Coronavirus, Kim dichiara ‘allerta massima’ nel mondo 16 milioni di casi

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Il leader nordcoreano ha attivato un sistema di allerta massima dopo la scoperta di un primo caso sospetto.

Il bilancio dei casi di coronavirus a livello globale ha superato questa mattina la soglia dei 16 milioni: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. Secondo i dati dell’università americana i contagi nel mondo hanno raggiunto quota 16.046.986, inclusi 644.528 morti. Dall’inizio della pandemia sono guarite 9.262.520 persone.

COREA DEL NORD – Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha dichiarato “l’allerta massima” per il coronavirus, dopo la scoperta del primo “caso sospetto” ufficiale nel Paese. Kim ha presieduto una riunione d’urgenza dell’ufficio politico del partito comunista, nella quale è stato deciso di attivare “un sistema di allerta massima” per contenere il Covid-19, come ha annunciato l’agenzia di stampa ufficiale Kcna. Il caso riguarderebbe una persona uscita dalla Corea del Nord tre anni fa e rientrata lo scorso 19 luglio, “dopo aver varcato illegalmente la linea di demarcazione” con la Corea del Sud attraverso la Zona demilitarizzata (Dmz). La città di confine di Kaesong è stata posta in lockdown.

STATI UNITI – Sono 68.212 i nuovi casi di coronavirus registrati negli Stati Uniti nelle ultime 24 ore. E’ il nuovo bilancio diffuso dalla Johns Hopkins University. Salgono così a 4.174.437 i casi di positività nel Paese. Il numero delle vittime è stabile sui 146.391, di cui 1.067 nelle ultime 24 ore.

BRASILE – Il Brasile ha registrato ieri 51.147 nuovi casi di coronavirus: si tratta del quarto giorno consecutivo che nel Paese i contagi superano quota 50.000 in sole 24 ore. Secondo i dati del ministero della Sanità, riporta la Cnn, il bilancio complessivo delle infezioni sale così a 2,39 milioni. Allo stesso tempo, vi sono stati ulteriori 1.211 decessi, per un totale dall’inizio della pandemia di 86.449 vittime. Per il Brasile questa è stata una settimana record, con ben 321.623 nuovi casi, ha sottolineato il ministero.

CILE – Il Cile ha registrato oltre 9.000 morti provocati dal coronaviurs, un bilancio che supera quota 13.000 includendo anche i decessi legati ai casi probabili di Covid-19: lo ha reso noto il ministero della Sanità del Paese, che ha deciso di conteggiare anche le persone “probabilmente” morte a causa del virus in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Nel complesso i decessi confermati sono 9.020 (di cui 106 nelle ultime 24 ore), ai quali se ne aggiungono 4.183 dovuti probabilmente al virus, per un totale di 13.203 a fronte di 343.592 casi (di cui 2.287 nelle ultime 24 ore).

INDIA – Il numero di morti provocati dal coronavirus in India ha superato quota 32.000: è quanto emerge dal conteggio della Johns Hopkins University. Secondo i dati dell’università americana nel Paese i decessi hanno raggiunto quota 32.060 a fronte di 1.385.635 contagi. Finora in India sono guarite 885.573 persone.

CISGIORDANIA – Un morto e quattro feriti è il bilancio di incidenti verificatisi ieri a Nablus (Cisgiordania) quando, secondo media locali, reparti delle forze di sicurezza palestinesi hanno imposto la chiusura di un supermercato rimasto aperto nella serata malgrado le severe restrizioni imposte dall’Autorità nazionale per contenere il coronavirus. L’agenzia di stampa Maan ha identificato l’ucciso in Imad al-Din Abu al-Amid Dweikat, 54 anni, segretario della sezione di al-Fatah nel rione di Balat al-Balad. L’uomo, secondo Maan, è stato colpito da un proiettile sparato da agenti. Il governatore della città, il gen. Ibrahim Ramadan, ha ordinato l’apertura immediata di una inchiesta e ha lanciato appelli alla calma. Nel frattempo fra i palestinesi il numero dei casi positivi dall’inizio della pandemia (in Cisgiordania, a Gaza e a Gerusalemme est) è salito, secondo il ministero della Sanità, a 12.795. Fra venerdì e sabato sono stati registrati quasi 400 nuovi contagi. Il numero dei decessi è adesso di 78.

 

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