallerie).

di Stefano Bucci

Una collezione variegata e vastissima (a cui è dedicato il secondo volume, in vendita mercoledì 5 gennaio con il «Corriere», della collana «Musei del mondo» curata da Philippe Daverio, lo storico e critico d’arte scomparso lo scorso anno) che assembla imponenti reperti d’epoca egiziana (i colossi in granito rosso di Tolomeo II e Arsinoe II scoperti nel 1714 nel sito degli Horti Sallustiani); capolavori rinascimentali-barocchi-rococò (dalla Deposizione di Caravaggio al Polittico Stefaneschi di Giotto); preziose testimonianze dei maestri dell’arte moderna-contemporanea (Van Gogh, Bacon, Chagall, Carrà, de Chirico, Manzù, Capogrossi, Fontana, Burri). Per non parlare, naturalmente, della Cappella Sistina di Michelangelo e delle Stanze di Raffaello.

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Philippe Daverio (1949 – 2020, Ansa)

Di fatto i Vaticani (dal primo gennaio 2017 diretti da Barbara Jatta, prima donna a ricoprire questo incarico) sono anche uno dei musei più visitati al mondo: secondo la classifica di «The Art Newspaper» al terzo posto (dopo Louvre e Tate) con 1,3 milioni di visitatori nel 2020 e con un calo, causa Covid-19, dell’81% (nel 2019 erano stati infatti 6,8 milioni). Ma al di là delle cifre ci sono le emozioni, quelle raccontate. Ad esempio da Robin Williams a Matt Damon nel film Will Hunting. Genio ribelle del 1997: «Se ti chiedessi sull’arte probabilmente mi citeresti tutti i libri di arte mai scritti. Michelangelo… sai tante cose su di lui… Ma scommetto che non sai dirmi che odore c’è nella Cappella Sistina. Non sei mai stato lì con la testa rivolta verso quel bellissimo soffitto…». Perché, come ha scritto Gianfranco Ravasi nel suo Le meraviglie dei Musei Vaticani (Mondadori, 2014) quei musei sono «una vera e propria oasi di bellezza e di luce che emoziona tutti coloro che vi si accostano provenendo da ogni regione della terra».

Perché i Vaticani sono molto di più. Sono, ad esempio, un Laboratorio di restauro fondato nel 1923, che di fatto rappresenta oggi un punto di unione significativo tra la tradizione vaticana e le metodologie sperimentali moderne. Un laboratorio che affonda le sue radici storiche nella plurisecolare tradizione manutentiva delle raccolte vaticane, come testimonia l’istituzione nel lontano 1543 dell’Ufficio del Mundator da parte di Papa Paolo III. È un discepolo di Michelangelo Buonarroti, Francesco Amadori detto l’Urbino, a essere incaricato per primo della periodica spolveratura della Cappella Sistina.

La crescente sensibilità per la conservazione e tutela del patrimonio artistico, soprattutto pittorico, è testimoniata anche dalle numerose disposizioni in materia che si sono succedute nel tempo: dalle Lettere Apostoliche di Benedetto XIV del 1757, contenenti norme per la salvaguardia delle opere d’arte, al primo Regolamento dei Musei e delle Gallerie Pontificie del 1816, fino all’Editto Pacca del 1820, che istituisce a livello legislativo una maggiore azione nella «ristaurazione e conservazione dei pubblici Monumenti di Antichità e d’Arte». Sarà Leone XII (1823-1829) a destinare alcuni locali situati sotto gli ambienti della Biblioteca Vaticana ad uso di magazzini dei Musei e di Officina di restauro che più di recente si è occupata della grande Madonna di Giaquinto Palmezzano tornata a indossare il suo manto blu, dell’autoritratto di Casanova, con il marmo ancora ricoperto di una patina gialla, dell’altare del contemporaneo Eduardo Cillida. E che ha «firmato» (nel 2020) l’attribuzione alla mano di Raffaello delle allegorie della Giustizia e dell’Amicizia, dipinte ad olio tra gli affreschi del Salone di Costantino in Vaticano, di fatto l’omaggio ideale per i 500 anni dalla morte del maestro urbinate.

Accanto alle storie dei capolavori nei Vaticani si ritrovano poi quelle dei Papi. Come Niccolò V Parentucelli (1397-1455) che nel primo anno di pontificato chiama il Beato Angelico a decorare la cappella privata dei suoi appartamenti, collocati nel Palazzo Apostolico. Tra i più grandi umanisti dell’epoca, il Pontefice avrebbe commissionato all’Angelico, celebre artista nonché frate domenicano, un ciclo di affreschi dedicati a santo Stefano e san Lorenzo. Affreschi che oggi, con la loro ricchezza di dettagli e di citazioni colte, rendono la Cappella Niccolina un perfetto esempio di congiunzione tra il pensiero religioso e quello umanistico dell’arte pittorica quattrocentesca. Storie, certo, diverse da quelle raccontate dalla collezione d’arte contemporanea inaugurata il 23 giugno del 1973 per volere di Papa Paolo VI Montini e che raccoglie opere di pittura, scultura e grafica donate nel corso degli anni da artisti, collezionisti, enti privati e pubblici.

La maggior parte delle donazioni è stata frutto dei contatti attivati da Paolo VI con l’invito al mondo dell’arte, da lui incontrato il 7 maggio del 1964 proprio nella Cappella Sistina. Un incontro che avrebbe portato nel 2011 all’apertura della sala che ospita il nucleo di opere di Matisse relative alla genesi della Cappella di Vence, entrate nelle collezioni vaticane nel 1980, grazie alla donazione del figlio dell’artista Pierre Matisse.

In viaggio nell’arte guidati da Daverio – Ogni uscita in vendita a euro 8,90

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Il volume dedicato ai Musei Vaticani in edicola il 5 gennaio

Una collana di libri illustrati dedicata ai più importanti musei del globo, pensata per chi ama l’arte e i viaggi. In edicola con il «Corriere della Sera» c’è Musei del mondo, serie che porta la firma di Philippe Daverio, critico e divulgatore, nato in Alsazia, Francia, nel 1949 e scomparso a Milano il 2 settembre 2020. Dopo il volume di apertura, dedicato agli Uffizi di Firenze e uscito gratis con il quotidiano, mercoledì 5 è la volta dei Musei Vaticani, in vendita al costo di euro 8,90 in aggiunta a quello del «Corriere». Ogni monografia, arricchita da un’introduzione dello stesso Daverio, è dedicata alla storia e ai segreti del museo a cui il volume è intitolato. Un accento particolare è posto sul modo in cui le collezioni si sono formate e, negli anni, arricchite. Dal patrimonio della singola istituzione, italiana o internazionale, viene poi messa in evidenza una scelta di capolavori. Nella monografia sui Musei Vaticani, in uscita il 5, si raccontano la storia e i capolavori del museo nazionale della Città del Vaticano, in Roma, di fatto uno dei musei più importanti al mondo nato dalla raccolta di sculture formata da Giulio II all’inizio del XVI secolo (ora esposta nel Cortile Ottagono). Mentre nella loro struttura attuale, i Vaticani . hanno invece origine nel XVIII secolo grazie all’opera di Clemente XIV e Pio VII. I volumi (nel piano dell’opera di questa pagina sono riportate le prime venti uscite, in totale saranno 40) saranno in edicola con il «Corriere» o «La Gazzetta dello Sport» ogni mercoledì fino al 28 settembre 2022, sempre al costo di euro 8,90 in aggiunta a quello del quotidiano.

La sequenza dei prossimi titoli in edicola prevede il Louvre di Parigi (12 gennaio), il Prado di Madrid (19 gennaio), la Pinacoteca di Brera a Milano (26 gennaio), la National Gallery di Londra (2 febbraio).

 

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